Gli anarchici interventisti
Il 7 giugno 1914 un comizio antimilitarista, convocato provocatoriamente contro monarchici e liberali ad Ancona nel giorno anniversario dello Statuto Albertino; comizio teso ad abolire le “Compagnie di Disciplina dell'esercito”, fu il preliminare dell'insurrezione rivoluzionaria passata alla storia come “la Settimana Rossa”.
Il comizio era stato indetto a favore di due militari di leva: Augusto Masetti ed Antonio Moroni. Il primo di questi, Masetti, era stato rinchiuso come pazzo nel manicomio criminale per aver sparato al suo colonnello prima di partire per la guerra italo-turca del 1911. L'altro, Moroni, era stato inviato in una “Compagnia di disciplina”, a San Leo di Romagna, a motivo delle sue simpatie anarchiche.
Alla presenza di seicento persone, parlarono ad Ancona il segretario della Camera del lavoro, il repubblicano Pietro Nenni, Errico Malatesta per gli anarchici e Mannelli per i giovani repubblicani. La dimostrazione antimilitarista provocò duri interventi della polizia che lasciarono tre morti sul selciato, due repubblicani ed un anarchico.
Da qui ebbe inizio un moto insurrezionale che durò fino al 14 giugno e che dilagò per tutte le Marche, la Romagna e la Toscana. Fu quello il momento di massima unità di tutta l'estrema sinistra italiana antimilitarista. Di lì a non molto, l'attentato di Sarajevo avrebbe dato vita all'inizio di un ribaltamento generale delle varie posizioni politiche.
L'attentato, come si sa, fu determinato dal complotto di estremisti bosniaci che fornirono la pistola allo studente che uccise il 28 giugno 1914 l'arciduca ereditario d'Austria Francesco Ferdinando e sua moglie, in visita alla capitale dello stato slavo annesso alla corona asburgica dal 1908. Questo assassinio politico ebbe l'effetto di una scintilla in una polveriera, quale era appunto l'Europa del tempo.
[leggi tutto]