Crema Monaldi&Sorti presentano il libro ‘ I dubbi di Salaì'
Caffè Letterario. Lunedì 20 novembre in sala Bottesini del teatro San Domenico di Crema, ore 20.45, ingresso libero Accompagnamento musicale degli allievi di Imparerock, del civico istituto Folcioni Monaldi&Sorti,gli inventori del giallo storico-satirico
Di seguito il loro profilo.
Rita Monaldi e Francesco Sorti, filologa classica lei, musicologo lui, sono in assoluto il duo di autori che conta il maggior numero di imitatori in Italia e all'estero. Moglie e marito nella vita, vivono con i loro figli a Vienna e sono autori di dieci bestseller internazionali, di cui cinque con protagonista Atto Melani: Imprimatur, Secretum, Veritas, Mysterium e Dissimulatio. Gli ultimi due titoli della serie, Unicum e Opus, sono in preparazione. Quello su Melani è stato un best seller internazionale che dal 2002 è stato capace, tra l'altro, di superare anche il Codice Da Vinci nei testa a testa della vendite. Nel loro curriculum c'è anche la scoperta a Parigi di un manoscritto inedito di Atto Melani, pubblicato da Baldini&Castoldi col titolo Gli intrighi dei Cardinali. Hanno inoltre ideato il genere letterario del giallo storico-satirico con una trilogia picaresca dedicata a Salaì, figlio adottivo di Leonardo da Vinci: I Dubbi di Salaì, L'Uovo di Salaì e La Riforma di Salaì. I loro libri sono tradotti in 26 lingue e 60 Paesi. E in decine di lingue. Inglese, olandese, francese, coreano. Per un totale di almeno due milioni di copie vendute. E si tratta di una stima per difetto.
Basta immaginare un angolo del mondo: lì i loro romanzi c'erano. In Italia no. Per un “confino” letterario che ora hanno sconfitto. I due giallisti sono stati scacciati e messi all'indice, è il caso di dirlo, per le loro fastidiose rivelazioni delle «frodi della storia» perpetrate dalle istituzioni letterarie, religiose, scientifiche e politiche. Ma grazie alle loro denunce degli arbitri del potere hanno conquistato non solo migliaia e migliaia di lettori ma anche gli intellettuali più raffinati. E il micidiale binomio non ha intenzione di abbandonare il racconto del vero volto del potere. Vittime di un embargo nazionale che dopo una rarefatta edizione Mondadori del 2002 li ha visti sparire dagli scaffali italiani. Ora tornano grazie a Baldini&Castoldi. E si raccontano.
Lo faranno anche al Caffè Letterario di Crema, lunedì 20 novembre, in sala Bottesini del Teatro San Domenico, con inizio alle 20,45 e ingresso libero. Come sempre, la serata sarà caratterizzata dall'accompagnamento musicale degli allievi della classe Imparerock del civico istituto musicale Folcioni. Anche questo incontro con è reso possibile grazie agli sponsor che sostengono l'attività del sodalizio culturale cremasco: Associazione Popolare di Crema il territorio, Banca Cremasca e Mantovana, Icas, quotidiano La Provincia, Fapes, libreria Il Viaggiatore Curioso e, naturalmente, la Fondazione San Domenico, che ospita gli incontri. L'occasione per la serata cremasca è l'approdo in libreria del primo volume della saga di Salaì, Gian Giacomo Caprotti, assitente di Leonardo Da Vinci. Come spiegano gli autori, Salaì "è un monellaccio mangione e illetterato, ma dal cervello fino. Capisce la verità a colpo d'occhio, vi arriva per sintesi, non per analisi, e muore dalla voglia di sbatterla in faccia a sapientoni e ipocriti. Dottrina ed erudizione lo annoiano, si fa grasse risate alle spalle del patrigno Leonardo e delle sue invenzioni che non funzionano mai. Le donne lo assediano, perché ci sa fare ed è un bel ragazzo boccoluto; ma è anche una fabbrica di battute, sparate in un italiano latineggiante e sgrammaticato alla Brancaleonè. Quelli di Salì sono romanzi epistolari, che l'editore definisce satira storica. Nel Spiegano Monaldi & Sorti: "Nel lavoro di ricerca per i nostri romanzi ci siamo imbattuti in casi di manipolazione storica così sfacciati da meritare non solo una confutazione, ma anche una sana presa in giro. Anche Salaì offrirà qualche interessante novità ai lettori. Un esempio: abbiamo scoperto che un famoso cronista del 1500 ha attribuito a papa Borgia un episodio osceno, che in realtà è tratto di peso da una novella di Boccaccio. Di questo plagio svergognato nessuno storico si era mai accorto".