Abbiamo ricevuto da Giuseppe Azzoni, di cui abbiamo meno di 24 ore fa un apprezzatissimo profilo dell'appena scomparso Emanuele Macaluso, una pacata replica di dissenso sulla piega che in alcuni ambienti socialisti sta prendendo la rivisitazione del Congresso di Livorno.
Ne postiamo il testo, accompagnato da una altrettanto pacata e nelle intenzioni feconda risposta.
Ringrazio molto sia te che Tommaso. A proposito del tuo scritto (direi lo stesso per le interviste di Martelli e di Intini che ho letto ieri e oggi su Repubblica sul tema 21 gennaio Livorno): in questa come in altre occasioni colgo un senso di risentimento, acredine, vis polemica che va al di là dei più che legittimi contenuti... sembra quasi che quella scissione sia avvenuta ieri e che a Bordiga, Gramsci e compagni sia addebitabile tutto il male del mondo... tutte le ragioni invece ai riformisti (senza nulla togliere a Turati che effettivamente aveva ragioni importanti)... insomma nulla togliendo alle reciproche argomentazioni sul merito credo che il sentimento potrebbe "pacificarsi" per quanto lo permettono i 100 anni di distanza nel tempo e soprattutto una ampia area di valori e sentimenti comuni! A Macaluso nel PCI volevamo bene, tutti, a partire dai "leninisti" come me... miglioristi era un modo forse ironico ma non spregiativo di dire. E su molte cose ero d'accordo con lui, a partire dal giudizio su Togliatti. Grazie ancora, comunque, ciao, g az (le foto me le ha già riportate, ho visto come sono ben riprodotte on line...)
Apprezzo il tuo ringraziamento, che non é assolutamente dovuto. Perché una testata come L'Eco del Popolo non può non essere una naturale location di rivisitazione storica e di confronto. Soprattutto, per i rimandi delle "lezioni" ai contesti attuali. Non mi sostituisco ad Intini (che stimo molto) e a Martelli nelle controdeduzioni ai tuoi rilievi. Per quanto mi riguarda, il mio impulso a non "bigiare" l'approfondimento e la divulgazione dell'anniversario del Congresso di Livorno, ma a farne una feconda occasione di confronto, é manifesto nella scelta del tutto libera ed autonoma di aprire un forum. Inaugurato, doverosamente, da una mia introduzione editoriale, ma sempre inclusivo. Fino al punto di rendere prevalente il contributo delle sensibilità continuistiche. Peraltro, come ho scritto e ribadisco qui, ritengo, pur confermando la mia severa critica alle scissioni nella sinistra come metodo di regolazione dei contrasti interni e agli sviluppi che ne conseguirono, e pur sottolineando l'utilità storico-politica della rilettura di quel passaggio, cruciale e drammatico, del tutto erroneo e fuorviante qualsiasi mantenimento del "tavolo" nell'ottica statica. Se ne devono trarre insegnamenti per il presente e per il futuro. Rispetto ai quali i sopravvissuti epigoni delle parti in causa nel congresso di 100 anni fa devono assolutamente far tesoro di luci ed ombre di quel drammatico contesto. Preludio dell'indebolimento della sinistra tutta e dell'aiuto indiretto al montante rigurgito reazionario, che avrebbe portato a 20 anni di fascismo. Replicare quei tornanti, magari nell'intento di restituire onore a quelle scelte, non costituisce un servizio allo sforzo di trarre insegnamento dal passato. In modo da uscire da un presente incommentabile ed abbozzare un futuro (se ce n'é uno per la sinistra). Di mio personale, aggiungo che, pur nel severo giudizio storico di quella inconsiderata scissione e di quanto sarebbe sopraggiunto e spalmato per 70 anni, ho sempre distinto l'errore dall'errante. Proprio perché, avendo lavorato a lungo in un rapporto "dialettico" ma da vicino a chi diceva di essere più a sinistra, ho sempre avuto contezza dell'apprezzabile idealismo e dedizione della militanza comunista. In ciò ho sempre condiviso l'opinione dell'"anticomunista" Mario Coppetti. Preannuncio che il forum continuerà e sarà sempre inclusivo e aperto a tutti i contributi.
e.v.