Abbiamo ricevuto e ben volentieri pubblichiamo.
“Dio mi ha dato la gloria, poi mi ha dato la prova. Ad accettare la prima siam tutti bravi, ma è nella prova che l'uomo si misura davvero. Ed è della prova che ti voglio parlare”: in queste parole, si racchiude il più profondo significato del racconto della vita di Totò Cascio, il bambino che abbiamo amato nel film vincitore del Premio Oscar di Giuseppe Tornatore, Nuovo Cinema Paradiso. Il bambino del film è, adesso, divenuto adulto racconta il suo percorso nel cinema, con animo gentile e delicato nel libro “La Gloria e la Prova, scritto con Giorgio De Martino, con la prefazione di Giuseppe Tornatore e la postfazione di Andrea Bocelli. Cascio narra come ha affrontato questi lunghi anni, le sue esperienze, le sue emozioni, la sua rabbia nell'affrontare l'inevitabile: la cecità. Un lungo percorso interiore, che lascia una grande lezione: nonostante la fama, la gloria, i rapporti con i grandi del cinema, si possono avere intoppi nella vita, da accettare e affrontare con forza e coraggio, come ha fatto lui. Nonostante la cecità ha compreso che si può vedere anche con gli occhi del cuore. Lo ha fatto nel libro, lo farà dal vivo al Caffè Letterario di Crema Toto`, e` dunque il bambino protagonista di Nuovo Cinema Paradiso, l'indimenticabile capolavoro di Giuseppe – che lui chiama affettuosamente Peppuccio – Tornatore, vincitore dell'Oscar per il miglior film straniero quindici anni dopo Amarcord di Fellini. Dopo questo film – che nel '91 gli procuro` anche il prestigioso Premio BAFTA – Toto` continuo` a lavorare sia con Tornatore (partecipa a Stanno tutti bene, con Marcello Mastroianni) che con registi del calibro di Pupi Avati e Duccio Tessari. Tutto cio` fino al 1999, anno in cui firma il suo «ultimo film». Dopo di che, si puo` dire che Toto` Cascio scompare. Perche´? Ai giornalisti che lo incalzano non vuole dire la verita`, preferendo far credere che il cinema si sia dimenticato di lui. E` stata invece una grave malattia – la retinite pigmentosa con edema maculare, che gli ha procurato una perdita progressiva, irreversibile e quasi totale del- la vista – a farlo rinunciare a quella che era una carriera promettente e radiosa. Oggi, a 42 anni, Toto` Cascio ha trovato la forza e la voglia di raccontare la sua esperienza in un libro che e` insieme memoir cinematografico e racconto di formazione e di rinascita. Grazie alla sua fede, al suo coraggio e alla consapevolezza acquisita, ora puo` tornare a vivere una vita degna di essere vissuta ed e` questo il suo «Nuovo Cinema Paradiso 2.0», dice scherzando. Cosi`, rinato, lancia un segnale a chi e` nella sua condizione: non nascondetevi, anzi imparate ad accettarvi. «Senza accettarsi, ci si porta dentro l'avversario piu` feroce. Me lo disse anche Andrea Bocelli: “Toto`, non e` un disonore”. Sono state parole illuminanti.»
Come per tutte le manifestazioni del Caffè Letterario, anche questa è stata resa possibile dal contributo delle aziende che sostengono l'associazione culturale: Associazione Popolare di Crema per il territorio, Banca Cremasca e Mantovana, Sparkasse, Comitato Soci Coop di Crema, libreria La Storia di Crema, il quotidiano La Provincia di Cremona e Crema, Teicos di Pandino, Icas sdi Vaiano e, naturalmente, la Fondazione San Domenico, che ospita gli appuntamenti.
Qui finisce la “velina” dell'annuncio dell'evento, ma non il nostro p.s.- chiosa di una imperdibile conviviale che unisce in una serata, virtuosamente spesa, i nostri (facciamo, contrariamente alla nostra riservatezza) elettivi interessi: la lettura e il cinema.
Della passionaccia cinefila diremo che, se ci fossero state le opportunità operative di Toto, non saremmo stati dammeno. Babyboomer della seconda metà anni quaranta, siamo diventati grandi, in contesti privi di TV (e fortunatamente di social) a pane e pellicole.
Ovviamente di quelle che passava il convento di un piccolo/medio borgo. In cui (per dire della domanda) convivevano due sale ed un corollario di tre, quatto sale d'oratorio.
Benedico quei tempi fatti di niente pretese consumistiche e di tanta sobrietà.
Ciò detto, c'è da spiegare le ragioni per cui ci siamo innamorati del lavoro di Tornatore?
Men che meno servono molte parole per spiegare la ragione del nostro interesse per il “diario” dell'interprete principale. Non resta che rivedersi la pellicola, leggere il libro di Cascio e, compatibilmente con le distanze e gli impegni, partecipare all'evento del 31.
Ecco, vorremmo aggiungere qualcosa alla declaratoria del comunicato dell'Associazione, che, da qualche anno con continuità e riscontro di partecipazione e di riconosciuta autorevolezza culturale, riesce a sostenete un progetto di divulgazione libraria, di diffusione culturale, di intrattenimento musicale (autogestito).
Un bel “bravi!”, sarebbe decisamente poca cosa. Ovviamente tutto ciò non sarebbe possibile se non ci fossero la competenza e la passione del capo-fila Gualandris, dei suoi più diretti collaboratori, dei suoi partners e, diciamolo, degli sponsors. La cui testimonianza gli fa fare bella figura con un ordine di dazioni alla portata di ogni tasca. Già ma in questa come in molte altre cose ci vuole, come suggerirebbe Jannacci, orecchio…
Non stupisce che ciò accada nella città di Crema, se si pensa, in contrasto con la vulgata erronea della cugina povera. Perché questi fermenti associazionistici del Caffè Letterario dimostrano un alto target di tensione artistica e culturale.
La città capoluogo dispone di maggiori opportunità. Ci sono librerie che praticano l'approfondimento librario. Ma, sinceramente, una rassegna come il Caffè arricchirebbe le opportunità.