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Nasce un forte movimento contro il "pacco" /6

  05/09/2023

Di Redazione

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Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale pubblico di Cremona: movimentoper.riqualificahdicr@gmail.com.

Aggiornamento

A prescindere o forse a dispetto del periodo feriale, l'attività del Comitato, che coordina il Movimento per la riqualificazione dell'ospedale pubblico di Cremona, ha impresso una decisa accelerazione nel proprio pannel di testimonianza. Il cui incipit, seguito alla delineazione della mission e dell'appello, si è concentrato nei giorni scorsi nella raccolta delle adesioni. Nella modalità telematica come in quella “fisica”. Sabato mattina si è svolta in Spazio Comune una prima conferenza pubblica e quasi contestualmente si è aperto un gazebo firme.

Parallelamente il Comitato, di cui fanno parte singoli cittadini portatori di apprezzate testimonianze nel mondo delle attività professionali come di esperienze civiche attive, sta attivando un importante lavoro di approfondimento attorno alle opzioni tattiche ed ai contenuti delle proposte strategiche per contrastare l'assurdità dei propositi regionali e per rilanciare la struttura della rete ospedaliera del territorio.

Giorgio Mantovani, noto professionista e presidente della Società Filodrammatica, tra i primi aderenti al Movimento, ci ha girato gli intercorsi tra il Coordinatore del Comitato, Enrico Gnocchi e la professoressa M. Teresa Feraboli. Intercorsi che introducono un contributo illuminante per il prosieguo dell'istruttoria di una valida, documentata, efficace opposizione ai propositi regionali.

Ieri al "banchetto" per la raccolta firme si è presentata a firmare la prof. Arch. M.Teresa Feraboli che ci ha oggi contattato con una ipotesi di un' azione concreta contro la costruzione del nuovo ospedale a Cremona. E una strada che si potrebbe praticare?.

Non avendo la competenza in merito, vi chiedo per cortesia di valutare se per voi è una strada da seguire e se ritenete di avere un po' di tempo per studiare la documentazione o in caso negativo se conoscete altri professionisti del settore che possano darci una risposta. Enrico Gnocchi

Gentile Comitato, ho chiesto un parere all'architetto Ugo Carughi, già Direttore presso la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Napoli e provincia e docente universitario; troverete online il suo ricchissimo curriculum. Anche lui ritiene che sia una difficile battaglia e che i tempi siano troppo stretti. 

È un esperto dell'assegnazione dei vincoli e mi scrive:

"Sono d'accordo sul principio di non distruggere e ricostruire solo per utilizzare fondi disponibili. Ma non è facile sostenere tele principio solo attraverso un meccanismo di tutela, che va giustificato. Chi l'ha progettato? Se fosse vivo, potrebbe chiedere al MiC il vincolo ai sensi del diritto d'autore. Se è morto, gli eredi hanno diritti molto più rarefatti e il meccanismo non può essere attuato. 

L'edificio si potrebbe vincolare ai sensi dell'art. 10,comma 3d, del Codice dei beni culturali e del paesaggio, per interesse relazionale, che ne testimonia l'appartenenza a uno specifico momento culturale: per tale provvedimento non ci sono barriere temporali e l'autore può essere del tutto secondario, se non ininfluente".

Precisa poi: "Comunque il diritto di autore (l. 633/1941) sarebbe comunque debole come efficacia e tutela direttamente i diritti dell'autore, finché è in vita. E solo indirettamente quelli dell'opera. Il vincolo relazionale fa riferimento diretto al codice, ma richiede una valutazione critica fondata (della Soprintendenza)".

Quest'ultima affermazione richiede una ricerca storica approfondita che spieghi la genesi dell'edificio, le sue qualità confrontate con il contesto architettonico nazionale e/o internazionale, le innovazioni tecniche e tipologiche che lo distinguono e quindi provano la fondatezza della richiesta. E' un lavoro che non si può limitare all'esame delle licenze edilizie del Comune di Cremona o agli articoli del nostro quotidiano, perché dovrebbe investire le riviste di settore del periodo, la pubblicistica tecnica sugli ospedali e il contesto nazionale. In questo momento non è un lavoro che potrei svolgere perché oberata dagli impegni del nuovo anno accademico e da altri lavori già in essere.

Sono dispiaciuta di non poter essere di maggiore aiuto.

Cordialmente,

Teresa Feraboli
Professoressa associata ICAR18, Dipartimento di Design, Politecnico di Milano

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

Il rischio è vedere una città spegnersi

Caro Direttore, apprendendo qua e là notizie relative alle difficoltà di presentare la nostra città nella veste gradevole come meriterebbe, non posso che sentirmi delusa è sempre più convinta che Cremona sia la Cenerentola della regione Lombardia. 

Tralasciando le disattese promesse delle varie comparsate di personaggi in teoria “importanti “, mi chiedo perché le decisioni vengano sempre prese dall'alto con dubbie giustificazioni. Le conseguenze però poi ricadono su chi qui abita, lavora, si comporta da bravo onesto cittadino. Inutile ricordare il calvario dei pendolari per una rete ferroviaria dell'anteguerra… chi mai se ne prenderà carico?? 

