Carletti ha ricordato che il PSI ha avuto parte attiva nell'approvazione della legge, che per la prima volta in settant'anni introduce un'organica revisione della seconda parte della carta costituzionale. L'impianto programmatico della Costituzione, varata a metà degli anni Quaranta, resta confermato. Mentre, dopo tentennamenti e vistose resistenze conservatrici, finalmente il Parlamento è riuscito nell'impresa di modernizzare parti nevralgiche della forma dello Stato.
Indubbiamente si sarebbe potuto fare meglio. Ma i socialisti sono convinti che la Legge Renzi-Boschi corrisponda adeguatamente all'esigenza di rendere più snello il funzionamento della Repubblica a partire dal potere legislativo, di definire compiutamente l'attribuzione delle funzioni, di ottimizzare la spesa della politica.
In questo senso il segretario provinciale socialista, che ha recentemente aderito al Comitato locale per il SI, ha ribadito il pieno impegno del PSI nella campagna referendaria.
Carletti si é, quindi, soffermato sulla situazione politica provinciale compiendo un'ampia analisi dei problemi sul tappeto, tra cui l'imminente rinnovo del Consiglio Provinciale, e della presenza socialista nei Comuni del territorio.
Da ultimo, il Segretario Provinciale ha affrontato le questioni organizzative; annunciando una serie di riunioni per la campagna di tesseramento e per il consolidamento dei nuclei di presenza.
Partendo dalla relazione introduttiva si è aperto un ampio dibattito in cui sono intervenuti molti dei presenti.
Da sottolineare il contributo del prof. Mario Coppetti, che ha ricordato, nel cinquantesimo della scomparsa, l'avv. Bruno Calatroni, Sindaco della Liberazione ed eminente figura del socialismo democratico cremonese e della vita amministrativa.
Coppetti, al quale l'assemblea ha tributato un caloroso augurio in vista dell'imminente compimento di 103 anni, è entrato anche nella questione politica nazionale e nella situazione interna del PSI, cui è iscritto dal 1945. Dopo aver ribadito le ragioni della sua convinta adesione alle ragioni del SI, che ha espresso recentemente anche come iscritto all'ANPI, ha esortato il partito a trovare le ragioni della piena coesione, essenziale per poter garantire alla sinistra democratica un valido contributo nello sforzo riformatore.
Nel dibattito è intervenuto anche Enrico Vidali, direttore de L'Eco del Popolo ed in rappresentanza dell'Associazione Emilio Zanoni.
L'anno che ha compiuto il giro di boa è un anno eccezionalmente ricco di rimandi ad anniversari importanti per la storia socialista, di cui ci siamo eletti custodi e divulgatori.
Il 2016 ha infatti nella stiva il 50° della scomparsa del Sindaco della Liberazione avv. Bruno Calatroni, il 60° del primo Sindaco Socialista di Cremona Attilio Botti, ed 150° della nascita – 85° della morte di Giuseppe Garibotti, la cui qualificazione, in ragione della distanza temporale, è un po' meno telegrafica.
Relativamente a Botti e Garibotti scrivevo qualche mese fa, sulla testata socialista on line (sempre consultabile) di testimonianze civili capaci ancora di insegnamenti ai contesti attuali (purché disponibili a percepirli e a farne buon uso!).
Su questa disponibilità è lecito avere qualche raccapricciante dubbio; in un contesto in cui il pensiero è diventato liquido, l'etica della responsabilità civile si sta smagnetizzando, i costumi e le consapevolezze comunitarie si sono quasi completamente indirizzate all'effimero.
Da qui si può capire la ragione per qui, nonostante garbati ma fermi solleciti, il governo comunale, che in teoria è socio istituzionale dell'Associazione Zanoni, ha disatteso totalmente la nostra richiesta di onorare questi civiles servantes socialisti, approfondendone storicamente il contributo.
Ce ne siamo fatti una ragione. Perché avevamo proposto di rivisitare il centesimo anniversario della prima amministrazione socialista del 1914, di approfondire la sua azione, nonostante il tratto non interventista, nel fronte bellico interno, di rimettere a fuoco, nel momento in cui la Giunta Galimberti archiviava le istituzioni municipalistiche, fondate da quella amministrazione e dalla dedizione modernizzatrice di Giuseppe Garibotti, i cardini del municipalismo di sinistra.
Risultato: una lettera scritta da un'impiegata in cui si annunciava l'assenza del Sindaco e promesse, che credute come sincere ed attendibili, hanno finito per complicare la nostra azione.
Ripeto, ce ne siamo fatta una ragione; anche se ci attendiamo che per coerenza l'Amministrazione Galimberti tolga il disturbo dall'assetto di un'Associazione intitolata ad un cittadino che, tra le varie cose, ha destinato alla città un miliardo di lire.
Fagocitati da una quotidianità, che sta perdendo la grammatica e la metrica della memoria delle testimonianze civili, arrischiamo anche noi, che abbiamo fatto della sua salvaguardia e divulgazione il cardine del nostro impegno, di smarrire il ricordo ed il senso di uno dei profili più interessanti ed edificanti della storia politica del nostro territorio.
Ma, dovendoci occupare solo di storia del socialismo e della sinistra cremonesi, abbiamo dedicato ai tre personaggi una impegnativa ricerca ed un contributo organico di rievocazione che abbiamo affidato al sito on line.
Insieme a qualche garofano che mani generose non fanno mai mancare alle loro sepolture.
Vidali ha dedicato un'ampia rivisitazione del profilo dei due grandi socialisti Attilio Botti e Giuseppe Garibotti, che col loro contributo hanno connotato gli ideali e l'azione del socialismo cremonese ed hanno partecipato attivamente alla modernizzazione di Cremona ed all'emancipazione dei lavoratori e dei ceti oppressi.