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Non sarà bisesto

Il 2016, appena iniziato, non lo sarà certamente. Per due ragioni. La prima è che non ci siamo mai affidati ai vaticini scaramantici. La seconda è che le fortune del complesso di iniziative che ricadono nelle testimonianze, inaugurate vent’anni fa per tramandare la memoria storica e la cultura politica di riferimento, sono assolutamente protette dalla nostra caparbietà (oltre che dalla benevolenza dei nostri penati laici).

  11/01/2016 22:35:00

A cura della Redazione

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Il precedente 2015 è stato talmente denso di iniziative e progetti realizzati che, rapportati alla modestia delle nostre risorse, ci rendono convinti che ormai combattiamo in un campionato di pesi ben superiori al nostro.

È stato l’anno del 20° della scomparsa del personaggio di riferimento, Emilio Zanoni; al cui nome abbiamo intitolato l’Associazione. Di lui si sapeva, dal punto di vista del percorso politico ed istituzionale, molto se non addirittura tutto. O, almeno, si presumeva. L’annata da poco archiviata si apriva con un colpo a sorpresa. Non già la scoperta fortuita, ma la restituzione a noi ed alla città del fondo delle sue carte; rimasto (e per ragioni che non si sa se imputare alla trasandatezza ovvero ad una volontà dolosa) sepolto per vent’anni.

Contiene scritti, immagini, documenti, che andrebbero conservati e resi fruibili, a prescindere. Una volta sommariamente riordinati, sono confluiti nel sito più appropriato: l’Archivio di Stato. Dove sono stati presentati alla Cremona della cultura e dove hanno cominciato ad essere consultati dai ricercatori.

Di questo scrigno, ricordiamo qui appena la produzione poetica in lingua cremonese; che ha permesso di scoprire un Patecchio sconosciuto ai più e poco conosciuto anche a chi gli fu vicino per tanti anni.

Ne sono uscite iniziative imperniate su più fronti. Del cui totale successo dobbiamo, all’infinito, ringraziare, innanzitutto, Giuseppe Azzoni ed Agostino Melega. Ma anche lo stampatore/artista Graziano Bertoldi, lo sponsor editoriale Mario Silla, la Società Filodrammatica, i critici ed i dicitori, gli artisti della musica e del bel canto, gli operatori dell’informazione.

Risultati: libro quasi esaurito, evento mandato più volte dall’emittente Cremona 1, una interminabile filiera di recensioni ed approfondimenti, una serie di eventi culturali ed artistici promossi autonomamente da una serie di sodalizi.

Costi (per la città): zero.

Tutto ciò dovrebbe indurre seriamente a far riflettere i titolari delle politiche culturali che trascurano bellamente queste opportunità e che privilegiano solo i templi del sapere e dell’arte, cui immolano la grandissima parte delle assottigliatissime risorse. L’Eco del Popolo (altro filone afferente al nostro impegno) impegnerà una riflessione, seria, sul senso, a quasi due anni dall’insediamento della Giunta (soi disant) di rinnovamento e di rigenerazione, delle politiche culturali, ricadenti nella giurisdizione (e nella spesa) della civica amministrazione.

Ma cominciamo a porci, da subito, qualche interrogativo. Se le facoltà di spesa (ed è vero) sono state ridimensionate, perché la disponibilità è praticamente quasi completamentea assorbita dal teatro comunale? Il teatro, il cui profilo poco si discosta da quello dell’epoca del condominio privato. Il teatro che, contrariamente agli indirizzi prevalenti di buona gestione, ha pubblicizzato la gestione del servizio bar. Il teatro che, sempre in omaggio al rinnovamento ed alla rigenerazione, batte qualsiasi record di continuità sovrintendenziale. Neanche il Bolshoi di Mosca ha avuto, nonostante la ben nota propensione a preferire la continuità gerontocratica, sovrintendenti durati in carica, come al Ponchielli, oltre trent’anni.

Ma, come anticipato, torneremo più approfonditamente sull’argomento. Al momento ci interessava solo evidenziare che con zero spesa pubblica, con qualche modesta ma cionondimeno apprezzabile sponsorizzazione, con tanta buona e partecipata volontà si possono raggiungere significativi risultati sul terreno della diffusione del sapere e del godimento artistico (come può essere ritenuta la poesia in lingua dialettale).

Il 2015 è stato anche l’anno del 70° della Liberazione. Che, dobbiamo dire, Cremona ha celebrato degnamente e con sorprendenti risultati di partecipazione.

Del che va dato atto al Comune, ma anche e soprattutto all’associazionismo partigiano.

Il 2016 sarà l’anno della Costituente. Noi abbiamo cominciato a studiarci su. Proporremo ai canali sinergici con cui lavoriamo (con piena nostra soddisfazione) progetti di degna rievocazione ed attualizzazione del significato di quel cambio di passo di settant’anni fa, destinato a riportare l’Italia nel novero delle nazioni libere e democratiche.

Già sin d’ora invitiamo ad alta voce il Comune ad aprire, come si dice da un po’ di tempo a questa parte, un tavolo attorno a cui chiamare tutte le entità che hanno idee da proporre e propositi da perseguire in un impegno comune.

