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La sinistra e la questione socialista /17

  27/01/2023

Di Redazione

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Continua, con un'avvertenza rivolta ai nostri lettori (siano essi socialisti o non), la rubrica L'Eco confronti. Che ha finito per, almeno parzialmente, deragliare sul terreno sdrucciolevole e, diciamolo pure, poco gratificante, del confronto “militante” (o, se volete, nella versione più benevola, paramilitante).

La rubrica era stata immaginata e progettata come opportunità di analisi e di confronto, all'insegna dell'orizzontalità e della libertà di discussione, sul deragliamento in generale della politica lato sensu e del segmento che ne è più afflitto (vale a dire la sinistra).

Quanto tale intendimento sia stato corrisposto dai fatti lo si può rilevare da un certo afflusso di contributi (liberi). Su tale terreno proseguiremo; però, avvertendo attorno a due opzioni. La prima riguarda il fatto che dovremmo innescare qualche retrorazzo di salvaguardia nei confronti di un'eventuale tendenza a trasformare il forum in un bollettino parrocchiale. La seconda attiene all'intento di ristabilire per intero la mission editoriale della testata bissolatiana nel terzo millennio (quest'anno il 134° dalla fondazione); che era ed è tipicamente strumento di approfondimento storico, culturale e, a seguire nell'ordine, di cultura politica.

Al menage introdotto dalla quotidianità, che in qualche misura ha forzato un po' la mano, introdurremo una significativa correzione. Minori uscite, ma uscite prevalentemente vocate.

Ovviamente, questa rubrica continuerà, ma in una dimensione più aderente al progetto.

Indubbiamente, appare consona la scelta editoriale di replicare, in attesa che le testate “sorelle” trovino il modo per mettere a punto percorsi di convergenza (anche dal punto di vista delle modalità di accesso integrato), su Eco i contributi, apparsi su testate correlate, incanalati nella medesima visione.

Lo facciamo da tempo, beneficiando della generosa autorizzazione di Mauro Del Bue (in passato direttore dell'avantionline, oggi responsabile del blog dell'Associazione Socialista Liberale e da poco direttore di La Giustizia), dell'amico editorialista Domenico Cacopardo e della direzione dell'Avanti! (edizione di Milano).

Continueremo fin tanto esisteranno le condizioni; perché quanto replichiamo dalle testate correlate è veramente di una qualità difficilmente riscontrabile nel panorama editoriale dedicato all'approfondimento delle questioni politiche, con particolare riferimento, appunto, a La sinistra e la questione socialista. Vien da interrogarsi attorno alle ragioni per cui, se la cultura politica di provenienza è la stessa e la finalizzazione molto affine, non si sia messa a punto (anziché guardarsi in cagnesco, intentare controversie di legittimazione legale, contendersi lettori e “amici di…”, una onesta strategia di armonizzazione e di convergenza (similmente quanto fecero gli apostoli socialisti a fine Ottocento, partendo dalle testate a raggio locale).

Le scaturigini di quelle generose testimonianze ideali (e di lotta) sarebbero state la costituzione del Sindacato dei lavoratori (nel 2023 ricorre il 130° della costituzione della Camera del Lavoro di Cremona), il PSI, l'Avanti! (nel 1986).

A far da apripista sarebbero state le testate. Paradossalmente (ma non tanto!) nei presenti contesti manca tutto tranne che gli strumenti editoriali.

Ciò che, invece, manca drammaticamente è uno strumento associativo-organizzativo, capace di invertire gli effetti della “diaspora” e di dare un progetto resiliente alla teoria socialista. In modo che essa acquisisca le condizioni e gli accrediti per colmare il drammatico vuoto che pesa su tutto il modello politico e sulla rappresentanza delle ragioni civili, culturali e sociali. Che furono alla base della formazione di bacini del pensiero politico e dell'associazione alla vita pubblica, come si diceva un tempo, “delle masse”.

