Riceviamo (anche perché in qualche modo abbiamo garbatamente solleticato) e di buon grado, anzi molto di buon grado, pubblicato i numerosi contributi che interloquiscono con i precedenti pannel del Forum. La cui provenienza, essendo trasversale e non lontanamente identificabile (se non quella di Sinistra Italiana) con “brands” partitici, dice molto oltre le nostre aspettative dell'esistenza inespressa di un confronto sullo stato dell'arte e sulle prospettive di quella che un tempo, lato sensu, si chiamava “sinistra”.
Nel corso delle ultime due settimane abbiamo incrociato due eventi (sia pure di rango diversificato) che in qualche modo hanno innescato l'impulso all'approfondimento ed al confronto. Uno, di rating generale, riguardava l'anniversario di Hammamet, con l'ovvio, non imprevedibile indotto di testimonianze, in larga parte provenienti (anche se generalmente divaricanti nelle aspettative di ricadute individuali), intervento dei “colonnelli del nuovo corso craxiano”. Curiosamente, per quanto intercettato dalle aspettative trickle down degli editori e soprattutto degli autori (non disinteressati più che ad un cospicuo gettito di diritti, ad un ritorno sotto i riflettori) l'incrocio delle ricorrenze, apparentemente disgiunte, ha attivato un'attenzione sinergica.
Cadeva, infatti, nelle settimane scorse, il 35° della “Bolognina”, ricorrenza su cui è intervenuto per una rivisitazione, colma di un irrefrenabile desiderio di “ritoccare” più che i fatti attinenti al revolving relativo alla chiusura della “ditta” (con sede alle Botteghe Oscure) l'interpretazione postuma di un percorso, come hanno dimostrato gli snodi del trentennio successivo, senza capo né coda. Questo epilogo fu addirittura vaticinato in diretta dal nostro storico predecessore e maestro Emilio Zanoni. In uno dei suoi ultimi, magistrali editoriali, scritti per la testata cui dedicò quasi un'intera esistenza dedicata alla testimonianza civile.
In regime di par condicio, daremo la parola, deducendola dalle dichiarazioni a stampa dedicata all'autopromozione del proprio lavoro editoriale, all'artefice della Bolognina.
Dopo di che questo editing incorporerà una parte dei numerosi scritti pervenuti dai lettori che si sono applicati agli aspetti più localizzati del confronto, in qualche modo, come avevamo anticipato nel numero precedente, attivato, si parva licet, dall'assaggio del testimone al vertice della Federazione locale del PD.
"C'era una Svolta, è ora di farne un'altra" è lo speech del revenant Occhetto, l'artefice della "Bolognina", l'iconica allocation culla del cambio di fase, restata nel limbo delle interessate suggestioni lessicali e mai approdata a nulla di concreto in termini di revisione di linea. Non si sa se più per atavico ripudio del "contrordine compagni", in una "ditta" sempre restia a mettere in discussione i dogmi propri, ovvero per incapacità a destreggiarsi in un contesto che, con il crollo del muro, sfilava la rendita di posizione dell'ideologismo rivoluzionario e dell'affratellamento del prevalent partito.
Ho cercato di portare a termine tutte le innovazioni del PCI, non facendo un'autocritica sul complesso della nostra storia, ma facendola poi anche. Perché (udite udite!) noi siamo estranei ai delitti che sono stati compiuti nell'URSS, ma non siamo stati fino in fondo innocenti...e però abbiamo seguito un percorso profondamente diverso, l'idea di società, di partito, di Stato che avevamo era profondamente contraria a quella delle Repubbliche Popolari. Per il PCI la costituzione italiana era il programma fondamentale da realizzare. Questa è la diversità che dovevamo avere la forza di giocare fino in fondo, in avanti. Purtroppo, le divisioni, le interpretazioni hanno bagnato in parte le ali di questo progetto.
Altra cosa è che il PD non può essere considerato erede diretto del PCI. Ma la confluenza di diverse storie. Una fusione a freddo di apparati. Sarebbe interessante sapere dal protagonista della Bolognina, scaturigine del solo cambio di nome, se avesse immaginato anche un approdo alla cultura politica del socialismo. L'unica opzione mai lontanamente considerata nel pacchetto teorico dei ricollocamenti. La "ditta" sarebbe entrata nell'Internazionale Socialista senza l'abiura della precedente militanza nel Comintern e nel Cominform e successivamente nel PSE, a condizione che si chiamasse Partito socialista e democratico.
ECO-Confronti
Lavorare per formare un'unione di Partiti di sinistra
Ho letto con interesse su Eco del popolo La sinistra e la questione socialista/45, gli editoriali con argomentazioni precise e documentate le approvo e condivido pienamente. Tuttavia penso ai ragazzi di oggi che, a differenza del nostro passato in cui si affermava la propria identità, vivono in cerca di appartenenze passeggere, come case mobili in cui abitare per un po'. I Padroni della Terra hanno globalizzato una generazione e mentre i Governi si affannano a trovare programmi politici e propagandistici per coinvolgerli in una vita sociale, civica e condivisa i giovani li guardano con un sorriso beffardo intriso di indifferenza. È per questo che Meloni sostiene il Fronte della Gioventù ed aspira a formare un grande Partito conservatore, governare a lungo per trasformare l'Italia. Vuole costruire una nuova egemonia culturale ed imporre una nuova visione del Mondo. Paradossalmente Antonio Gramsci, nel suo pensiero filosofico comunista, legittimava attraverso la cultura una visione del Potere atta ad assicurarsi il consenso dei cittadini. Oggi la Memoria storica viene smontata, semplificata, piegata ad adattarsi alle esigenze del presente. La Sinistra italiana, troppo radicale, si è bloccata su ideali validi, ma gli Italiani non li ritengono primari. I bisogni dei cittadini sono reali (sanità pubblica, lavoro, istruzione, sicurezza) non trovando soluzione ai loro problemi sono delusi o peggio coltivano una falsa speranza di un futuro migliore millantato da una forte propaganda di destra. Per questo sostengo che si deve lavorare per formare un'unione di Partiti di sinistra che convergano su progetti riformisti lib Lab.