Abbiamo già fatto sapere che è nostro proposito saldare l’anno del 70° della Liberazione con le celebrazioni della Repubblica. Mettendo sul piatto un molto impegnativo progetto: la stampa del saggio storico di Emilio Zanoni sul movimento cremonese della Resistenza.

Ancora grazie ad Azzoni l’abbiamo recuperato dall’oblio e, fors’anche, dal serio pericolo di scomparsa fisica. Si tratta di un contributo importante per la ricostruzione storica degli anni cruciali per il ritorno alla democrazia. Da quel testo, per lungo tempo sparito dalla circolazione, hanno attinto molti degli storici che si sono misurati sull’argomento. La realizzazione del progetto editoriale e della collaterale attività di divulgazione si presenta impegnativa ed oltre i limiti delle nostre possibilità. Economiche ed operative. Per le prime ci affidiamo alla laica provvidenza. Per le seconde all’abnegazione delle persone generose. Categoria questa che è cresciuta molto attorno all’Associazione Zanoni e che sarebbe assai ampia a Cremona solo se la si stimolasse e gratificasse.

Da subito ci sentiamo in dovere di ringraziare il gruppo di amiche e di amici (le due Laura, Riccarda, Loredana, Angiolino ed Arnaldo) che, essendo impossibile la digitalizzazione del testo originario, si sono imbarcati nel lavoro di battitura.

Insieme con loro ringraziamo sin d’ora per la disponibilità lo stampatore/artista Bertoldi e lo sponsor (che sveleremo nel prosieguo).

Il 2016 sarà anche l’anno di realizzazione di due importanti progetti di approfondimento storico: il contributo cooperante, nonostante l’impronta non interventista, delle giunte rosse allo sforzo bellico della Patria nel primo conflitto mondiale e la figura di Giuseppe Garibotti di cui è appena ricorso il 150° della nascita.

Il primo progetto è finalizzato, a cento anni da quel lacerante conflitto, all’approfondimento scientifico, oltre che delle posizioni interventistiche e neutralistiche, anche del fondamentale contributo di coesione civica e di sostegno sociale al fronte interno, da parte delle istituzioni comunali. Che, come si ripete, nonostante fossero (quelle di Cremona e di Milano) figlie dei moti popolari del giugno 1914 ed avessero testimoniato aperta avversione al coinvolgimento dell’Italia nel conflitto mondiale, non fecero mancare il leale sostegno alla nazione, specie nel momento più cruciale.

Sindaci di quelle amministrazioni erano a Cremona Attilio Botti e a Milano Emilio Caldara (un avvocato originario di Soresina).

Quest’ultimo riferimento alle origini del grande uomo politico (in aggiunta all’evidente disinteresse della civica amministrazione cremonese) fa pendere l’opzione della sede del convegno su Soresina; che come è ben noto ha costituito l’epicentro dell’opera di un altro grande politico del fronte neutralista, Guido Miglioli.

Similmente di grande interesse storico appare la figura, in larga parte dimenticata nonostante l’altissimo livello della testimonianza politica e sociale, di Giuseppe Garibotti, fondatore a Cremona della rete di solidarietà sociale (mutue, cooperative, casse di resistenza, banche popolari), della prima Camera del Lavoro, della prima azienda municipalizzata ed apostolo turatiano del socialismo umanitario e riformista. Avrebbe meritato un minimo sindacale di considerazione, necessario per l’organizzazione di un convegno storico (come fece la Giunta Corada con la collaborazione dell’assessore Berneri, in occasione del 150° di Leonida Bissolati) da parte del governo comunale. Che, quanto meno, dalla rivisitazione di simili giganti avrebbe qualcosa da apprendere. Ma, almeno su questo terreno, possiamo comprendere la ritrosia di questo vertice che, nei confronti delle tracce amministrative dell’opera di Garibotti, si sta comportando (con la cessione dell’azienda municipalizzata) come una notturna Penelope.

Anche i corpi intermedi sociali avrebbero motivo di sostenere questo progetto. Ma, si sa, la cooperazione dei giorni nostri non è neanche la pallidissima copia degli albori del solidarismo.

Pazienza! Nel senso che faremo a meno della scesa in campo del Comune di Cremona e dei corpi sociali intermedi. Organizzeremo in ogni caso il convegno su Garibotti; che, a quanto pare, esordì come consigliere comunale a Pieve S. Giacomo. Alla cui attuale amministrazione chiederemo ospitalità.

Il 2016 è un anno fitto di ricorrenze: il 70° della prima amministrazione comunale elettiva; il 70° della scomparsa del primo sindaco socialista Attilio Botti; il 50° della scomparsa del sindaco nominato dal CLN, avv. Calatroni; il 60° dei fatti d’Ungheria.

Questo è l’abbozzo sintetico dei progetti che è stato presentato alla riunione prenatalizia dell’Ufficio di Presidenza dell’Associazione Zanoni, svoltasi presso la Società Filodrammatica. Nel corso della quale, durante lo scambio di auguri, i dirigenti dell’Associazione hanno consegnato al loro decano prof. Mario Coppetti un bel ritratto realizzato e donato da Graziano Bertoldi

E.V. 

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