Walter…è Walter De Benedetto ha 49 anni ed è affetto sin dall'infanzia da artrite reumatoide, una sindrome che, in non rari casi, provoca sofferenze atroci. Dal 2011 le allevia ricorrendo all'uso di cannabis. Anche se in possesso di ricetta medica, in questi anni Walter non ha ricevuto dal servizio sanitario l'adeguato quantitativo di farmaco. Per far fronte alla cronica carenza di cannabis medica e garantire continuità alla sua cura, ha deciso di coltivare autonomamente la cannabis.
Oggi Walter è rinviato a giudizio con l'accusa coltivazione di stupefacente ai fini di spaccio e si terrà ad Arezzo l'udienza conclusiva del suo processo.
In questo Paese, in cui non è lecito decidere di por vita a condizioni esistenziali di intollerabile sofferenza fisica e/o psicologica, il grande fratello legislativo impedisce di attingere ad un'opportunità naturale, che in questo caso è priva di alternative praticabili.
Non siamo tra coloro che testimoniano stili comportamentali ispirati da mero edonismo.
La stessa motivazione dell'uso terapeutico deve restare tale e non deve aprire in nessuno caso la porta a scappatoie surrettizie.
Sulla base di tale premessa la nostra testata ha aderito, insieme alla Comunità Socialista, all'appello dei compagni Radicali di mobilitazione nella giornata in cui si svolge il processo a carico di Walter.
Stamane a mezzogiorno anche a Cremona, come in molte città italiane, si è svolta una flash mob di testimonianza a sostegno di Walter e di sensibilizzazione generale sulla liceità dell'uso terapeutico.
Alla manifestazione erano presenti per le associazioni Radicali l'avv. Camurri ed Alessandro Borghi, per L'Eco del Popolo il direttore della testata e per la Comunità Socialista Sergio Denti.
Al momento di chiudere l'impaginazione del pezzo di cronaca relativo al flash mob di fronte al Tribunale di stamane, organizzato da associazioni Radicali e Socialisti, apprendiamo della sentenza di assoluzione di Walter De Benedetto. Nella formula più chiara: il fatto non sussiste. Il pronunciamento del Tribunale aretino, oltre che rendere giustizia ad un cittadino provato da una grave e dolorosa malattia, apre una fase nuova nella storia giudiziaria e nella coscienza di un Paese sempre in arretrato sul terreno dei diritti civili individuali e collettivi. Fa onore ai Radicali e a Socialisti cremonesi il gesto di schierarsi dalla parte di Walter. Al quale auguriamo di cuore di vivere un'esistenza meno pervasa di sofferenza. (e.v.)