Come un fiume carsico ritorna in superficie per poi sparire una questione, che, invece, meriterebbe decisa e saggia determinazione da parte dell'amministrazione cittadina.
Si tratta, per farla sintetica, della riconversione di due asset patrimoniali che fino a qualche anno fa erano la location di due presidi pubblici importanti per Crema: la sede del Tribunale (venuta meno per effetto dell'assorbimento dell'attività giurisdizionale) ed il centro di incremento ippico, meglio conosciuto come Stalloni, da decenni uscito dall'interesse della Regione e totalmente dismesso.
Si tratta, come premesso, di due aliquote immobiliari importanti (ed appetibili, se si considerano sia la posizione centrale rispetto al contesto urbanistico sia l'imperativo di una loro ottimizzazione.
Visto che, da tempo, giacciono inutilizzati, deperiscono, richiedono improduttive spese di mantenimento. A petto dell'esigenza della amministrazione cittadina di razionalizzare alcune dislocazioni e della gestione ospedaliera di collocare alcuni propri servizi in accomodation più capienti.
Il consigliere del gruppo dem (ma socialista) Gianantonio Rossi ha da tempo immemorabile sottoposto all'attenzione dell'amministrazione di cui fa parte il progetto di un concambio dei due asset patrimoniali: gli ex Stalloni dalla Regione al Comune e l'ex Tribunale dal Comune alla Regione (che ne ricaverebbe cubature per razionalizzare vecchi e nuovi servizi ospedalieri).
Elementare, Watson! Talmente elementare che, al di là dei ghirigori politichesi, la Giunta di centro-sinistra caparbiamente privilegia la soluzione derivante dallo statu quo: ognuno si tiene i propri balocchi.
E, pazienza se la Regione, ammesso che lo voglia veramente, per ingrandire le strutture dell'Ospedale Maggiore dovrà pagare una pigione ad un locatore privato che sub-locherà (lucrandoci). Mentre ovviamente gli ex Stalloni resteranno improduttivi.
Il fastidio riservato dalla coalizione, alla guida della città, nei confronti dell'idea avanzata dal consigliere Rossi, ha toccato il suo apice nell'arrogante giudizio del Sindaco, sprezzantemente liquidatorio sulla ipotesi della permuta, definita una scelta del tutto “irresponsabile”.
Un insulto completamente immotivato che non ha minimamente scalfito, la fondatezza tecnica ed economica, delle nostre considerazioni.
Anzi, stimola la Comunità socialista cremasca, a richiamare i Gruppi consiliari alla coerenza con i rispettivi impegni elettorali, indistintamente tesi a “rifunzionalizzare” entrambi gli immobili in esame.
In questa ottica, il suggerimento di Rossi non stravolge per niente gli obiettivi generalmente condivisi, ma semplicemente indica la via maestra per raggiungerli in tempi certi ed in modo sinergico.
Rinunciataria e priva di convincenti vantaggi per gli enti pubblici, in questo senso, si rivela invece la scelta della Amministrazione Comunale, di concedere l'utilizzo della struttura dell'ex tribunale ad una società immobiliare, libera di sub-affittare i locali ad altri soggetti interessati allo svolgimento di servizi e prestazioni socio sanitarie.
Una decisione dalle prospettive assai incerte e vincolante per 40 anni il Comune di Crema, che sarebbe meglio evitare di convenire, quando fattibilmente si potrebbe cedere la proprietà dell'immobile citato (scambiandola con quella degli Stalloni ) alla Regione per la messa a disposizione della ASST, senza intermediazioni di sorta.
L'auspicio dei socialisti di Crema è che l'iniziativa di Rossi, approdi ad una rinnovata e più oculata interlocuzione tra i soggetti istituzionali coinvolti, ove chiaramente si prospetti all'ATS/ASST la possibilità di tendere all'azzeramento degli affitti che oggi paga, accentrando tutte le attività ora volte in varie sedi, nell'immobile in questione, per il cui adeguamento strutturale, basterebbe l'accensione di un mutuo, finanziariamente sostenibile con i risparmi delle locazioni appena evidenziate.
La Comunità socialista cremasca, in tale percorso, non ravvisa alcun aspetto irrealistico, a differenza delle illusorie affermazioni rilanciate, in questi mesi, da parte di esponenti della maggioranza consiliare, circa la concreta fattibilità del recupero del complesso degli Stalloni, attraverso uno specifico accordo di programma.
A questo proposito, la risposta della Regione, data ad una interrogazione del M5S, non lascia margini di speranza: l'iter avviato è stato interrotto, per le indecisioni della Amministrazione Comunale in ordine alla collocazione dei parcheggi richiesti, allo stato, non c'è alcuna conferma dell' attuale interesse alla definizione dell'accordo di programma da parte di ATS/ASST, infine, l'intervento previsto manca delle coperture finanziarie necessarie.
Ad avviso dei socialisti e di altre forze politiche, il mancato accordo tra la Regione ed il Comune sullo scambio della titolarità degli immobili in esame, vanifica una occasione difficilmente ripetibile per soddisfare al meglio, senza più reciproci condizionamenti, le rispettive esigenze: il potenziamento dei servizi socio sanitari locali, da un lato, l'avvio della fruizione, tanto attesa, di una strategica area cittadina, dall'altro.
Da segnalare, infine, che in data 15 gennaio 2020 il consigliere comunale Rossi Gianantonio, ha ribadito che se l'Asst dovesse propendere per l'acquisto anziché l'affitto a torta finita andrebbe a risparmiare.
Ad oggi l'Asst ha fissato un canone di locazione annuo di 265 mila euro per occupare il 60 % dell'immobile.
Con il concambio l'Asst potrebbe accendere un mutuo al tasso odierno del 2,1% con una rata annua di 166.380 euro. Centomila euro in meno rispetto ad ora.
Ne deriverebbe un risparmio, per i 40 anni di durata del contratto, di 4 milioni di euro.