I problemi della città per me devono configurarsi in quelli dei cittadini
Domani si eseguiranno i conteggi per determinare quale aspirante sindaco abbia preso più voti per iniziare a guidare la nostra città. Per motivi di salute non ho potuto addentrarmi molto nelle dichiarazioni dei due contendenti, però scorrevo i giornali nonché le dichiarazioni e i video che mi arrivavano via Whatsapp da entrambi gli aspiranti.
Tante promesse, le solite che si snocciolano ai fini elettorali, arte musica recupero del centro cittadino di cui si sente veramente il bisogno, anche se credo che le numerose proprietà essendo di privati cittadini poco hanno a garantire il ritorno delle scorse attività.
I problemi della città per me devono configurarsi in quelli dei cittadini
Pendolari, salute pubblica e non privata, persone in difficoltà…non ho sentito citare alcuno di questi importanti problemi che condizionano tantissimo la nostra gente. Sulla linea Treviglio hanno tolto diversi pullman che già dovevano sostituire la rete ferroviaria.
Le liste d'attesa per una qualsiasi visita specialistica sono peggio dei rotoloni Regina.. non vien da sorridere …purtroppo.
Prosperano le visite private ma non tutti se le possono permettere, così si rimandano anche se non è affatto producente per la salute.
Un soffio di speranza è arrivato dalla presa di coscienza delle negatività dell'impianto di Biometano così com'è ora concepito è presentato …finalmente si è riusciti ad aprirsi a tutte le istanze portate avanti da comunità composte da normali cittadini … un respiro profondo … forse ci siamo. Come lei, direttore, faccio parte degli iscritti, i primi sessanta credo, per il Comitato del No al nuovo ospedale … il nuovo ospedale come il ponte sullo stretto … quanti capitali bruciati per realizzare opere mega galattiche mentre il nostro nosocomio, pur bistrattato con continui tagli al personale, è ancora in grado di ben operare. Un divario enorme tra un suo recupero e la costruzione dell'altro, eliminando anche la sua demolizione. Come il Comitato del Biometano anche il Comitato del No al nuovo ospedale ha ben documentato quanto è perché richiesto … accompagnato dalle speranze di tanti ma tanti cremonesi ….al museo del Violino si è ospitato il fautore del nuovo progetto, ma a nessuno è stato permesso entrare. Perché?? Ed ora che rispettare il budget di spesa può venire a mancare, nemmeno ora si può dare fiducia a chi ha studiato, riprogettato, proposto valide alternative …
Ahimè direttore, le pensioni minime continuano a rimanere minime, le abitazioni in città per i meno abbienti sono miraggi nel deserto di chi dovrebbe approntarle e rendere disponibili. Mi accorgo che le citazioni sono rimaste solo tre: pendolari, salute pubblica e No al nuovo Ospedale, maggiore assistenza alle classi più povere … credo che per il momento possano bastare, senz'altro chi domani siederà sulla poltrona del Sindaco ne individuerà altre e saprà ben gestirle.
Un'ultima osservazione: quando GINO mio padre* discuteva in consiglio comunale con la Giunta o tutti i consiglieri, metteva in funzione un alto-parlante che amplificava le loro voci e le faceva arrivare a tutti i cittadini che si accalcavano in piazza Duomo …. A buon intenditor...
Grazie caro direttore, per l'ospitalità
* Ndr: Clara è figlia di Luigi Rossini, Sindaco eletto (plebiscitariamente) nel marzo 1946, scomparso nel 1948 a causa dei postumi delle ferite di guerra (cui aveva partecipato da volontario insieme a tutti gli altri “ragazzi del 99) e delle successive bastonature inferte dalle “squadre”. Per una maggiore conoscenza del profilo umano e civico rinviamo a “Il Socialismo di Patecchio”. Morì a 49 anni, dopo una lunga malattia, nonostante cui fronteggiò con dedizione la funzione elettiva, molto impegnativa in un temperie particolarmente difficile.
Saremmo omissivi se non aggiungessimo che lasciò la famiglia in condizioni di quasi indigenza; causata dalle scelta di un impegno giornaliero ispirato dalla priorità all'impegno di Sindaco piuttosto che al lavoro. E dal rifiuto dell'emolumento che il Consiglio Comunale, consapevole della precarietà, gli aveva unanimemente riconosciuto e che si era visto rifiutare dall'interessato.
