Istituita, per motivi comprensibili, in tempi (virtuosamente) ristrettissimi dal Parlamento, è in svolgimento la celebrazione della memoria dei morti, dei caduti preferiremmo dire, falciati dalla pandemia. Che, in un anno, ha mietuto 103 mila vite. Un'iniziativa quanto mai opportuna; a patto che si resti lontani dalla retorica e dalla strumentalizzazione. E si resti strettamente aderenti ad un non facile lavoro di sensibilizzazione delle coscienze; di fronte ad un'immane tragedia, al dovere di onorare le esistenze mietute, di esprimere vicinanza alle famiglie ed alle comunità, di trasmettere un monito di coesione comunitaria e di sprone alla consapevolezza delle responsabilità ed al dovere universale.
Tale è il senso della testimonianza del capo del Governo Mario Draghi, giunto appositamente nell'epicentro bergamasco, maggiormente colpito nel numero dei morti e del valore simbolico delle bare trasferite altrove per il commiato.
Le parole del Premier, nella loro essenzialità e severità, sono un balsamo per le coscienze civili.
Anche le istituzioni locali non si sono fatte trovare impreparate di fronte alla celebrazione. Segnali evidenti sono avvertiti nelle iniziative promosse dai Comuni. A campione ne segnaliamo due.
A Casale cremasco Vidolasco, nel corso di una Cerimonia in sala consigliare il sindaco, Antonio Grassi, ha ricordato la tragedia e sottolineato che l'occasione è doppiamente dolorosa. Perché, oltre alle vittime che ci sono state, occorre, non dimenticare che c'è ne saranno altre. Perché la guerra contro il virus è ancora in corso e non si sa quando finirà. La cerimonia è stata conclusa con un momento di raccoglimento.
Nel Comune Capoluogo il momento commemorativo si è tenuto nel pomeriggio nel bosco realizzato dal Comune in via Cascina Corte e dedicato alla memoria di queste persone. L'iniziativa, senza presenza di pubblico, si è svolta in occasione della prima Giornata nazionale in memoria di tutte le vittime dell'epidemia di COVID-19, istituita dal Parlamento per conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone che sono decedute a causa di tale epidemia.
Presenti il Sindaco Gianluca Galimberti, il Presidente e la Vice Presidente del Consiglio Comunale, Paolo Carletti e Maria Vittoria Ceraso, e i componenti della Giunta Comunale.
l'Assessore Rodolfo Bona ha spiegato il significato di questo bosco unito a quello dei nuovi nati, a Bagnara, così da creare uno stretto legame tra la nascita e la perdita di tanti nostri concittadini.
il Sindaco Gianluca Galimberti, ricordando che stiamo vivendo ancora un periodo difficile, ha sottolineato che dal dolore nascono la speranza, l'entusiasmo di vivere. Per il Sindaco è importante non dimenticare e, indicando gli arbusti da poco messi a dimora, ha detto che tutti siamo fragili come questi alberelli, tutti quanti viviamo questa fragilità, ma siamo una comunità come questo bosco appena nato.
La nostra testata sente il dovere, a distanza di un anno dalla pubblicazione dei profili dei deceduti in “casa socialista”, di ricordare:
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CLAUDIO BOLDORI (già Presidente di AEM e funzionario provinciale)
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ITALO FERABOLI (già Sindaco di Corte dè Frati)
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MIRELLA E FRANCO LUGARINI (militanti ed attivisti socialisti del Cambonino)
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ROSOLINO BIAGGI (già Sindaco di Bonemerse)
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BRUNO MELZI (manager e Presidente della Fondazione Brunenghi di Castelleone)
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MARIA LAZZARI (Operatrice del Patronato INCA CGIL).
Il ricordo del loro esemplare percorso esistenziale e della loro testimonianza istituzionale e militante, fortemente connotata negli ideali socialisti, non si astrae dal generale ed indifferenziato cordoglio provocato dalla scomparsa degli altri cittadini.
Siamo sicuri che avrebbero voluto essere ricordati così.
In questo spirito ricordiamo due eminenti e a noi cari cittadini, che per una lunga vita hanno svolto la missione sacerdotale e si son fatti apprezzare e benvolere per il loro alto profilo culturale.
Ci riferiamo a mons. Franzini (foto in basso a destra), parroco della Cattedrale di Cremona, e mons. Vincenzo Rini (foto in basso a sinistra), per oltre trent'anni Direttore della rivista diocesana La Vita Cattolica.
Li ricordiamo (noi laici) per l'esemplarità della loro testimonianza sacerdotale, oltre che il forte e significativo contributo fornito alla crescita culturale della comunità.
Con loro (frequentemente con un rapporto “dialettico”) siamo stati accomunati in iniziative di approfondimento e di divulgazione. Li avevamo salutati a fine febbraio durante una cerimonia funebre svoltasi in Duomo in suffragio di un caro amico.
Alla fine ci siamo intrattenuti per un cordiale saluto e scambio di opinioni. In particolare con Rini ripercorrendo la vicenda dell'inopinata chiusura della Vita Cattolica, da Lui tanto amata quanto apprezzata dai lettori, credenti e non.
Hanno servito adeguatamente la loro missione spirituale e la loro testimonianza comunitaria.
Li ricordiamo insieme a tutti i caduti della pandemia.