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La libertà negata

Lettera dell'Associazione Radicale Cremonese Fabiano Antoniani

  17/02/2022

Di Redazione

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La Corte Costituzionale ha, nella tarda serata dell'altro ieri, sentenziato in merito all'ammissibilità di una serie di proposte referendarie, corroborate da milioni di firme di cittadini. 

Noi siamo (ma è un convincimento del tutto privato anche se esplicitato pubblicamente) per il ruolo prioritario delle Aule Parlamentari come filiera di produzione legislativa. 

Siamo, però, anche sostenitori della prerogativa referendaria, come istanza di supplenza delle amnesie delle Aule e come espressione della democrazia dal basso. 

Siamo paucinteressati a certi filoni referendari improntati, senza offesa, da un evidente impronta voluttuaria. 

Avremo modo nei prossimi giorni di approfondire convenientemente una materia che merita, che esige un vasto coinvolgimento di testimonianze. 

Qui e subito affrontiamo l'inammissibilità del referendum relativo all'eutanasia legale. Ospitando il tempestivo pronunciamento dell'Associazione Radicale Cremonese intitolata al nome di Fabiano Antoniani. 

Nel presentarla, la condividiamo totalmente. Di nostro aggiungiamo solo il senso di scoramento e di annichilimento (e, dato che ci siamo, di incontenibile inc…tura) di fronte a questo abominio. Questo povero Paese, che amiamo sopra ogni cosa insieme alla Patria Europea, non si rinnoverà più. Non diventerà mai civile e umano. È mancata una rivoluzione che mettesse in discussione la continuità conformistica e l'arroganza del pensiero unico. Mi cadono le braccia al pensiero che il presidente della Consulta dieci giorni fa era tirato per la giacca come candidato capo dello Stato. In questo momento, però, non possiamo non pensare al 20nne (di cui per tanti anni ci siamo occupati come volontari), diventato cerebroleso a seguito di incidente stradale notturono e a seguito di malasanità.  Incapace di tutto, ma non di sofferenza atroce. Che avvertivamo, durante il massaggio di rilassamento, al tatto delle sue mani sofferenti e imploranti. Purtroppo, alla nostra quasi veneranda età, non possiamo neanche sperare in una resipiscenza del modello civile del Paese. 

Ieri sera la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sull'eutanasia legale. Si tratta di una decisione definitiva e inappellabile che, di fatto, cancella per sempre la possibilità di utilizzare lo strumento referendario per ottenere, anche nel nostro paese, una disciplina del fine vita rispettosa della dignità delle persone e della libertà di scelta e autodeterminazione del singolo. Inutile nascondere che la delusione è grande. Dopo anni di inutili dibattiti parlamentari, di appelli rimasti inascoltati e di difficili battaglie giudiziarie, questa volta eravamo, davvero, convinti di avere trovato il modo per bypassare le sabbie mobili della politica partitocratica e riuscire a ottenere un assetto normativo in grado di garantire finalmente a tutti i cittadini la possibilità di scegliere, al momento opportuno, una morte dignitosa. Grazie a una campagna di mobilitazione senza precedenti e, soprattutto, alle firme di oltre un milione e duecentomila cittadini, infatti, ci sentivamo ad un passo dalla convocazione di un referendum storico che ci avrebbe consentito di scegliere a chi appartiene davvero la nostra vita e chi può o non può prendere decisioni sui nostri corpi. 

Evidentemente c'eravamo illusi. 

Non conosciamo ancora le motivazioni che hanno portato la Corte ad assumere una decisione così drastica (le motivazioni verranno pubblicate solo nei prossimi giorni) e non possiamo quindi commentarle. Possiamo, però, affermare che il principale effetto della pronuncia della Corte sarà quello di sottrarre la decisione sulla regolamentazione del fine vita al voto diretto dei cittadini e riportarla nelle mani di quei partiti che, negli ultimi decenni, hanno, contro ogni logica e decenza, scelto di ignorare il problema. Gli esiti di questa scelta sono, purtroppo, prevedibili: il percorso per la regolamentazione e la legalizzazione dell'eutanasia in Italia tornerà a farsi lungo, tortuoso e impervio e chi ne soffrirà di più saranno proprio quelle persone “più deboli e vulnerabili” che la Corte dice di voler tutelare.  

Ci pare inoltre doverosa, alla luce delle parole di oggi del Presidente Amato, successive alla dichiarazione di inammissibilità anche del referendum sulla responsabilità civile dei giudici e sulla cannabis - molto inopportune nella forma e pure fastidiosamente paternalistiche nell'espressione -un'ulteriore riflessione che riporta alla memoria lo sferzante giudizio che diede Pannella sulla Corte Costituzionale definita “suprema cupola della mafiosità partitocratica”. Perché al di là delle motivazioni specifiche, ci sembra chiaro che tali sentenze sottendano un “piano” più ampio e assecondino bene quel regime da cui i giudici della Corte sono stati eletti. Senza referendum eutanasia, ovvero il quesito più popolare, l'unico che sarebbe stato in grado di portare alle urne moltissime persone, di fatto, salta il quorum per tutti gli altri. E così, Vaticano, partiti e poteri giudiziari possono, ancora una volta, dormire sonni tranquilli. Nulla si muove, tutto si perde nelle sabbie mobili delle istituzioni che trascinano la democrazia italiana sempre più a fondo. 

Per quanto ci riguarda possiamo garantirvi che non ci arrenderemo e che continueremo, con tutte le energie di cui disponiamo, già da domani, la lotta per i diritti e per garantire a tutti di essere “liberi fino alla fine”. 

 

Associazione Radicale Cremonese Fabiano Antoniani

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