Il dovere di preoccuparsi per il bene comune
Buona domenica e buon voto. Il tuo editoriale è segno di un impegno civico e sociale notevole. Si grida a gran voce libertà e democrazia ma poi non si va a votare. Manca la consapevolezza che con l'astensionismo si mina la democrazia. I nani e le ballerine divertono, ti fanno sorridere. Bene altra cosa è governare, un buon governo non ha colore, ma ci vuole serietà, preparazione e un alto profilo politico. I nani e le ballerine divertono, ti fanno sorridere. Bene altra cosa è governare, un buon governo non ha colore, ma ci vuole serietà, preparazione e un alto profilo politico. Speriamo che i cittadini che oggi sono chiamati alle urne non abbiano perso il senso civico della vita ed il dovere di preoccuparsi per il bene comune.
Una politica che rafforzi l'unità dell'Europa
Concordo totalmente con Del Bue. Purtroppo lo stile che dovrebbe caratterizzare i riformisti, la capacità di dialogo e cucitura, non si è visto, anzi. Il massimo di tolleranza manifestato dai due "galli" è stato quello di ignorarsi. I programmi non erano divaricati perciò una unità organizzativa è certamente possibile.
Ciò che manca però è una conferma elettorale, la sola che darebbe coraggio ad esponenti della sinistra e del centro destra di confluire verso il centro riformista.
La battuta d'arresto impone di programmare il futuro non avendo aspettative nell'immediato.
Bisogna lanciare un programma in controtendenza rispetto alla destra di Meloni e Salvini e anche alla sinistra della Schlein. La base unificante che renderebbe organici anche i componenti di "Più Europa" potrebbe essere l'idea di Draghi. Una politica che rafforzi l'unità dell'Europa.
Non esattamente un editoriale in senso tecnico…
...ma una lettera, che, fruendo della prerogativa di par condicio (che costituisce asse portante della rubrica), fa trasparire alcune idee personali. E, tanto per uscire dal non detto, copia-incollate da un Whatsapp di risposta ad input con cui un autorevole amico (tuttora in servizio effettivo) chiedeva una previsione sugli esiti dell'over time.
“Non saprei, a questo punto. Credo che la partita si giochi sul filo del rasoio. Indubbiamente la percezione tratta del contesto dei seggi di ieri mi ha mandato un messaggio sinistro. Tutti i miei referenti (della vecchia guardia e della cerchia amicale) o hanno praticato l'astensionismo o sono andati al seggio e (come me) votato bianca. Ma si tratta di bruscolini. I players apparentemente competitori non hanno secondo me un forte ascendente in termini di influenza di indirizzo e di convincimento. Sicuramente qualche decina di Giovettiani (cosa, peraltro, non celata dall'interessato) avrà votato al ballottaggio il detto Andrea. Ma, a parte il bacino numericamente circoscritto, dubito che l'aliquota ex leghisti abbia seguito un ordine di scuderia (che avrebbe avuto come unica ratio il gesto tafazzistico in capo a vecchie ruggini di campo). Di Ceraso (che controlla più efficacemente il suo orto) si dice che al di là della annunciata deterrenza abbia contrattato la presidenza del Consiglio (scambiabile se vince Portesani). Resta le questioni dei grillini-rifondaroli: un enigma! Strombazzano l'orgoglio di voler fare opposizione. Ed il taglio, per la narrazione in materia ospedale, biometano, malaria Arvedi, A2a, sarebbe rivolto versus una giunta targata detto Andrea. Per gli sporadici contatti che ho mantenuto, dubito che pancia a terra corrano in soccorso del vincitore. Ho notizia che l'aggregato Portesani non abbia smobilitato. Anzi, sia pure con parametri ben diversi dai nostri, abbia rilanciato. Vedi la scesa in campo dell'Assoindustriali. In capo alla quale non è estraneo l'input della candidatura di giovani FI di buona caratura e di convinta mobilitazione. Non solo per la preferenza, ma anche nei contatti door to door delle ultime ore. L'appello del ricatto antifascista non ha funzionato. Non perché Anpi non sia stata autorevole. Anzi. Ma perché la carica neofascio del format Portesani è inesistente. Tutti i miei referenti, invece, sono esterrefatti della "pagliacciata" della banda. Per concludere: l'esito si giocherà sui decimali. Paradossalmente spero nella sconfitta di entrambi. Rebus sic stantibus...la mia più che un'analisi è un aggregato fattuale. Ma al di là del saldo algebrico, appare drammaticamente l'assenza di consapevolezze e di un adeguato ceto politico. Paradossalmente mi auguro uno 0 a 0 e una consiliatura che veda il maggior percettore di preferenze in assoluto in un ruolo da Mattarella.
