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L'Eco senza titolo (per scaramanzia)

Che avranno avuto da comunicarsi, nelle more delle quasi due ore trascorse allo Zini, i due (non inosservati) tifosi?

  13/11/2017

A cura della Redazione

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A meno che non si fossero posti il dilemma morettiano (del vado, non vado, vado ma resto in disparte), non sono sfuggiti (almeno al nostro inviato in tribuna d'onore). Poteva essere diversamente? Uno, il professor Galimberti, officiato, come ben si sa, della massima carica comunale e, da quel che si è appreso a far tempo dalla serata inaugurale della festa dell'Unità, fermamente determinato a mantenerla per un ulteriore quinquennio. L'altro, il dott. Carlo Cottarelli, Direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale e, per un certo periodo (fine dello scapriccia mento del premier), Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica. Nota ai più (anche se a corto di fluente lingua inglese, ma indotti a prestiti abituali di anglicismi) come spending review.

Di Cottarelli è noto il legame con la città natale. Dove ha mantenuto casa e dove, si dice, pare intenzionato a tornare stabilmente dopo la quiescenza. Qualcun altro (come chi scrive ed in epoca non sospetta) si è allargato, ipotizzando l'assunzione dell'incarica che è mancato nella pur prestigiosa ed apprezzata carriera del padre Celeste.

Ebbene, i suoi (supposti o da qualcuno addirittura auspicati) sviluppi di carriera sembrano, di tanto in tanto, incrociarsi con il già summentovato interlocutore, accomodato, oggi, in una fila inferiore della tribuna d'onore dello Stadio Zini.

Togliamo immediatamente di mezzo un'altra supposizione: che i due, a margine di una partita (che, per la cronaca sportiva, la benamata Cremo ha immeritatamente perso con la capoclassifica), volessero decidere a tavolino le sorti del campionato elettorale programmato per la primavera del 2019.

A dire il vero, sempre meno raramente succede che per i due illustri cremonesi si tentino incontri ravvicinati del terzo tipo. In cui non si sa bene chi sia l'extraterrestre. È successo ad agosto al festival dei dem. La cui serata inaugurale è stata appannaggio del primo cittadino in carica. Mentre alla successiva serata è comparso, come guest star (apparendo oltremodo irrealistica l'ipotesi dell'annuncio di un simbolico passaggio di testimone) l'economista di fama mondiale.

Sia quel che sia appare poco probabile che la comune frequentazione dello stadio sia stata in qualche modo propiziata da fini che non fossero la comune fede grigio-rossa.

Molto presunta quella dell'attuale primo cittadino (di cui è arcinoto altro tipo di fede). Della fede calcistica del professore, che sempre più frequentemente torna a Cremona, non abbiamo dettagliate prove. Benché, se avesse ereditato dal padre Celo anche una piccola parte del DNA sportivo, non dovrebbero esserci dubbi sui veri motivi per cui si è recato allo stadio.

Anche se resta il fatto che quella cinquantina di posti della tribuna d'onore da sempre costituiscano (al netto, ovviamente, di comprensibili questioni di ospitalità e di rappresentanza) un'occasione per segnare una distinzione di rango e per una passerella (che non fa mai male).

C'è da aggiungere, sotto tale profilo, che, a memoria di chi scrive, l'esercizio di queste prerogative (in capo all'investito della massima magistratura municipale) è decollato a far tempo della fase terminale della prima repubblica. Con qualche rara eccezione (vi immaginereste Emilio Zanoni con la sciarpa grigio-rossa?), tutti i primi cittadini succedutisi dai primi anni novanta non si sono negati il tifo-opportuny.

Specie nelle fortunate temperie, contrassegnate da exploits degni di appartenere al palmares della squadra e della società calcistica.

Che non fosse estranea una certa aspettativa di trickle-down, vale a dire di intercettare qualche goccia di gloria, non ci sarebbe proprio da giurarci. Anche se non sempre le aspettative coincidono con i verdetti del campo.

Che, nella malaugurata ipotesi di un risultato imparagonabile agli auspici, possono ribaltare la funzione del personaggio-talismano in ingombrante presenza iettatoria.

Un consiglio ai primi cittadini (in carica od anche solo “chiacchierati” di diventarlo). Se siete tifosissimi e non potete astenervi dal tifo in diretta, andate allo Zini (mimetizzandovi per non essere riconosciuti) e sostenete la benamata. Se, invece, la vostra fede calcistica è solo recente e, senza essere insincera, integra qualche sia pur perdonabile secondo fine, mettete nel conto qualche complicazione (con la dea bendata). Per voi e, soprattutto, per una squadra, che si sta dimostrando di grande bravura; ma che ha bisogno anche di un po' di fortuna.

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