La Comunità Socialista condivide le ragioni dei 38 sindaci del centro-destra in merito alla richiesta di un tavolo di indirizzo in Provincia, anche se ritiene politicamente e strategicamente un errore di percorso (se intenzionale) quello di non aver coinvolto tutti i sindaci sulla questione sollevata. Siamo certi che altri primi cittadini, per il bene comune, vi avrebbero aderito.
Tutto ciò noi lo auspicavamo fin dal 15 giugno 2020 con l'invito inoltrato a mezzo email a tutti i sindaci dei comuni fino a 5.000 abitanti e di cui riportiamo lo stralcio saliente:
Ai sindaci dei piccoli comuni, proponiamo l'idea di costituire urgentemente una “Consulta Provinciale”, in cui affrontare le questioni appena accennate e più dettagliatamente, ad esempio:
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la costruzione di un nuovo mega nosocomio a Cremona, piuttosto che ricreare il perno della sanità pubblica intorno ai presidi territoriali, ai medici ospedalieri e di famiglia;
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la priorità da assegnare all'impiego delle risorse dello Stato al miglioramento dei collegamenti ferroviari verso Milano;
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l'opportunità di richiedere ed utilizzare fondi regionali a sostegno della realizzazione della Autostrada Cremona-Mantova, oppure, in alternativa, per la riqualificazione dell'attuale SS 10 ed i tanti interventi viabilistici puntuali, richiesti da tante comunità locali.
Riassumendo ci permettiamo di chiedere un Vs. cortese riscontro attorno ai seguenti argomenti:
Stato ed evoluzione della collaborazione tra i piccoli comuni; Infrastrutture; Area socio-sanitaria; Ambiente e sicurezza.
Il precipitare degli eventi con l'accesa diatriba intorno al termovalorizzatore di Cremona e la contestuale fuga in avanti del Sindaco Galimberti sulla necessità di intraprendere una seria politica in fatto di “economia circolare” (intorno alla quale graviteranno ingenti stanziamenti in denaro), ha fatto si che tanti Amministratori uscissero dal torpore dell'indolenza verso tutto ciò che sta oltre i propri confini comunali.
Per citare un esempio, in merito alla richiesta di riconfigurazione delle ATS solo i comuni del cremasco hanno deliberato affinché si porti a Cremona la sede dell'Agenzia. Ma come? Agli altri Sindaci della provincia non importa nulla di tutto ciò? No, non è così. Ricordiamo che anche il Presidente della Provincia, Mirko Signoroni, tentò di impostare nel nostro stesso periodo una linea simile; la quale però risulta ancora al palo, non per incapacità sua, ma probabilmente per l'evidente scollamento tra le istituzioni locali e la rappresentanza politica all'interno del Consiglio Provinciale.
Siamo convinti che la proposta di metodo dei 38 Sindaci debba essere estesa, a nostro modestissimo parere, oltre la contingenza a tutte le questioni del territorio che possono o devono rispondere ad una logica di sistema. Proponiamo pertanto l'istituzione di un coordinamento operativo-decisionale permanente in Provincia col coinvolgimento dei rappresentanti dell'”area omogenea” del cremasco, del cremonese e del casalasco e delle diverse partecipate locali in una più grande visione/dimensione da “multiutility”, col fine di dare impulso ad una progettualità integrata senza ledere le rispettive autonomie di gestione.
Non ci addentreremo pertanto in proposte specifiche o in chissà quali programmi di governo del territorio. Sarebbe già ottima cosa se finalmente ci si parlasse e si remasse tutti insieme, nella stessa direzione. Quale? Quella decisa collegialmente da una Consulta Provinciale (ad hoc) dei 113 Comuni che indicherà con un iter condiviso i rappresentanti delle tre macro-aree della provincia, Sindaci e/o Delegati che siano.
Anche se non è mai successo, non significa che non si possa fare ora. La volontà pare che ci sia, ora servono fatti conseguenti.
immagine di copertina tratta dal "Blog di Uber"