Oggi i termini sono un po' cambiati e le categorie, capaci di attivare una secolare mobilitazione di ceti popolari e di risorse morali ed intellettuali, vanno chiaramente riformulate, alla luce di una rigorosa rimodulazione dell'analisi e del progetto conseguente.

È quanto dovrebbero accingersi a fare i testimoni del ricco associazionismo socialista (prevalentemente vocato alla divulgazione storica del socialismo) e dei segmenti organizzativi scaturiti da una “diaspora”, che, iniziata trent'anni fa, sembra compiacere solo a se stessa.

Come scriviamo da anni(!), sarebbero abbondantemente maturati i tempi per, appunto, armonizzare lo sforzo di aggiornamento teorico, in vista di un progetto che fosse congruo alla consapevolezza di offrire alla sinistra riformista la capacità di rappresentare le istanze liberaldemocratiche e laburiste.

Di cui c'è tanto bisogno, si ripete, nell'interesse della buona salute del sistema liberaldemocratico.

Come sarà facile percepire, la sollecitudine che ci anima e ci indirizza non è esattamente quella della ratio militandi.

Hic manemus optime! Intendiamo riferirci alla condizione, in cui  noi e numerosi altri “compagni” (che non è una brutta parola)  professiamo questa testimonianza ideale.

Senza alcun bisogno di brand e, con tutto il rispetto, di feticci e nomenklature.

Basta ed avanza la Comunità Socialista, senza obbligo di tessera, o portatori di tessere che si ispirino alla sinistra riformista, liberalsocialista, laburista, laica e repubblicana. Ci intriga molto l'idea che l'Associazione Socialista Liberale recentemente fondata da Mauro del Bue, da Ugo Intini, Riccardo Nencini, Bobo Craxi, Oreste Pastorelli, ed altri possa diventare quel raccordo di idee che manca, almeno nello scenario socialista.

Rassegna della stampa correlata: Mauro Del Bue

Il Psi e il Terzo polo

La riforma dell'istituto della prescrizione crea un'obiettiva convergenza tra Terzo polo e Centro-destra. Si fondano sul garantismo (separazione delle carriere dei magistrati, fine della più assoluta discrezionalità dell'azione penale, riforma del carcere preventivo e dell'elezione del Csm) le intenzioni riformiste del ministro Nordio. I socialisti devono stare da questa parte. Sono ancora più convinto che sulle questioni essenziali le convergenze col Terzo polo sia sostanziale: sulla politica estera, sostegno alla resistenza ucraina, sulla politica economica, riforma del reddito di cittadinanza e ritorno al Rei di Gentiloni, sull'Europa, un obiettivo federalista, come rivendica anche Più Europa, sulla riforma presidenzialista dello stato, il primo che la propose fu Craxi, sulle grandi battaglie sui diritti civili e la laicità dello stato, che il governo Renzi e la sua maggioranza hanno avuto il merito di portare a fondo, e soprattutto sulla giustizia, io non vedo cosa impedisca di considerare questa l'area ove finalmente collocare i socialisti che soprattutto in questo luogo si potrebbero unificare partendo da collocazioni diverse se non opposte. Mi batto da anni per costruire una simile prospettiva. Da quando segnalai, assieme a Intini, la necessità politica di non votare la fiducia al Conte due, collocando i nostri due parlamentari nel blocco di Più Europa e della nascente Azione. Mi sono poi raccomandato di dare valore politico alla nascita del Gruppo Psi-Italia viva al Senato e ho pregato, supplicato il mio partito di non votare la fiducia al governo Conte messo in crisi da Renzi, lanciando noi stessi la proposta del governo Draghi. La mia coerenza non é discutibile. Tanto che, al congresso, il mio intervento fu ispirato da questi caposaldi, nel Psi il mio successore alla direzione dell'Avanti mi ha addossato la critica di voler progettare una prospettiva liberaldemocratica. E questa sarebbe solo in assenza di un apporto socialista perché, in caso contrario, si trasformerebbe in liberalsocialista. Oggi fa specie che dopo la batosta elettorale il mio partito insista, come se nulla fosse avvenuto, a sostenere la linea politica che l'ha visto soccombere e uscire dal Parlamento. Si tratta di un caso unico di mancata autocritica e di assenza di revisione politica dopo un disastro elettorale.

