Riprendono, dopo la pausa estiva, gli incontri organizzati dal sodalizio cremonese “Dante Alighieri”, presieduto dal Prof. Angelo Rescaglio.
L'agenda ha un'ouverture che, se intuibilmente fa molto piacere agli epigoni dell'indimenticato Sindaco e giornalista, coglie una vasta aspettativa dei cultori di tutto quanto incrocia la tradizione popolare e la cultura in senso generale. Il tema scelto tema per mercoledì 14 novembre, alle ore 16.30, è “Emilio Zanoni… poeta”, che Agostino Melega presenterà ed approfondirà con supporto di interpretazioni con Rosella Matarozzi.
Come è noto, a Melega si deve la raccolta di poesie che qualche anno addietro è stata stampata e diffusa soprattutto nell'ambiente scolastico. Oltre che una serie di iniziative divulgative svoltesi a cura della Società Filodrammatica Cremonese e dell'UNITRE.
EMILIO ZANONI… POETA
Il professor Angelo Rescaglio, presidente del Comitato cremonese della Società “Dante Alighieri”, mi ha chiesto d'inserire un argomento all'attenzione dei soci del sodalizio e della cittadinanza tutta, nella predisposizione del calendario d'incontri previsto nel mese corrente di ottobre e nei prossimi mesi di novembre e dicembre 2018. Ebbene come tema ho scelto “Emilio Zanoni… poeta”, che andrò ad illustrare ai presenti con ingresso libero, mercoledì 14 novembre, alle ore 16.30, con letture che andrò ad interpretare con mia moglie Rosella Matarozzi.
L'amico Enrico Vidali, direttore di questa pregiata testata, mi ha chiesto di anticipare sinteticamente quanto andrò a dire. Ora lo farò senza però esternare molto, perché mi pare ovvio di dover stare attento a non far decadere ogni possibile curiosità futura. È pur vero che fonte d'interesse primaria della conferenza non sarà tanto la storia culturale e politica dell'ex sindaco socialista, e nemmeno la sua alta capacità di scrittura, ma piuttosto l'aspetto uditivo e parlato e recitato dei suoi versi scritti. Sarà l'aspetto emozionale, e quindi artistico, a porgersi come fulcro e perno dell'incontro.
Un conto è infatti leggere il dialetto con la mente e a bocca chiusa. Un altro conto è voler ascoltare con attenzione le valenze toniche dell'idioma natio di Zanoni e la sua musicalità. E questo accompagnato naturalmente da una interpretazione drammaturgica, con la lettura che può essere data nei modi più diversi, con una dizione in dialetto comunque corretta ed adeguata.
Qui desidero solo ricordare che Emilio Zanoni (Cremona, 25 settembre 1914 - Ponte di Legno, 15 agosto 1995) amava firmare i propri articoli, d'analisi politica e di militanza attiva nel Partito Socialista Italiano, con lo pseudonimo Patecchio, prendendo a prestito il cognome di un notaio e letterato cremonese vissuto dal 1197 al 1238, vale a dire Girardo Patecchio, chiamato dagli studiosi anche Girard Pateg o Gherardo Patecchio, uno dei primi rimatori italiani, collocato dagli studiosi in un ruolo importante nella storia della letteratura nazionale.
Con quello pseudonimo, “Emilio Zanoni poeta” ci ha lasciato un lascito di una quarantina di composizioni scritte in vernacolo. Sono poesie scoperte da Giuseppe Azzoni, già vice-sindaco della città, durante le sue incessanti ed importanti ricerche storiche. Di queste liriche ne sono state pubblicate ventiquattro in una silloge intitolata “Emilio Zanoni poeta”, stampata nel 2014 da Graziano Bertoldi per la casa editrice Cremona Oggi, e della quale ebbi il privilegio di curarne il commento.
Per usare espressioni adattabili perfettamente alla personalità del nostro Autore, volli trascrivere allora, nel preambolo della mia analisi letteraria, le seguenti parole tratte dal saggio “Sull'utilità e il danno della storia per la vita” (1874) di Friedrich Nietzsche; frasi rivolte al senso primario della vita, cariche di vincoli emotivi d'appartenenza e d'identità radicale, e riferibili senza alcun dubbio all'abito mentale e alla sensibilità estetica ed umana di Emilio Zanoni.
“Della storia ha bisogno (…) colui che custodisce e venera – colui che guarda indietro con fedeltà ed amore, verso il luogo onde proviene, dove è divenuto; con questa pietà egli per così dire paga il debito di riconoscenza per la sua esistenza. Coltivando con mano attenta ciò che dura fin dall'antichità, egli vuole preservare le condizioni nelle quali è nato per coloro che verranno dopo di lui – e così serve la vita. (…) La storia della sua città diventa per lui la storia di se stesso; egli concepisce le mura, la porta turrita, l'ordinanza municipale, la festa popolare come un diario illustrato della sua gioventù, e in tutte queste cose ritrova se stesso, la sua forza, la sua diligenza, il suo piacere, il suo giudizio, la sua follia e le sue cattive maniere. Qui si poteva vivere, egli si dice, giacché si può vivere; qui si potrà vivere giacché siamo tenaci e non ci si può spezzare da un giorno all'altro”.
Va precisato che le poesie intimistiche, selezionate e pubblicate, sono intinte di riflessioni sulla vita. In alcuni casi ci offrono come il senso di uno spaesamento che un laico quale Zanoni si doveva porre di fronte al mistero e alle domande che si aprono col sipario della morte.
A proposito dell'interesse e dell'amore per il dialetto, da parte dello stesso Autore, è significativo il fatto che all'uscita nel 1976 del Dizionario del Dialetto Cremonese, il sindaco Zanoni ne facesse dono ai consiglieri comunali dell'epoca, accompagnando il regalo con un biglietto autografo sul quale aveva scritto:
”El dialèt cremunées ‘l è cumplicàat cùma scritüüura, acèenti e vèerbi vàari, gh'è bišögn dòonch de ‘n bràao vucabulàari per parlàa cùma i nòoster antenàat. Ve màandi el lìber; ma a la próoa pràtica per töti ghe vóol àanca la gramàtica!”.
Firmato: ezanoni, in minuscolo e con la prima lettera del proprio nome strettamente legata al cognome, con una sorta di sigla inconfondibile.
Va aggiunto inoltre che lo stesso Sindaco poeta amava Cremona come una creatura viva, in tutte le sue valenze storiche, artistiche ed ambientali, in tutta la sua specificità ed autenticità, identificandosi pure nella sua tradizione poetica secolare. Sono convinto che in suo onore, uscirà un bel momento di condivisione.
Per concludere, colgo l'occasione di segnalare anche gli altri prossimi incontri della “Dante Alighieri” di Cremona, sempre di mercoledì, alle ore 16.30, nella sala conferenze del Filo, in piazza dei Filodrammatici, 2:
- 7 novembre 2018: prof.ssa Giusy Rosato, “Il nulla alle mie spalle, il Vuoto dietro di me: è possibile ‘ubriacarsì nella pienezza?”
- 28 novembre 2018: prof.ssa Daniela Negri, “In quei giorni di sangue e fólgori”, la testimonianza di Carlo Emilio Gadda nel “Giornale di guerra e di prigionia” (1915-1919).
- 12 dicembre 2018: preside prof.Franco Verdi, “Ugo Foscolo, la fortuna critica (con qualche disavventura”).
Le immagini sotto il titolo riprendono la xilografia realizzata dall'artista cremonese Graziano Bertoldi ed Agostino Melega ed Angelo Rescaglio, ripresi durante la conferenza-recital del Filo.
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