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Nasce un forte movimento contro il "pacco" /5

  26/08/2023

Di Redazione

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Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale pubblico di Cremona: movimentoper.riqualificahdicr@gmail.com.

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

Nuovo ospedale o importanti interventi di riqualificazione dell'attuale? Le mie riflessioni mi inducono tendenzialmente ad essere favorevole alla seconda opzione

Su queste colonne, Giuseppe Azzoni ha espresso sue preoccupate riflessioni circa la scelta, che si sta portando avanti, di costruire un nuovo Ospedale, dismettendo (demolendo?) l'attuale. Sento di condividerle. Non poche domande, poste da chi è contrario a tale scelta, sono rimaste fin qui senza adeguate risposte da parte di chi dovrebbe darle. A parer mio, ve ne è una che sovrasta altre pur significative e importanti: è congrua, motivata una scelta che comporterebbe la diminuzione di oltre la metà dei posti letto accreditati all'attuale nosocomio? Può darsi che mi sia distratto, ma non ho sentito motivazioni convincenti al riguardo. Eppure qui sta un nodo fondamentale dell'operazione che si vuole realizzare. Al tempo del mio impegno in Consiglio Regionale (particolarmente sui problemi della sanità) non ho mai concorso ad erigere barricate rispetto a talune scelte di deospedalizzazione, soprattutto se volte ad una diversa distribuzione delle risorse fra programmazione ospedaliera e potenziamento degli interventi strutturali sul territorio. Sapendo, però, che vi sono limiti  non  superabili, al fine di assicurare la qualità delle prestazioni sanitarie. Una riduzione così numerosa (numerosissima) dei posti letto deve essere supportata da solidissime motivazioni. Che, finora, non sono espresse con chiarezza. Sarebbe utile, al riguardo, che si esponesse il piano sanitario che si colloca alla base del progetto da realizzare (quali unità operative, quali sezioni, quali servizi dovrebbero essere collocati nella nuova struttura, a confronto con quelle attuali). Va bene tentare di ridurre la spesa ospedaliera a favore di un significativo incremento di quella per la medicina territoriale nelle sue varie forme (case di comunità, associazionismo dei medici per il potenziamento della medicina di base, interventi di assistenza domiciliare), ma vi sono patologie che non possono non essere trattate con le degenze (anche di breve durata), se si vogliono evitare i disagi ai pazienti ed ai loro famigliari. L'attuale ospedale non è stato – nella sua cinquantennale esistenza – esente da carenze e ritardi (quelle relative alle lunghe attese al pronto soccorso e quelle di liste d'attesa troppo avanti nel tempo per interventi ed esami, sono comuni, purtroppo, alla gran parte degli altri ospedali) Ma ha saputo conseguire obiettivi di alta qualità rispetto a situazioni preesistenti. Penso all'impegno, ed al serrato dibattito, per portare Neurochirurgia a Cremona. E, poi, al decollo di Ematologia con i trapianti di midollo. E, ancora, al progressivo sviluppo di Emodinamica, con i numerosi interventi di angioplastica. L'elencazione potrebbe continuare, a testimonianza di scelte che hanno consentito a tanti pazienti delle nostre zone di essere trattati per patologie per le quali ci si doveva rivolgere agli ospedali in altre provincie. Sicuramente tali scelte sarebbero riversate nel nuovo ospedale…ma, ora sono già proficuamente operanti nell'attuale. Altre scelte qualificanti potrebbero essere ulteriormente compiute in una complessiva operazione di sviluppo dell'attuale struttura, ove esistono spazi utilizzabili. Destinando, in tal senso, le risorse previste per l'ipotizzato nuovo ospedale. La riflessione ritorna allora prorompente sulla scelta da compiere: nuovo ospedale o importanti interventi di riqualificazione dell'attuale? Non sono possessore, al riguardo, di verità assolute da esibire, ma le mie riflessioni mi inducono tendenzialmente ad essere favorevole alla seconda opzione. Varrebbe la pena di utilizzare il tempo disponibile, prima delle decisioni definitive, per ulteriori confronti di opinioni, investendo con idonee iniziative le articolazioni sociali, istituzionali, rappresentanze della popolazione del territorio. Una scelta di così fondamentale importanza per la nostra realtà non dovrebbe essere limitata soltanto alle decisioni di pur importanti organismi tecnico-burocratici.  

Evelino Ebeni, Già Segretario della Federazione Provinciale di Cremona – Vicesindaco del Comune Capoluogo (Giunta Zanoni) – Consigliere della Regione Lombardia per due legislature – Consigliere Provinciale
Evelino Ebeni, Già Segretario della Federazione Provinciale di Cremona – Vicesindaco del Comune Capoluogo (Giunta Zanoni) – Consigliere della Regione Lombardia per due legislature – Consigliere Provinciale

Arrivare al centro dei problemi sociali

Le ultime edizioni del focus sanità sono fonte di una lettura intelligente e conoscitiva.  Condivido pienamente il modo che usi per arrivare al centro dei problemi sociali. Spiegare con parole non forbite ma chiare le possibilità di risoluzione a problemi complessi non è facile. Oggi ho sentito il messaggio del Presidente Mattarella al Meeting di Rimini i suoi richiami alla solidarietà, al valore del bene comune, ad una politica che unisce di confronto e ovviamente al rispetto della Costituzione mi ha commosso. Parole ricche di patos, di umanità, di passione e amore per la Patria. Mi ha toccato l'anima.