Presidenzialismo e riforma della giustizia

La Meloni lancia due grandi riforme: il presidenzialismo e la giustizia. Se fossi in Parlamento sarei all'opposizione, ma su queste due riforme presterei la massima attenzione, come del resto stanno facendo, dall'opposizione, Renzi e Calenda. Il presidenzialismo è solo una parola. Occorre precisare a quale modello ispirarsi: quello americano o il semipresidenzialismo alla francese? Oppure si tratta dell'elezione diretta del presidente del Consiglio, oggi praticata solo in Israele? Ad ogni modo è giusto riflettere su questo punto che lo stesso Craxi ebbe a porre per primo nell'ormai lontano 1979. Sul progetto di riforma della giustizia di Nordio c'è poco da discutere. È il nostro: separazione delle carriere, riforma dell'elezione del Csm  fine di un'obbligatorietà dell'azione penale trasformata in assoluta discrezionalità del singolo piemme, riforma dell'istituto del carcere preventivo. Le opposizioni su questo si divideranno: il Terzo polo e forse una parte del Pd favorevole, un'altra parte, la maggioranza del PD e i Cinque stelle contrarie. Noi, fuori dal Parlamento assieme ai compagni radicali, dobbiamo far sentire la nostra voce.

Cosa disse Craxi. Raccontato da Mauro Del Bue

Iscriviamo di diritto Bettino all'Associazione Socialista Liberale. “Leninismo e pluralismo sono termini antitetici. Se prevale il primo muore il secondo. La democrazia (liberale o socialista) presuppone l'esistenza di una pluralità di centri di potere (economici, politici, religiosi, etc.) in concorrenza fra di loro, la cui dialettica impedisce il formarsi di un potere assorbente e totalitario. Di qui la possibilità che la società civile abbia una certa autonomia rispetto allo Stato e che gli individui e i gruppi possano fruire di zone protette dall'ingerenza della burocrazia. La società pluralistica inoltre è una società laica nel senso che non c'è alcuna filosofia ufficiale di Stato, alcuna verità obbligatoria.

Nella società pluralistica la legge della concorrenza non opera solo nella sfera dell'economia, ma anche in quella politica e in quella delle idee. Il che presuppone che lo Stato è laico solo nella misura in cui non pretende di esercitare, oltre al monopolio della forza, anche il monopolio della gestione dell'economia e della produzione scientifica. In breve: l'essenza del pluralismo è l'assenza del monopolio. Tutto il contrario delle tendenze che si sono affermate nel sistema comunista.

I veri marxisti-leninisti non possono tollerare contropoteri, ideali comunitari diversi da quello collettivistico. Per questo essi sentono di avere il diritto-dovere di imporre il «socialismo scientifico» ai recalcitranti. Per questo Gramsci aveva teorizzato la figura del moderno Principe come «il solo regolatore» della vita umana. La meta finale è la società senza Stato, ma per giungervi occorre statizzare ogni cosa. Questo in sintesi è il grande paradosso del leninismo.

Ma come è mai possibile estrarre la libertà totale dal potere totale? Invece di potenziare la società contro lo Stato, si è reso onnipotente lo Stato con le conseguenze previste da tutti gli intellettuali della sinistra revisionistica che hanno visto nel monopolio delle risorse materiali e intellettuali la matrice dell'autoritarismo di Stato.

Pertanto se vogliamo procedere verso il pluralismo socialista, dobbiamo muoverci in direzione opposta a quella indicata dal leninismo: dobbiamo diffondere il più possibile il potere economico, politico e culturale. Il socialismo non coincide con lo statalismo.