Per completezza... chi vincerà sarà il Sindaco della mia città. Da Gino Rossini (morto a 49 anni per postumi di ferite di guerra e successive bastonature fascio e praticamente nell'indigenza determinata dalla malattia e dal rifiuto delle prebende) che continua ad essere la stella polar,e e da Lombardi (passando per Feraboli, Vernaschi, Zanoni, Zaffanella) in poi li ho conosciuti tutti. Poi il mio radar si è fermato prima di Garini. Stimo Corada e Perri. Ma è un altro mondo. Non oso pensare cosa sarebbe se...”
Indubbiamente non posso prescindere nell'esternare intime percezioni da una premessa di ordine generale: un decennio politico (che già di suo consiglierebbe il passaggio del testimone) è, come si suol dire, un'ora geologica. Ma quello decorso, con la sua stretta aderenza all'automatismo della continuità, è praticamente volato via
A voler essere preciso si dovrebbe dire così di tutto il terzo di secolo iniziato nel 1990 con l'esordio ( in prima nazionale) della giunta anomala o malagiunta PCI DC e, salvo il breve e politicamente insignificante governo Perri, contraddistinto dall'incontrastato ruolo della distribuzione delle carte affidato a PCI PDS DS PD. Un ruolo che non ha preteso di suggellare l'egemonia del senior o prevalent partner attraverso la rivendicazione di un Borgomastro espressione identificativa e simbolica della "ditta". Ad eccezione della sindacatura Corada (messo in gioco più che altro da esigenze di alternanza nei piani alti del potere locale) il distributore delle carte (probabilmente nella consapevolezza della convenienza di impalcare figure di area ma indipendenti e fors'anche della modesta caratura dei propri depositi di civil servants) ha preferito, pur dimostrando di non avere sguardi lunghi strategici né profondi adeguati pozzi di know how amministrativi, badare al sodo. Vale a dire, al di là di evidenze figurative dell'apparato, il controllo stretto della dorsale del medesimo e delle dinamiche della gestione ordinaria e straordinaria. Quasi sempre tracciate sulla falsariga della scontata continuità priva di rimandi all'esigenza di progettualità, indispensabile per un'entità territoriale la cui condizione di marginalizzazione dai meccanismi regionale ed interregionale appare ormai senza ritorno. Non si sa se la designazione di uno spitzenkandidat targato sia derivazione più di una pulsione di riappropriazione di potere a servizio di una nomenklatura, priva di idealismi e di cultura del fare civico, ovvero della constatazione dell'esaurimento del deposito di figure cosiddette indipendenti e di tecnocrati. Vero è che l'offerta del campo di csx (che erroneamente credette 10 anni fa di scavallare il ben evidente ed incrostato impasse con la furbata dell'innovazione e della rigenerazione urbana, affidata ad un establishment inqualificabile) appare prigioniera delle logiche sia di incontrastata egemonia sia di persistenza in una cultura di autoconsumo ordinario. La drammatica verità è, come abbiamo accennato, che la condizione strategica della "capitale del Po" appare (dopo questi 35 anni) priva di chances di rilancio e di aggancio con i progetti innovativi di area e, questo è un dato drammatico, manca quasi totalmente di una predisposizione a definire le condizioni sia di una consapevolezza comunitaria sia di uno slancio sinergico in capo alla classe dirigente. Ma su tutto ciò questa rubrica riprenderà da domani il filo dell'approfondimento e della riflessione. Oggi ci limitiamo a constatare che una città marginalizzata e strategicamente inconsapevole ha dimostrato (ad opera della sua intelligencija e del suo apparato politico) con la filiera delle candidature, della campagna elettorale, dell'esito della competizione (Votanti 46,54 con un vincitore che raggranella il 50,37 a fronte del 49,63 del soccombente) ha dimostrato (anche in questa circostanza) totale inconsapevolezza.