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Lettera Aperta al Presidente della Repubblica Italiana 

Di Paola Tacchini

  20/05/2021

Di Redazione

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Tra pochi giorni il Presidente Mattarella sarà a Cremona per un omaggio ad una città “martire” della pandemia. Un gesto questo apprezzabile per un territorio che “ha dato molto” al Grande Moloch virale. Ma, soprattutto, presumiamo, per conferire un grande significato simbolico (a beneficio della città ma erga omnes) al valore dell'istituzione del campus universitario di S. Monica. 

Di cui vanno apprezzati la lungimiranza strategica (per una città priva di verve progettuale e, soprattutto, di risorse da investire) e l'afflato comunitario, sotteso al reperimento delle relative risorse. 

Un afflato che, tanto essere chiari, non deve asfaltare qualsiasi primario interesse comunitario su un terreno di scambio. 

La comunità civile ha testimoniato (probabilmente per effetto indotto dalla tiepidezza della classe dirigente) con molto parsimonia la denuncia nei confronti delle cause concorrenti alla debacle pandemica. 

Ci appare giusto che le voci libere della comunità facciano conoscere, in occasione della visita presidenziale, il sentiment popolare in termine di lettura (non manipolata) delle cause e di domanda di radicale rimodulazione dei servizi sanitari. 

Per evitare reticenze, aggiungeremmo che sarebbe bene che il Presidente avvertisse l'iniquità della periferizzazione/marginalizzazione di Cremona e del territorio provinciale rispetto alle strategie di ripartizione delle risorse e dei progetti di sviluppo della Lombardia. 

Se dobbiamo (come vogliamo) essere sinceri, ci pare in qualche modo inappropriato che questo apprezzabile contributo di esternazione di elementi critici che gravano sul territorio si situasse (a beneficio di campagne mediatiche di parte) sopra le righe. Non v'è chi non veda l'implicita controindicazione di mettere sotto accusa l'industriale artefice della realizzazione del polo universitario nel momento in cui consegna la simbolicamente al patrimonio cremonese e italiano. 

Cionondimeno, in coerenza col nostro profilo editoriale, diamo conto della conferenza stampa svoltasi stamattina presso la pagoda di Piazza Roma, organizzata da Medicina Democratica, Legambiente, ISDE. 

Di cui è stato perno centrale il contributo di Paola Tacchini, che nei giorni scorsi si era distinta nel flash mob di denuncia durante la visita del governatore lombardo al vax hub della Fiera. 

Tacchini ha concentrato la sua relazione sul contenuto della lettera aperta al Presidente Mattarella. 

Che pubblichiamo integralmente. 

Nei giorni prossimi sull'argomento in generale dell'ambiente e su questo pronunciamento interverremo più dettagliatamente, aprendo un forum tra tutti coloro che desiderassero intervenire. 

Lettera Aperta 

al Presidente della Repubblica Italiana 

Illustrissimo Sergio Mattarella 

Gentile Signor Presidente, sono Paola Tacchini, classe '63; mi rivolgo a lei, innanzitutto come cittadina Italiana. Ho vissuto a Napoli, Cagliari e Genova, sono cresciuta con uno zio Colonnello della Folgore di Livorno che mi ha trasmesso il valore della Patria, il desiderio di giustizia, la ricerca della legalità. 

Sono venuta a vivere a Cremona per seguire mio marito, medico ospedaliero e chirurgo in questa città. Ho due figli adulti. Sono anche una attivista per il mio territorio, nella parrocchia e nel sociale. Nel 2017 ho subito un intervento chirurgico per un Carcinoma Insitu con parziale asportazione, ad oggi sto bene, ma ho cominciato a farmi delle domande, visto il numero davvero alto di patologie riscontrate nel nostro territorio. Non desidero annoiarla con tecnicismi, io stessa ne ho assimilati solo una minima parte, ma informandomi e confrontandomi, non posso far altro che lanciare un segnale di allarme. 

Cremona è situata in una conca, al centro della pianura Padana, siamo circondati da un gigantesco polo siderurgico a ovest, un inceneritore obsoleto e una centrale a biomasse a est, a sud una raffineria da pochi anni chiusa per aver creato danni ambientali alle falde acquifere, un polo crematorio a nord, tutto questo nell'ambito comunale. In provincia ci sono circa 200 altre centrali a Biomasse, allevamenti intensivi tale da raggiungere più di 660.000 capi di suini e oltre il milione tra bovini e avicoli (gli abitanti dell'intera provincia sono circa 300.000 per avere idea del rapporto).  

Come se non bastasse, negli ultimi anni sono state convertite diverse aree verdi da agricolo a commerciale, aprendo un numero spropositato di iper mercati e mega store. Molti capannoni restano dismessi e lasciati deperire, mentre si continua a cementificare spazi verdi e campi coltivati.  

La qualità dell'aria è pessima, particolati fini provocano aumenti oltre la media nazionale di tumori, malattie respiratorie, leucemie, danni neurologici. Stiamo letteralmente soffocando senza che nessuno ci tuteli. Né la regione, né la provincia, né il comune. Anche durante la pandemia, la percentuale di malati e deceduti nella nostra provincia è stata più alta, in base alla densità di popolazione, rispetto al resto della Lombardia.  

Desidero fare da portavoce a tanti cittadini che come me sono sempre vissuti onestamente, rispettando le regole, cercando di dare una mano a chi ne ha bisogno, comprando le case con sacrificio, facendo studiare i nostri figli sperando di non vederli andar via, ma visto ciò che li aspetta in questo territorio, con il cuore di madre, gli auguro di trovare la loro strada in un posto più salutare. 

Ci siamo trovati l'unico ospedale pubblico cremonese, destinato per volontà regionale ad Hub Covid, lasciando senza possibilità di cura e di prevenzione moltissimi cittadini per oltre un anno. 

Ci siamo trovati un terreno demaniale a 100 metri dalle nostre case, trasformato dall'oggi al domani (non sappiamo ancora con il permesso di quale ente competente) in un deposito di scarti ferrosi, ingannevolmente chiamato “Parco” rottami. 

Ci siamo trovati tagliate all'alba, all'insaputa di tutti, piante secolari che avevano una valenza storica per le nostre frazioni e per noi abitanti. 

Recentemente c'è stato un tentativo di trasformare ettari di campi coltivati in aree per pannelli fotovoltaici, momentaneamente in studio di fattibilità.  

Mai una volta che si parli ai cittadini di cosa comportano certe scelte amministrative. Lavoro, salute e ambiente devono essere tenuti in equilibrio se si vuole una qualità di vita decente. 

Qui a Cremona non è più così da troppo tempo, si ammalano anche le persone giovani, un recente studio epidemiologico lo dimostra. 

Desideriamo che lei sappia tutto questo, estendiamo anche a lei la nostra richiesta di aiuto, ci abbiamo provato in ogni direzione, ma pochissimi ci hanno ascoltato.  

Confidiamo in lei. 

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