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Pizzighettone, affaire RSA Luigi Mazza

Si intensifica lo scontro politico istituzionale

  26/06/2020

Di Enrico Vidali

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Come prevedibile, la rilevante questione in capo al rinnovo degli organi amministrativi in scadenza da tempo della Fondazione Luigi Mazza di Pizzighettone non poteva e non doveva essere percepita come una bagatella, destinata ad essere metabolizzata dalle normali metodiche dialettiche di un sistema politico in cui si alzano i toni (per farsi sentire) e poi si fa macchina indietro.

Intanto, va premesso come abbiamo fatto nei precedenti servizi, l'intera vicenda della benemerita Fondazione è caratterizzata (remember l'outing del Presidente all'acme pandemico che ha mietuto la metà degli ospiti?) da una difficile sostenibilità per il futuro.

Prospettiva che avrebbe dovuto, innanzitutto, essere oggetto di una trasparente, responsabile comunicazione in grado di far convergere le consapevolezze dell'intera cittadinanza e della rappresentanza degli eletti in senso alla Civica Amministrazione.

Un passaggio, questo, di sensibilità e di dovere civico; bellamente bypassato da una procedura, quella del Sindaco e della maggioranza della Giunta, che ha fatto premio sull'esclusività dei poteri derivati da un'interpretazione schematica delle competenze.

Ne è uscita una conclusione che, oltre a non essere sintonizzata con l'esigenza della trasparenza e della partecipazione, ha prodotto una frattura, profonda ed irrimediabile.

Sicuramente vale la legge dei numeri e dei voti. Ma del Sindaco Moggi tutto si può dire tranne che sia un uomo delle convergenze e della sintesi.

L'estromissione, poi, dell'assessore esterno arch. Melicchio, fattosi conoscere in questi quattro anni per equilibrio e competenza amministrativa, nonché coordinatore di Pizzighettone al Centro (ex lista Pesenti) ha comportato una frattura irricomponibile nei rapporti istituzionali e, soprattutto, nella coesistenza della mission dell'alleanza civica, che quattro anni fa fu, anche grazie all'autorevolezza ed alla stima dell'apporto dei “centristi”, fu premiata dagli elettori.

Quando una convivenza viene protestata, il peggio che puoi fare sarebbe di buttare il bimbo con la proverbiale acqua sporca. Il giudizio su questi quattro anni, mai facili a causa  della propensione di Moggi a smagnetizzare il carattere civico dell'alleanza, sostituendolo con una cifra monocolore di dipendenza senza se e senza ma ai voleri del Primo Cittadino.

Non diciamo che ciò non rientri nelle logiche politiche. Ma è assolutamente necessaria una precondizione; vale a dire che il Sindaco deve essere eletto con voti suoi. 

In aggiunta a ciò c'è sul tappeto un aspetto in ogni caso indigeribile per chiunque abbia a cuore la trasparenza e la partecipazione alla vita pubblica. Che riguarda il coinvolgimento della cittadinanza in gestioni cruciali. E la vita del Mazza, considerato per almeno due secoli l'orgoglio della borgata dell'Adda, lo è. Escludere dalla scelta il Consiglio Comunale e parte della Giunta, perché essa era precostituita, escludere dai potenziali eleggibili alcuni cittadini di Pizzighettone: ecco i corni di una gestione non virtuosa di un problema, come abbiamo detto, cruciale.

Tentando di vincere l'evidente accerchiamento di un dilagante dissenso (il vertice dell'alleanza lo vedrà alle prossime elezioni) il Sindaco ha cercato di cogliere un assist polemico nella posizione annunciata come dissenziente (salvo mancare nel dichiarare sui contenuti e sulle eventuali proposte alternative) del secondo rappresentante “centrista” in seno alla Giunta.

Nei cui confronti non è ipotizzabile l'adozione di particolari restrizioni. Che, come dice chiarissimamente il pronunciamento dell'arch. Melicchio, un po' non rientrano nel modo di fare del raggruppamento ed un altro po' non sono, a questo punto, necessarie. Essendosi l'interessata collocata autonomamente fuori, per difetto, oseremmo dire, di  limpidezza e di lealtà.

Quel che appare chiara è la conclusione del  GRUPPO CIVICO PIZZIGHETTONE al CENTRO, che dichiara definitivamente chiusa l'esperienza con gli alleati ed esaurito il ruolo del Sindaco (foto sotto)

Alleghiamo lo stesso documento in pdf firmato dal coordinatore Marcello MELICCHIO che esprime la posizione dei componenti il Gruppo rimasti fedeli alle idee guida.

Nei prossimi giorni la nostra testata continuerà l'approfondimento storico dei percorsi iniziati a fine 800 dal benefattore e proseguiti con il pieno coinvolgimento della popolazione.

È in pieno svolgimento la discussione del dopo Covid, che perora il ritorno alla distrettualizzazione dei servizi territoriali. Pizzighettone ha tutte le condizioni per riattivare il presidio di medicina generale, di prevenzione, di assistenza d'urgenza, che fu fino agli anni sessanta del secolo precedente.

L'abbiamo ricordato in un precedente scritto. L'ha ribadito l'appunto inviatoci da Alessandro Gaboardi, rimasto pizzighettonese nel cuore.

Caro Enrico, ho riletto il tuo articolo sul Mazza. Perfetto nella cronistoria dell'utilità della struttura. Pure io e anche mia moglie lasciammo le nostre tonsille al dr Gatti. E innumerevoli Pizzighettonesi furono operati di appendice dal famoso dr Pezzarossa.

Il dr Mondini, un vero mago, faceva assistenza ogni pomeriggio nell'ambulatorio dove la suora faceva le iniezioni secondo le prescrizioni. Le indicazioni di cura e gli stessi medicinali erano conservati in ambulatorio.

Mi capitò di portare, in bici sulla canna, dei ragazzi infortunatisi giocando e Mondini li rabberciava.

Penso dovresti o dovremmo come comunità socialista, chiedere ai componenti del Consiglio del Mazza di dimettersi e proporre un nuovo bando dove almeno un terzo dei componenti sia di abitante a Pizzighettone.

Da Crema Alessandro Gaboardi*

* aggiungiamo noi: nato a Pizzighettone, dirigente della ACLI e per un periodo degli anni 90 vicesindaco del Comune di Crema.

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