Chiudiamo gli occhi se i nostri studenti universitari e non hanno spazi o luoghi per essere ospitati nelle ore prive di lezioni, se i turisti si accorgono della non manutenzione di importanti reperti archeologici, ma teniamoli ben aperti sulle situazioni che potrebbero penalizzare pesantemente il vivere nella nostra bella cittadina. Non mi ritengo una tuttologa, quindi cerco di seguire le motivazioni che portano a schierarsi contro il previsto nuovo impianto di BioMetano. Abitando a Bagnara mi schiero col signor Sindaco di Gerre de' Caprioli che preme per la non ulteriore penalizzazione delle nostre zone già cariche di alto inquinamento. VOX POPULI …. giammai  

Mi addentro però nella decisione di abbattere il nostro ospedale. Spuntano i soldi qua e là per erigere un nuovo nosocomio di cui dovremmo essere orgogliosi, ma che la innata saggezza contadina nel nostro DNA fa storcere il naso. Nessuno ne aveva sentito l'esigenza, la vecchia (?) struttura sino a qualche tempo fa era il nostro fiore all'occhiello. Chissà perché poi si iniziarono a chiudere reparti, tagliare i posti letto ridurre il personale. Eppure seppur decimati tutti gli operatori rimasti hanno retto all'ondata inaspettata di COVID donando le loro capacità, in primis abnegazione coraggio, per combattere tale calamità.

Clara Rossini, Comunità Socialista, Cremona
Clara Rossini, Comunità Socialista, Cremona

Diritto alla salute e specchietti per le allodole

Caro Eco, non ho potuto non correlare la notizia relativa all'attivazione del Movimento che si oppone alla demolizione dell'attuale nosocomio (per costruirne uno nuovo!) ad un fatto accadutomi di recente.

Sono stato presso la farmacia ospedaliera a prendere dei farmaci per una paziente oncologica mia amica che, grazie a Dio, sta vincendo la sua battaglia.

Quello che vedete è il prezzo della scatola, sufficiente per un mese di terapia, tutto a carico del nostro sistema sanitario nazionale. 

Quanti di quelli che passano per questa pagina, per voglia o per sbaglio, sarebbero in grado di sostenere una spesa simile una volta al mese...? E per quanti mesi...?

Ecco.

Quando tagliano la sanità, quando vengono presi con le mani nel sacco salvo poi recitare alla perfezione la parte dei martiri perseguitati, pensate a questa scatola e che ancora una volta sia di monito a tutti noi il valore - incalcolabile - dell'avere una sanità ancora pubblica. 

Preserviamola, perché è uno dei beni più preziosi che abbiamo.

A.F, 01/09/2023, Cremona

Innanzitutto, grazie… (DUE)

...ai valorosi che, accogliendo sentiments e rumors, vaganti e avvertiti negli ultimi tre anni nella diffusa fascia di opinione pubblica non totalmente obnubilata dal nihilismo imperante nella vita pubblica, ha impresso un'accelerazione all'aspettativa latente di diffuse fasce di opposizione all'operazione, come l'abbiamo definita noi, “pacco nuovo ospedale.

Questo ringraziamento che reitereremo all'indirizzo della cittadinanza attiva che si sta mobilitando, con alto senso civico, con profondo idealismo, con spontaneità e, forse, a dispetto delle circostanze non esattamente favorevoli e di uno schieramento di poteri politici, istituzionali, mediatici, forte nella sua arroganza e tronfio nella certezza che non ne uscirebbe un topolino.

Solo vivendo (e noi facciamo di tutto per non darla vinta) sapremo se prevarrà Davide o Golia.

La "ditta" (ufficiale) del cs fa il pesce in barile. La raccolta firme ieri ha superato 1300. Richiesto di un parere, abbiamo raccomandato di non accreditare il Direttore dell'ASST. Ma di puntare subito ad un tavolo istituzionale con i Consiglieri Regionali (Piloni, in particolare), i Sindaci dei tre Comuni capocomprensorio, la Provincia. Sappiamo che nel PD c'è, ancorché non ufficializzata, un'area critica nei confronti di questa inopinata scelta "trasversale". Bisogna pigiare l'acceleratore della campagna di divulgazione, denuncia, mobilitazione. Con un modesto risultato di adesioni e di risultati politici ci si giochi a l'osso del collo. Alle 1300 firme No ospedale se ne devono aggiungere altre 1000 No biometano e altre 1000 contro il mostro edilizio di via Giordano. Si può essere sinistra riformista di governance.  Ma così non si è classe dirigente. Espressione dei bacini ideali e sociali che si pretende di rappresentare. Tra meno di un anno si tornerà alle urne per il rinnovo dei più importanti Comuni del territorio. Senza uscire dal ristretto ambito della nostra competenza che è fornire notizie e riflessioni, ci è quasi impossibile non dire della difficoltà di non sovrapporre in una valutazione di insieme il valore ed il significato di questi tre bacini di raccolta. Su temi diversificati, ma confluenti in un giudizio di insoddisfazione complessiva nei confronti della governance locale.

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