La Comunità Territoriale Socialista, in spirito condivisivo con l'orientamento generale del PSI in materia referendaria (“Giustizia giusta” e eutanasia legale), aveva aderito in sede locale ai due “tavoli”.
Ma, ahinoi, per quante le materie fossero tecnicamente separate ancorché ascrivibili ad una medesima matrice culturale ed ideale, i tavoli sono partiti separati e separati arrischiano, con negativo indotto di immagine e di praticità operativa, di restare.
Sul che torneremo nelle conclusioni.
Intanto va ribadito un giudizio di vasta insoddisfazione della piega assunta in sede governativa per quanto si riferisce all'allestimento della riforma della giustizia penale.
La ministro Guardasigilli, verso cui va la nostra ampia stima, valuta l'accordo un traguardo importante, se lo si considera un tema molto divisivo
Molti invece lo valutano un placebo, ben lontano dall'obiettivo di incardinare la piena attuazione di un principio costituzionale e di civiltà giuridica.
Noi tra questi. Abbiamo scritto e ribadiamo che la situazione dell'esercizio giurisdizionale in Italia è talmente pregiudicata che qualsiasi tentativo di porvi rimedio non possa prescindere da una più vasta riforma. Capace di coinvolgere, innanzitutto, la riforma del CSM e la separazione delle carriere dei magistrati.
In tal senso, di fronte alla neghittosità di un ampio schieramento impermeabile a tale più vasta riforma, non si intravvede percorso alternativo al referendum.
Una vasta ed incisiva riforma in una materia così delicata e prioritaria per il modello liberaldemocratico presupporrebbe un coinvolgimento trasversale di culture e testimonianze politiche.
Tale dichiarazione vale a sbarazzarci dall'inizio di una nostra propensione a praticare l'ostracismo.
La “giustizia giusta” costituisce un traguardo per una visione inclusiva, come è o dovrebbe essere la Carta Costituzionale.
Per essere franchi, imbarazza non poco che ai nastri di partenza per la raccolta delle firme atte alla presentazione della proposta ci sia (e in posizione di rilevante importanza) la Lega.
Espressione italiana di un aggregato europeo, prevalentemente formato da movimenti e paesi ex comunisti professanti un inedito modello di “democrazia illiberale”. In cui sono state gradualmente limitate le libertà collettive e personali ed in cui sono stati soggiogati l'informazione ed i poteri che, come la giustizia, sono nelle democrazie classiche muniti di prerogative di indipendenza.
La Lega del “capitano” non è da tempo quella, un po' sbruffona ma di attendibile fede democratica, di Bossi, che celebrava la Liberazione. Il percorso di Salvini, su questo terreno, si è rivelato decisamente poco lineare e rassicurante. Il supporto della “bestia”, l'algoritmo suscettibile di orientare di una propaganda onnivora di consensi ha dilatato gli approcci e le contiguità, internazionali e nazionali, oltre i limiti del sicuro insediamento democratico. Per anni, oltre alla fascistoide Le Pen, la Lega Salvini (non più Lombarda) non ha disdegnato la contaminazione (sottobanco e/o palese con Casa Pound e altri movimenti più o meno nazistoidi).
Che anche a un movimento di questo tipo vada bene una “giustizia giusta” non getta scandalo. Ciò che non possiamo accettare, pur condividendo lo spirito degli altri partners referendari di ispirazione riformista e laica, una sinergia non giustificata dai richiami ideali.
Per dirla in breve, la raccolta delle firme con Salvini non rientra nelle nostre pur ampie vedute.
In proposito Maria Rita Balsamo, nostra compagna e carissima amica, in piena sintonia con gli ambienti socialisti cremonesi, ci ha scritto
Mi dispiace disertare, ma solo il pensiero di avvicinarmi ai gazebo dove ci sono i salviniani mi provoca "conati". Ha ragione Clara, i salviniani sono solo alla ricerca di far propri valori e ideali "alti" che la loro rozzezza non saprebbe mai concepire!! E noi li aiutiamo ad aumentare il consenso!! Non sono partner leali!! Per questo motivo non andrò a firmare.
Nel frattempo i compagni Radicali (del Partito Transnazionale), presumibilmente interessati a non perdere contatto con il loro naturale retroterra ideale, hanno comunicato la volontà di sdoppiare “le piazze” dei gazebo di raccolta delle firme.
Tale premessa ha consentito a nostri associati di apporre la loro firma al gazebo installato stamane in Piazza Cavour lato Spazio Comune. In presenza di Sergio Denti, coordinatore cittadino della Comunità Socialista.
Con questa notizia intendiamo rassicurare i nostri referenti, tra cui Rita e le altre e gli altri compagni.
E, in conclusione, per evitare l'accusa di visioni separatiste, avanziamo una proposta unificatrice dei tavoli di raccolta firme.
l referendum costituiscono valore aggiunto della partecipazione. Non vanno affrontati in cagnesco. Come fanno i due tronconi radicali l'un contro l'altro incompatibili.
Testimoni, a parte sfumature, della stessa tradizione laica, uniscano attorno allo stesso tavolo la raccolta delle firme per entrambi i referendum.
Ne trarrebbero vantaggio sia una più netta percezione del ruolo di traino dei movimenti riformisti sia un'ottimizzazione dell'impiego degli sforzi organizzativi.
Questa è una proposta ispirata da impulsi ideali e da buon senso. Poi, videant consules…