Vorrà pur dire qualcosa, in questi tempi un po' così, se a qualche anno dalla scomparsa, la famiglia, gli amici, i compagni, i continuatori, lato sensu, della sua lunga testimonianza civile continuano a ritrovarsi nel suo ricordo. In occasione dell'anniversario come nell'agenda della vita pubblica, nell'intento di onorarne la memoria e nella determinazione di dare a tale ricordo una traccia di continuità operosa, capace di trarre spunto dal suo contributo.
Consapevoli del momento difficile, per non dire drammatico, e rigorosamente determinati a rispettare le conseguenti restrizioni comportamentali, i famigliari e gli amici si sono ritrovati (con qualche giorno di anticipo sulla consegna, proprio per non mancare all'appello di un gesto di ricordo ma anche nella percezione di norme relazionali più impegnative) al civico cimitero dove riposa.
Dando vita, a pochi giorni dal commiato a Mario Barbieri (che nei giorni scorsi ha inaspettatamente lasciato la vita e con essa la consuetudine di questo ritrovo), ad un momento collettivo di intensa commozione, di ricordo, ma anche di volontà a continuare nel percorso tracciato insieme, lungo le tanti comuni esperienze di vita e di testimonianza civile.
Comprensibilmente più provati nella portata emotiva la moglie Rosanna, il figlio Mirco, il fratello Gigi, la cognata; non distaccati ma lucidamente coinvolti nella riaffermazione del senso della memoria e della volontà di continuare sul binario dell'idealismo civile tutti gli amici che hanno voluto, con questa sobria cerimonia, ribadire una continuità.
Chi scrive ha tenuto brevemente ad associare rimembranze personali, avendo accanto Rosanna e la propria compagna di vita (entrambe prossime a concludere, cinquant'anni fa, i prammatici nove mesi di dolce attesa ed, anche per questo motivo, abituate allora a frequentarsi in amicizia). Ma ha anche voluto, prendendo spunto dalla percezione della provenienza “trasversale” del gruppo degli amici di Fulvio, ricordare che la confluenza verso le medesime consapevolezze e verso un comune impegno civile è, da un lato, frutto di un percorso di maturità etico/morale e, dall'altro, segnale di capacità di approdare a virtuose convergenze, inedite ma consapevoli della priorità della ricerca del superiore bene comune.
Come è noto, Fulvio Pesenti, dopo gli esordi nell'apparato organizzativo socialista (che lo videro impegnato negli anni 60 anche nell'amministrazione comunale) e dopo un lungo e significativo servizio alla vita sindacale, tornò, negli ultimi anni, alla originaria passione dell'impegno istituzionale.
In un contesto in cui tutto era cambiato ed in cui, oseremmo dire, tutto congiurava contro una continuità, semmai vi fosse stata, dettata dall'impulso continuistico col passato.
Pesenti, come molti altri che avevano condiviso la testimonianza socialista, non avrebbero seguito l'impulso a ridisegnarsi una second life, basata sull'inganno del ritagliarsi rendite di posizione lucrate sul terreno della rappresentanza dei bacini di consenso del passato.
Restando coerente con il proprio sicurvia dell'ideale socialista e della sinistra riformista, aveva delineato un know how in grado di tarare su basi innovative il modulo dell'impegno di rappresentanza popolare nell'amministrazione pubblica.
Così riformulando il senso ed il profilo di una testimonianza istituzionale, suscettibile di rendere compatibile e coerente la cultura politica basica ed il primato della mission; che, per chi scende in campo sia per formulare programmi sia per praticarli nei consessi elettivi, è il perseguimento della buona amministrazione. Capace di vedere lontano, di formulare progetti, di non distaccarsi mai dall'impegno di cogliere il sentiment della cittadinanza, dalle visioni strategica e dai particolari della vita quotidiana.
Su tale format la lista Pesenti, poi riformulata in Pizzighettone al Centro, ha colto consensi ed è stata più volte confermata in ruolo attivo nell'istituzione comunale.
Poi, come si sa, non tutte le ciambelle (specie quando scendono in campo partners non intimamente e/o sinceramente coinvolti) escono col proverbiale buco.
E, diciamo, nel volgere dell'annata ormai avviata alla conclusione, questa ciambella (della convergenza civica, risultata, anche con il contributo determinante di Pizzighettone al Centro, maggioritaria) è, come succede soventemente nell'arte culinaria, impazzita.
