Nell'ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Gianni Brera (1919 - 2019) sono state tantissime le iniziative per ricordare il giornalista e lo scrittore nato al S.Zenone al Po in provincia di Pavia, inventore di una nuova modalità di raccontare eventi sportivi e non solo, creatore di tanti neologismi che hanno fatto epoca: Bonimba, Rombo di Tuono,Abatino, Stradivialli, ecc. Meno noto al grande pubblico è il periodo della seconda guerra mondiale che va dal 1941 al 1945 che vide un giovane Brera impegnato in una sorta di formazione alla periferia del giornalismo sportivo italiano; la partecipazione alla guerra fino al vischioso rapporto con il fascismo repubblicano pavese; la scelta infine nel maggio 1944 della guerra partigiana: sono temi che Brera non ha mai affrontato di buon grado. Una specie di cono d'ombra che sul crinale fra "giovinezza e "maturità, risiede forse la radice ultima delle sue contraddizioni mai composte. Queste osservazioni denunciano luci ed ombre di un percorso verso la Resistenza, che non fu dei più rettilinei, ma piuttosto frutto di una zigzagare molto pericoloso che per certi versi può apparire ambiguo. Possiamo ricondurre il tutto nello sfaldamento del regime fascista e delle istituzioni monarchiche di cui Brera era stato ufficiale di complemento in fanteria e successivamente paracadutista, sbandato ed interdetto di fronte al clamoroso ribaltone delle alleanze politico-militari avvento l'8 Settembre 1943. In questi drammatici frangenti, era richiesta una radicale ed esistenziale scelta di campo, o di qua o di là, fra una cieca fedeltà al regime mussoliniano riciclatosi nella R S I, succube delle truppe di occupazione naziste, oppure il rischiosissimo ingresso nella Resistenza. E qui Brera mostrò più di una incertezza, durata fino al Giugno del 1944, quando rientrato da un autoesilio in Svizzera, si aggregò ai partigiani dell'Ossola, non senza problemi e momenti drammatici dovuti ai suoi trascorsi collaborazionisti con il regime fascista.
Tutto questo è raccontato con rigore e onestà intellettuale in un libro-ricerca di Sergio Giuntini, noto studioso di storia dello sport, dal titolo significativo: " IL PARTIGIANO GIANNI", che sarà presentato Venerdì 8 Novembre alle ore 17,30 presso la Società Filodrammatica di Cremona, promotrice dell'evento con l'ANPI Provinciale. Introdurrà il tema e l'autore Pierluigi Torresani, esperto di cultura sportiva e processi formativi presso l'Università Cattolica di Milano.
SERGIO GIUNTINI Insegna Storia dello Sport e dell'Educazione Fisica presso l'Università degli Studi di Milano e Roma Tor Vergata. È Direttore del Comitato Scientifico della Società Italiana di Storia dello Sport e collabora con l'Archivio Storico dell'Atletica Italiana. È autore di svariati saggi storici. Tra i suoi volumi più recenti: Lo sport e la grande guerra - Sport e Fascismo - Dorando Pietri dalla via Emilia al West - Due secoli di Arena e grande atletica a Milano - Pugni chiusi e cerchi olimpici - L'Olimpiade dimezzata: storia del boicottaggio nello Sport - Milan e Benfica: la prima Coppa dei Campioni Italiana - Il mondiale dei destini incrociati: campionati del mondo di ciclismo a Varese - Le resistenze di un bibliomaratoneta. Vive a Novate Milanese.
Società Filodrammatica Cremonese
rassegna Filo-Libri
Venerdì 8 Novembre 2019 - Ore 17,30
Sala Conferenze della Società Filodrammatica Cremonese
Cremona
Nell'ambito delle manifestazioni del centenario della nascita
presenta
IL PARTIGIANO GIANNI
Gianni Brera, l'Ossola e il Diario storico della II Divisione Garibaldi "Redi" di Sergio Giuntini Sedizioni - Diego Dejaco Editore introduzione a cura di
PIERLUIGI TORRESANI
esperto di storia e cultura dello sport - Università Cattolica di Milano - Vice-Presidente del Panathlon di Cremona
saluti
Giorgio Mantovani
Presidente della Società Filodrammatica Cremonese
Giancarlo Corada
Presidente ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia Comitato Provinciale di Cremona