Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo le considerazioni di Virginio Venturelli e, a seguire, quelle di Sandro Gaboardi sul tema dei migranti.
Le migrazioni sono l'effetto e non la causa dello squilibrio demografico, economico ed ambientale, del mondo.
Per affrontarle seriamente, non esistono soluzioni facili, ma solo interventi coordinati e politiche mirate, di medio e lungo periodo.
Questa necessità vale soprattutto per l'Italia, geograficamente esposta alle migrazioni, cosi come per l'Europa, alle prese con migranti regolari (con il permesso dei singoli Stati), con profughi (richiedenti asilo in base alle disposizioni di ciascun Paese) con irregolari (da rimpatriare in quanto illegali).
Ne consegue che i respingimenti, senza verificare la natura dei migranti, sono illegittimi.
Illegale è altresì la permanenza in un singolo Stato, da parte di chi non ha i requisiti legislativi per poterci restare.
Il rimpatrio, spesso è problematico per l'impossibilità o la mancanza di disponibilità a ricevere il rientro, da parte dei paesi d'origine.
L'Italia ha concordato, con i Governi locali, un controllo sulle partenze dalle coste libiche tutt'altro che soddisfacente, visto il caos esistente in Libia.
A chi sovente lo scorda, la salvezza delle vite umane, la cura e l'assistenza dei migranti sono previste dall'articolo 10 della nostra Carta costituzionale
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
Dai sommari accenni sopra richiamati, la situazione è oggettivamente molto controversa e ben riassunta dai risultati di una inchiesta, tra cittadini europei, basata sulle risposte a tre semplici domande
Volete vivere in un Paese di vecchi? No.
Programmate di avere più figli? No.
Volete più immigrati? No.
Le sconcertanti risposte rispecchiano la mancanza di una visione politica comune, di un diffuso un egoismo sociale che scarica sugli altri il peso e la responsabilità dei respingimenti, delle accoglienze e delle integrazioni.
I tre no, tutti insieme, non sono possibili nè perseguibili, certamente in Italia, ove le proiezioni sui prossimi 15 anni indicano che avremo 3 milioni di persone in meno in età di lavoro.
A fronte di questi scenari, non più rinviabili diventano l'approvazione di una decisiva riforma favorente la natalità, (al di la dei bonus), cosi come l'attuazione di programmi di formazione dei migranti, indispensabili per il loro inserimento nel nostro sistema produttivo.
Limitarsi a strumentalizzare l'inarrestabile fenomeno della immigrazione, per tornaconti puramente elettorali, ha come conseguenza solo il graduale declino demografico ed economico dell'Italia.
Alle considerazioni finora svolte, meritano di essere tenute presenti anche le due elaborazioni, di seguito riassunte.
La prima evidenzia il numero delle richieste di asilo, 675.670, presentate nell'Unione Europea nel 2019.
Di queste 35.000, pari al 5% del totale, risultano registrate in Italia
La seconda, riporta il rapporto tra il numero di rifugiati e la popolazione residente delle singole nazioni. Il dato italiano risulta pari a 3,4 ogni 1.000 abitanti, assai lontano da quello dei Paesi europei più impegnati sul tema
Nel loro insieme le cifre richiamate, sgonfiano sensibilmente i numeri che vengono citati a proposito degli sbarchi e delle redistribuzioni.
A scanso di equivoci, non si vuole minimamente assolvere i piani ed i ritardi della Comunità europea, ma semplicemente sollecitarne un radicale cambio di passo e strategia.
Per farlo rapidamente e costruttivamente è necessario che tutti, onestamente, abbiano consapevolezza dei problemi, della realtà e dei fatti, specialmente quanto sono diversi dalle percezioni.
Più che di provvedimenti populistici, vanno adottate forme di integrazione approfondite e lungimiranti, tese per esempio:
- al superamento delle assurde assegnazioni alla cieca delle responsabilità di accoglienza, slegate dai legami di parentela esistenti.
- all'inasprimento delle penalizzazione da comminare nei confronti dei Governi indisponibili ad accogliere i migranti, né a partecipare al finanziamento dei loro rimpatri.
- ad evitare di sovraccaricare il canale dell'asilo politico, con richiedenti di dubbie motivazioni, vanno rilanciate delle caute e programmata riapertura di flussi immigratori di ingresso, specificatamente per motivi di lavoro.
- al contrasto dello sfruttamento da parte dei trafficanti, di esseri umani deboli, attraverso corridoi umanitari dignitosi e trasparenti.
Il burocratico ed idealmente sbiadito PSE, con i socialisti italiani, sbaglia profondamente a non assumere un ruolo determinato e determinante su questi argomenti.
Virginio Venturelli
Caro Virginio,
sono totalmente d'accordo con te sul problema dei migranti. Prendendo una posizione chiara e pubblica si spiazzerebbe sia la destra che la sinistra del PD e in particolare Conte che continua a presentarsi come il difensore degli interessi italiani sul tema dei migranti scaricando le responsabilità sull'Europa.
In realtà l'errore è stato nostro (ovvero del Governo Conte-Salvini) che abbiamo voluto cancellare l'operazione Mare Nostrum. Ora i migranti muoiono più di prima, le notizie non ci arrivano perché sono i libici che controllano il mare usando le motovedette regalate dall'Italia e sequestrano i nostri pescherecci.
Spesso su queste navi ci sono militari Turchi.
Abbiamo ceduto il controllo del Mediterraneo ai Turchi e si sono inseriti anche i Russi che stanno costruendo una base in Siria.
Il fatto che la pandemia non rallenti le migrazioni fa capire abbastanza bene che il fenomeno non è arrestabile.
Accogliamoli, inquadriamoli e addestriamoli. Brutte parole le ultime due, ma non si governa una moltitudine di persone che si esprime in lingue diverse, ha credi religiosi diversi e contrastanti, usi e costumi che spesso non sono conciliabili con la nostra cultura.
Quindi alfabetizzazione, addestramento professionale, inculturazione. Accoglierli non significa adeguarsi a usi e costumi non conciliabili con le nostre leggi. Compito costoso per noi ma sempre meno costoso che la riparazione dei danni sociali che il disordine, l'emarginazione, creano. Successivamente potranno prendere, se credono, anche la via di altre nazioni che, sono certo li accoglieranno.
I finanziamenti per tutto questo arriveranno anche dall'Europa, anziché le multe (che nessuno paga) e le minacce di sanzioni che nessuno attua.
D'altro canto, perché dovrebbero accogliere parte dei migranti che arrivano quando hanno quote nazionali più alte delle nostre.
Il problema dei socialisti e la nostra timidezza e la scarsa presenza sul territorio e sui mezzi di comunicazione.
A Crema si potrebbe fare un bel volantinaggio al mercato con una sintesi delle posizioni sul tema dei migranti.
Ma chi ci va?
L'ultima volta che abbiamo tentato la lista socialista con un nostro candidato eravamo Lunghi Orlando ed io a girare la città e i Paesi.
Oggi non so se ci saremo nemmeno noi due, a meno che non ti metti tu alla testa e allora forse una decina ci saremo a fare il banchetto.
Vogliamo provarci?
Sandro Gaboardi