C.L., Vicenza, 24 agosto 2023

L'imbuto si è invertito

Il problema è che purtroppo l'imbuto si è invertito, pochi e con stipendi da fame, versano contributi decisamente insufficienti per supportare l'attuale sistema sanitario e pensionistico. Inoltre la natalità è a livelli inimmaginabili dall'ottica nostra, anni 60 70,80. La generazione dopo la nostra di fare figli neanche per idea, le priorità sono tutt'altre. Siamo in un cul de sac. Certo la corruzione, la mafia, l'evasione… Ma vanno purtroppo invertite le priorità e chi propone questo perde voti. Non se ne esce. Le risorse però sono mal distribuite, vedi il finanziamento alle squadre di calcio aumentare già gli stipendi a chi seguirà la fantomatica costruzione del ponte sullo stretto e l'investimento stesso, la costruzione di un nuovo ospedalino ….ora c'è il fuggi fuggi di personale ospedaliero, tasse elevate e accise, criteri per dare respiro ai pensionati che alla fine vedono aumenti non proporzionali alle vere esigenze…. Sapete quanto costerebbe radere al suolo il vecchio ospedale, oltre ai disagi e all'inquinamento atmosferico?  Si pensa a programmare eventi futuri e non a risolvere quelli presenti.

Clara Rossini, Comunità Socialista, Cremona
Clara Rossini, Comunità Socialista, Cremona

Innanzitutto, grazie…

...ai valorosi che, accogliendo sentiments e rumors, vaganti e avvertiti negli ultimi tre anni nella diffusa fascia di opinione pubblica non totalmente obnubilata dal nihilismo imperante nella vita pubblica, ha impresso un'accelerazione all'aspettativa latente di diffuse fasce di opposizione all'operazione, come l'abbiamo definita noi, “pacco nuovo ospedale.

Grazie ai lettori che, a prescindere dal nostro target di editoria testimoniante, ci seguono, ci stimolano, ad arricchire la nostra “offerta”.

Ci fanno piacere tutte le “lettere”. Ma, indubbiamente, sono apparse molto significative quelle di due personalità che hanno animato la vita politica ed istituzionale: i compagni ed amici Abeni ed Azzoni. Il nostro pensiero politico è noto. Ma l'idea di vederci accomunati, in questa temperie, a queste due personalità con cui in passato abbiamo avuto su molte questioni di politica generalista posizioni contrapposte, dovrebbe più che lusingare il nostro amor proprio, indurre i cittadini ad interrogarsi sulla profondità e sulla vastità delle ragioni della denuncia nei confronti del “dossier” diritto alla salute. E che, per il cursus honorum riconosciuto, i nostri due lettori-corrispondenti abbiano ampio credito di conoscenza e di esperienza, di carattere amministrativo generale come di cultura tematica, è dimostrato dalla serietà della loro analisi. Abeni ed Azzoni ebbero modo di avere un contatto diretto con l'allestimento della riforma sanitaria in sede legislativa regionale, in un contesto temporale molto significativo.

Prima di questa esperienza avevano operato nella Giunta Zanoni in Comune, in cui si era distinto il contributo dell'assessore alla Sanità Felice Majori (mentre per la medesima materia si era distinto in Provincia il dott. Massimo Parlato).

Queste considerazioni a valere per l'accreditamento del contributo delle lettere che riceviamo.

Quanto alla progressione dell'iniziativa del Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale ci pervengono lusinghiere notizie (nonostante la pausa feriale) e nonostante che la "ditta" (ufficiale) continui a fare il pesce in barile. La raccolta firme ieri ha superato 1000. Richiesti informalmente di un parere, abbiamo informalmente accomandato di non accreditare il Direttore dell'ASST. Ma di puntare subito ad un tavolo istituzionale con i Consiglieri Regionali (Piloni, in particolare), i Sindaci dei tre Comuni capo-comprensorio, la Provincia. E' questa la strada giusta per incanalare la testimonianza e la denuncia verso “tavoli” e risultati concreti. Avvertiamo che nel PD c'è, ancorché non ufficializzata, un'area critica nei confronti di questa inopinata scelta "trasversale". Bisogna pigiare l'acceleratore della campagna di divulgazione, denuncia, mobilitazione. Con un modesto risultato di adesioni e di risultati politici ci giochiamo l'osso del collo. Alle 1000 firme No ospedale aggiungine altre 1000 No biometano e altre 1000 contro il mostro edilizio di via Giordano. Si può essere (o pensare di essere) sinistra riformista di governance.  Ma così, lontani dalla costituency idealistica e morale, non si è classe dirigente. Soprattutto, portatrice delle aspettative degli ultimi della fila sociale.

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