C.L., 9 febbraio 2025, Vicenza
Siamo in piena restaurazione conservatrice…
A parte che trovo molto claudicante il baricentro della rivisitazione delle ultime settimane, non riscontro tracce di sforzo a mettere sotto il riflettore i segmenti del nuovo corso riformista di 40 anni fa, ai fini della riproposizione nei contesti attuali. Erano assolutamente innovativi, ma in contesti "accoglienti". Della stagione generalmente ispirata dall'evoluzione del modello liberaldemocratico. Oggi siamo in piena restaurazione conservatrice. E su questo il pensiero craxiano, specie nella versione apologetica, fa fatica ad essere calzante (come vorrebbero gli inguaribili affetti di nostalgismo, non sempre disinteressato). Evocare il "ha da venì Bettino" non porta da nessuna parte. La vedo come un'operazione "abbracciamoci" per rialzarci in piedi. In cui gli ex "colonnelli" (principali responsabili del disastro di 30 anni fa) sono alla ricerca di ruoli. Avrai notato, caro Eco, che nessuno parla (come invece facciamo noi) di costituente socialista e riformista (che, per ragioni di pudore, esigerebbe l'azzeramento la nomenklatura del Psi). Martelli parla da ex "delfino" o da coniugato di una giovane parlamentare dem?
Arnaldo Zangrandi, 6 febbraio 2025, Cremona
Un enorme macigno è su tutti noi
In merito al nuovo segretario del PD, condivido l'analisi breve e chiara di Antonio Grassi fatta su CremonaSera e invito i socialisti a non cadere nelle paginate di bei propositi e auspici che il PD da anni a Cremona scrive, ma di arrivare al sodo. Guarda un po' cosa si farà sulla via Mantova … (90mila mq di capannoni su un terreno cementificato di 300mila mq “polo logistico”? Ha perfettamente ragione un ex lavoratore di AEM) vedi lettera al direttore sulla provincia (forse utile per tutti da far girare per vedere la coerenza del PD) dove dice che c'era un progetto, me lo ricordo benissimo, di AEM per fare un medio-piccolo centro di scambio alla porta di Cremona, in via Mantova, dove i grossi tir di trasporto merce avrebbero dovuto scambiare i loro carichi su mezzi più piccoli e meno inquinanti per entrare in città. L'attuale previsto centro di "logistica" è solo un nodo di passaggio che causerà solo disagi e inquinamento e non porterà benefici a Cremona. Per quanto ci riguarda, mi sembra che il nuovo segretario non cambi affatto la decisione del partito di fare un "accordo di scambio", autostrada CR-MN e nuovo Ospedale con la destra locale e regionale. Quindi sono solo parole e anche parole contraddittorie nello stesso suo intervento di presentazione del suo mandato. Non mai fatto politica attiva… se non dedicandomi a settori particolari che pensavo di conoscere e quindi di poter "modificare" o se vuoi "rivoluzionare"... ma mi sembra che un enorme macigno è su tutti noi e che ci vincola al terreno senza permetterci di alzare la testa.
Enrico Gnocchi, 10 febbraio 2025, Cremona.
Chiosa
Il nostro lettore, che è anche il Coordinatore del Movimento per la Riqualificazione dell'Ospedale e che con questo suo apprezzabile riscontro ci onora in termini di attenzione nei confronti della nostra mission editoriale, inserisce, in una libera e rispettosa riflessione politica di carattere generale, anche alcuni spunti tematici. Che pur rientrando perfettamente nella critica al modo di fare della governance territoriale, in capo al ruolo preponderante del PD, snocciola una serie di rilievi critici, su cui, assicuriamo!, apriremo un editing pluritematico.
Caro Eco, ho appena letto Eco Bacheca di ieri, che ha ripubblicato la cronaca del Congresso di trent'anni fa della Federazione laburista. Sempre interessante Valdo Spini. Nel suo racconto ho trovato passaggi che non conoscevo. Grazie.
Purtroppo la considerazione che faccio, dopo aver riflettuto sul poderoso lavoro fatto dai Laburisti italiani (lo dico senza ironia) è che la rinascita di un'area socialista è possibile solo con la ripresa di un partito socialista autonomo, piccolo, ma con idee e un obbiettivo: aggregare sulle idee.
Sandro Gaboardi, 10 febbraio 2025, Crema.
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Lunedì 24 febbraio alle ore 17,30 a Milano presso il Circolo De Amicis, via De Amicis 17 un incontro per parlare di economia. Cosa è successo e cosa potrebbe succedere alla nostra economia. Cerchiamo di capirlo e iniziamo a discuterne, per una politica più consapevole. Un incontro che può interessare tutti. Ci farebbe piacere averti con noi.