Il socialismo, come ha ricordato Norberto Bobbio è la democrazia pienamente sviluppata, dunque è il superamento storico del pluralismo liberale e non già il suo annientamento. È la via per accrescere e non per ridurre i livelli di libertà e di benessere e di uguaglianza.

Bettino Craxi”

Forum dei lettori

La Comunità socialista provinciale ed il PSI cremonese

La Comunità socialista provinciale ed il PSI cremonese, rilevate le tensioni e le contraddizioni persistenti nei rapporti tra le forze politiche del centro sinistra, nonché nell'ambito delle organizzazioni facenti riferimento alla tradizione socialista, rinnovano l'urgenza di una svolta politica sui innovativa su tutti i temi riconducibili ad una maggiore giustizia sociale, sia nelle risoluzioni congressuali del Pd, che negli obiettivi degli Stati Generali del socialismo italiano, sollecitano la necessità di superare gli interessi di parte, i veti ed i personalismi, influenti l'insuccesso della coalizione guidata dal PD, alle recenti elezioni politiche, ma altresì infruttuosi per la lista Azione/Italia Viva, che pure ha mancato l'obiettivo di risultare determinante nella formazione del Governo, rilanciano, al riguardo, da tempo la condivisione di un progetto generale strategico liberal democratico, socialista e ambientalista, nonché alleanze coerenti, elettoralmente competitive e credibili, in ogni confronto politico – amministrativo, ribadiscono il loro disappunto per le divergenti soluzioni adottate in Lombardia, ove si sarebbe dovuto individuare, unitariamente, il candidato Presidente della Regione, tramite elezioni primarie di coalizione.

A seguito delle riassunte premesse, concordano responsabilmente, di sostenere l'alleanza stimata più prossima a concretizzare il sistema democratico e l'alternanza alla guida di un Ente, governato dal 1995, da esponenti del centro destra, convengono di votare, nell'interesse del territorio, per la lista provinciale Lombardia Democratica e Progressista (Pd, Art 1 e PSI), anche per esprimere la preferenza a favore di Matteo Piloni, perché possa continuare a rappresentare la realtà istituzionale, sociale ed economica del cremonese, in Consiglio Regionale.

Bandera Angelo – Bandera Renato - Bonali Silvano – Capretto Luciano - Gaboardi Alessandro – Gigliotti Alberto – Pesenti Pierluigi - Rossi Gianantonio – Venturelli Virginio

Educare al rispetto e alla lealtà

Buon pomeriggio caro direttore, mi compiaccio per aver contribuito al tuo Forum con le mie riflessioni. Sono dettate dal cuore e sono sempre sincere, ho la mia fede politica e sono pronta a confrontarmi con tutti è utile ascoltare le ragioni e i pensieri di chi è politicamente lontano da me. Viva la critica se è costruttiva e ti fa riflettere su un possibile miglioramento. I compagni socialisti radicati alla tessera di appartenenza e chiusi ad un cambiamento sono su una strada sbagliata. Non si tratta di chiudere con un passato glorioso ma proprio conservando principi di uguaglianza ed ideali civici di ieri iniziare un cammino riformista adatto all'oggi. I Media e l'opinione pubblica danno scarso rilievo alle problematiche, se pur gravi, del lavoro e della Politica di opposizione. Si parla di guerra in Ucraina, caro benzina e della cattura del mafioso Messina Denaro… Fai bene ad insistere a pubblicare su Ecodelpopolo le iniziative culturali, l'evento La Storia siamo noi del 27/1/2023 in occasione della Giornata della Memoria deve essere molto interessante. Ribadisco che la cultura deve essere alla base di qualsiasi associazionismo, educare al rispetto e alla lealtà porta ad una convivenza pubblica migliore.

C. L., Vicenza, 25 gennaio 2023.

Dall'archivio L'Eco Politica e Istituzioni

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