Non è qui il caso di focalizzare questa deriva. Mentre è, invece, opportuno sottolineare che l'intelaiatura del progetto non smobilita.
Ne è anzi, riprova di determinazione a proseguire, restando coerenti con le motivazioni originarie e diventando consapevoli della necessità di dare basi teoriche e continuative al progetto civico, la decisione dei sostenitori di costituire una associazione ad hoc.
Di cui forniamo di seguito le essenziali linee identificative per finalità e modalità di testimonianza.
L'associazione PIZZIGHETTONE AL CENTRO è finalizzata a tutelare e preservare per il futuro la memoria dell'opera del defunto Fulvio Pesenti nonché difenderne la stima sociale e l'immagine come sindacalista con incarichi locali, regionali, nazionali e a livello europeo prima e politico, a livello locale, successivamente.
Continuare nel suo impegno politico trasversale, moderato e riformista, superando steccati ideologici e schieramenti politici e della politica per uno sviluppo della comunità locale e alla diffusione della:
a) cultura della politica come “servizio” ponendo al primo posto l'interesse della comunità;
b) cultura della partecipazione della persona come punto di forza dell'azione amministrativa, considerando la politica impegno gratuito di uomini, donne e giovani per la costruzione democratica e partecipata del bene comune per rendere effettive le prassi di democrazia;
c) cultura civica, intesa come presenza democratica competente circa la vita amministrativa del paese, attraverso la conoscenza, l'approfondimento e la discussione dei temi politico-amministrativi centrali per la qualità della vita del Comune di Pizzighettone e degli altri Comuni limitrofi a cavallo tra le sponde dell'Adda;
d) cultura della politica di speranza, di fiducia nel futuro, intesa come progettazione democratica e partecipata in cui i valori dichiarati vengono messi in atto effettivamente producendo fiducia reale.
L'Associazione PIZZIGHETTONE AL CENTRO assume, tra i propri valori fondanti:
a) i principi contenuti nella Costituzione della Repubblica Italiana, democratica e antifascista;
b) la trasparenza, intesa come chiarezza ed esplicitazione delle proprie azioni, trovando nell'ascolto e nel confronto i propri metodi di azione;
c) la volontà di affermare la logica della condivisione, della gestione partecipata della cosa pubblica e dell'interesse comune, frapponendosi a quella dell'affarismo di tipo consociativo e familistico;
d) lo sviluppo autonomo (inteso come crescita qualitativa di territori e comunità) sostenibile sul piano sociale ed ambientale e rispettoso delle tradizioni e dei modi di vita, dei luoghi.
L'Associazione PIZZIGHETTONE AL CENTRO si propone di perseguire i seguenti obiettivi:
e) Promuovere e gestire un movimento di opinione ed attività tendenti allo sviluppo umano, economico, sociale, culturale e turistico della comunità pizzighettonese, anche attraverso l'impegno nelle istituzioni comunali del suo territorio, nel quadro delle realtà provinciale, regionale e nazionale.
f) Essere un luogo in cui progettare e realizzare un laboratorio di idee, in grado di elaborare progetti, studi e programmi a servizio della comunità, capaci e determinati, pronti a sorvegliare, pungolare, influenzare e partecipare a liste civiche con singoli candidati o costituire proprie liste in occasione di elezioni amministrative comunali.
g) Radicarsi nel territorio, sviluppando una quotidiana attività di controllo, elaborazione e proposta nella società e nelle istituzioni.
h) Essere movimento di diritti e solidarietà, volto a rimuovere le cause dell'ingiustizia sociale, promuovendo politiche della sicurezza e dell'integrazione, contro posizioni autoritarie ed egoistiche.
i) Presentare attività che possano far crescere la sensibilità sui principali problemi della vita locale e del territorio, al fine di promuovere un più qualificato confronto tra tutti coloro che sono interessati ad obiettivi di innovazione e progresso.
j) Promuovere attività di carattere culturale che possano contribuire a creare condizioni ed occasioni per lo sviluppo civico economico e sociale del territorio.
k) Promuovere ogni altra iniziativa ed attività, anche non rientrante nei settori di cui ai punti precedenti, purché persegua scopi di utilità sociale.
Ciò intrattenendo rapporti sulla base del reciproco riconoscimento con partiti politici, organizzazioni sindacali e di categoria, associazioni ed enti istituzionali.