ABBIAMO RICEVUTO E VOLENTIERI SEGNALIAMO
La partecipazione ad una delle serate della 25° rassegna dei Fasulin de l'òc cun le cu deghe sembra cosa di ieri; tanto è rimasto vivo in chi scrive l'entusiasmo (incoraggiato dalla circostanza di essere nato nel borgo fortificato) nei confronti di un'iniziativa di grande valore culturale, sociale e civile. La rassegna, dotata di un appealing rivolto ad un vastissimo bacino di entusiastici avventori, non solo si ripropone come occasione di convivialità all'insegna del revival di un piatto antico e popolarissimo (il cui valore gastronomico, preso a sé, non giustificherebbe, a modesto parere, la trasferta).
Diciamo che la ripresa della scodella, che fino a mezzo secolo fa veniva dispensata gratuitamente dalla ventina di osterie e locande come accompagnamento e premessa di congrue libagioni, viene, da un quarto di secolo, presentata dagli organizzatori e vissuta dalle migliaia di partecipanti come ambito pretesto di socializzazione in un contesto (le Mura) di grande suggestione.
Ma tale considerazione sottende anche un aspetto di non minore importanza dal punto di vista del valore civile. L'organizzazione della rassegna richiede la messa in campo di qualcosa come trecento volontari (dato che dice molto della capacità di condivisione del sentiment diffuso che presiede alla mobilitazione).
Se, infatti, il core businnes dell'iniziativa è sicuramente la promozione del patrimonio storico e monumentale che è quasi un unicum a livello continentale, non meno rilevante e virtuoso è l'indotto sull'economia terziaria locale e sulla sostenibilità del costante ed indefettibile impegno dell'Associazione Volontari delle Mura, ispiratore e motore di questa testimonianza.
Senza questo impegno la cittadina dell'Adda non sarebbe la Città Murata più significativa d'Italia (e forse d'Europa); bensì un borgo di rovine delle mura ereditate dal passato.
Va ascritto a merito di questo volontariato, supportato dal consenso dei cittadini rivieraschi, dalle associazioni di categoria e dagli operatori terziari, dalla civica amministrazione, se le Mura sono state in piedi. Se è stato possibile salvaguardarle, recuperarle ad una funzione contemporanea, proiettarle in una dimensione di divulgazione di grande impatto.
Il tutto, si ripete, grazie alle intuizioni dei primi soci fondatori ed all'intraprendenza di un volontariato, che ha saputo porre in sinergia la salvaguardia del patrimonio storico-monumentale con la diffusione del sapere della tradizione storica e popolare.
Impiegando, particolare non esattamente marginale, le risorse del gettito delle rassegne; tra cui, appunto, i Fasulin de l'oc (si noti la o priva di dieresi, in omaggio alla purezza della lingua locale) nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio storico-monumentale locale.
Abbiamo condiviso la bella esperienza della serata con alcuni coetanei rimasti a vivere sull'Adda e con l'amico Davide Viola presidente della Provincia di Cremona, che vi partecipava per la prima volta e che non aveva avuto precedenti occasioni per visitare il museo delle carceri e delle mura. Anche questa un'esperienza particolarmente apprezzata, favorita dall'accompagnamento di Gianfranco Gambarelli, memoria storica e perno divulgativo dell'intero patrimonio racchiuso nelle mura.
Qualche settimana prima avevamo partecipato alla rassegna di Music Wall. Definizione che pur concedendo qualcosa alle posture angli cistiche (senza delle quali arrischi, particolarmente tra le nuove generazioni, l'assoluta irrilevanza) dice facilmente di cosa si tratta.
Nel corso di un fine settimana di settembre l'emisfero orientale della città murata viene rianimato da un combinato di musica, di prestazioni artistiche, di supporti professionali (liutai, costruttori, riparatori, commercianti). In due giorni puoi partecipare, volendo, ad un incredibile numero di performances che si svolgono, grazie alla location di casematte, comunicanti ma insonorizzate, in contemporanea. In aggiunta a quelle di strada, che attirano l'interesse anche degli avventori meno concentrati, per la loro qualità e per la suggestione di un contesto impareggiabile. Il tutto a costo zero (o praticamente quasi) per le pubbliche finanze e grazie alle intuizioni, all'intraprendenza, alla dedizione di Centro Musica, locale Associazione di Promozione Sociale; che ha come principali scopi la diffusione della cultura musicale nel mondo giovanile e non; la promozione artistica nelle scuole; la divulgazione della cultura musicale ed artistica come un bene per la persona ed un valore sociale. Dici poco coi tempi che corrono!
C'è una terza gamba dell'offerta (volendo trascurare in questa sede le rassegne fieristiche, pure di grande impatto) del Borgo dell'Adda sul terreno culturale.
È quella rappresentata dall'altrettanto encomiabile attività della Pro Loco, promotrice, praticamente su tutto l'arco dell'anno, di iniziative legate alla diffusione della tradizione locale e delle opportunità di convivialità in uno scenario particolarmente incantevole.
Il passo della benemerita Associazione (di cui che scrive è socio, come dell'altra delle Mura) è da montanaro. Lento, ma costante. Nelle bellissime location lungo l'Adda, quando il bel tempo lo permette. Nella casamatta della Polveriera di Porta Soccorso per eventi più raccolti. Al Centro Culturale Comunale di Via Garibaldi (Quartier Fino) per iniziative a partecipazione più ampia.
È il caso di Pisighiton in dialet, serata all'insegna della lettura di prose, di poesie e di canti dialettali, in occasione della Giornata Nazionale del dialetto e delle lingue locali (con cui si onorerà anche la memoria del poeta dialettale Franco Ariberti, recentemente scomparso).