Negli ultimi due articoli dedicati alla “scoperta” editoriale dell'anno, imperniata sulla salvaguardia, la trascrizione e la stampa della produzione poetica dialettale di Emilio Zanoni, scrivevamo, forse influenzati dall'entusiasmo di un successo che “non poteva non scaldare i cuori dei suoi compagni ed amici” e della folta e qualificata schiera di protagonisti della vita intellettuale della città, che questo diffuso e vasto interesse, con il suo indotto di post-produzione, è ben lungi dall'esaurirsi.
L'Università della Terza Età, nella scorsa primavera, ha approfondito, sempre presso il Filo, l'importanze sodalizio artistico-culturale presieduto dal sempre generoso e disponibile Giorgio Mantovani, il filone che, ancora una volta, si è avvalso della regia e della conduzione del mai sufficientemente apprezzato e ringraziato Agostino Melega e dell'interpretazione dei valentissimi dicitori in lingua cremonese.
A tale pregresso carnet di riscontri ed apprezzamenti si è aggiunto un inaspettato successo editoriale. Alle testate, quotidiane e settimanali, che avevano tenuto nel mirino gli eventi, si sono aggiunte non meno prestigiose uscite delle testate periodiche di approfondimento.
Parliamo di Cremona Produce, bimestrale d'attualità e cultura, diretto da Michele Uggeri, e di Nòstre Nóoe, periodico del Gruppo dialettale cremonese “El Zách” (con sede in Cascina Cambonino), direttore editoriale Bruna Silvana Davini Petracco e direttore responsabile Carlo Capurso, che recentissimamente hanno ripreso ed approfondito l'argomento.
Ci sia concesso un inciso. Che vuole essere sia la spiegazione del nostro apprezzamento sia la manifestazione del sentirci parte del mondo della cultura e della comunicazione, spesso negletto, che, invece, è il sale ed il collante della passione civile e del sapere della comunità cremonese.
Scrive il direttore di Cremona Produce, a commento della dilatata periodicità del suo apprezzato bimestrale: “ dopo una forzata interruzione dell'uscita della rivista, causata, è quasi inutile dirlo, dalla perdurante crisi che ha colpito pesantemente il settore dei media, riprendiamo…”.
Caro direttore, poiché, da inguaribili visionari (che sputando sangue tengono in piedi la testata più antica di Cremona) sappiamo di cosa parla. La ringraziamo per aver ospitato nell'edizione in distribuzione il bellissimo approfondimento di Gian Luca Barbieri e, pubblicandolo noi on line, ci appelliamo ai nostri lettori affinché, in segno di apprezzamento e di sostegno, si rivolgano alle edicole per acquistare il numero di Cremona Produce. Non senza aver amaramente considerato che qualsiasi aggregato civile che, di fronte “alla crisi”, segua l'impulso a “tagliare” usando le forbici a cominciare dalla spesa della cultura, consegna la comunità al declino.
Anche se non è esplicitamente detto nell'editoriale di aprile 2015, Nòstre Nóoe è un periodico che vive del sapere e della passione civile di inguaribili innamorati della cultura popolare e della tradizione cremonese. Un sodalizio e una testata, oseremmo dire di nicchia, che vivono solo del contributo dei soci e del gettito dell'abbonamento. Ma non è questa sola la ragione del nostro simpatizzare. Il gruppo dialettale, infatti, trova sede (qualche volta il Comune, solitamente molto prodigo con inquilini associativi quanto meno imbarazzanti, destina proficuamente il proprio patrimonio immobiliare!) in Cascina Cambonino. Dove l'appena eletto sindaco Emilio Zanoni, con un'iniziativa lungimirante, tempestiva e simbolica, operò affinché sorgesse il museo della civiltà contadina e della cultura popolare. Fu una grande intuizione destinata a salvaguardare le fonti e a permettere la trasmissione nel tempo dei valori e del sapere, paralleli alla cultura “nobile”. Considerando che Zanoni fu una delle più qualificate espressioni di entrambe, possiamo affermare che nel lavoro di divulgazione della sua testimonianza, fortemente supportato dalle associazioni, dalle testate, dai singoli cittadini, si ritrovano gli elementi di pari dignità di entrambe e le motivazioni per un impegno che si indirizza ai cittadini agés, ben consapevoli del valore della tradizione, ma si proietta verso le generazioni del futuro, che, invece, dovrebbero appropriarsene.
Nell'annunciare quanto sopra e nel segnalare i lavori di Gian Luca Barbieri (Emilio Zanoni e la poesia in dialetto cremonese - Cremona Produce) e di Bruna Silvana Davini Petracco (Alcuni spunti di riflessione sui due sonetti de El Babila di Emilio Zanoni - Nòstre Nóoe), corredati di un sintetico profilo biografico, non ci resta altro che rivolgerci ai nostri lettori assicurando che L'Eco del Popolo e l'Associazione Zanoni non ritengono esaurito il loro impegno in questo filone.
Gian Luca Barbieri: Ha insegnato Materie letterarie per 18 anni nella Scuola Superiore. Dal 2002 insegna Psicologia dinamica presso il Dipartimento di Neuroscienze dell'Università degli Studi di Parma [nel frattempo ha conseguito una seconda laurea]. È membro del Comitato di Dialettologia Cremonese "A. Monteverdi"; ha pubblicato le edizioni critiche (entrambe sostenute dall'Università degli Studi di Pavia) delle "Poesie in dialetto cremonese" di Alfredo Pernice e della "Sposa Berta" di Antonio Maria Nolli, commedia del 1784. Ha, inoltre, pubblicato presso la casa editrice Marsilio il volumetto antologico di poesie in dialetto cremonese "Voci nella nebbia" e per le edizioni ADAFA "Trasformazioni poetiche. Antologia di traduzioni interdialettali". Suoi contributi e articoli sul dialetto sono stati pubblicati in alcune riviste quali Otto/Novecento, Strenna dell'Adafa, La Battana e in volumi collettanei tra i quali "Parlate e dialetti della Lombardia. Lessico comparato" (Mondadori).
Bruna Silvana Davini Petracco: Vivace ed impegnata presidente del Gruppo dialettale “El Zàch”, si è laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Milano. Ha insegnato Materie Letterarie in diverse scuole medie inferiori della provincia e presso la scuola media Virgilio di Cremona, dedicandosi attivamente alla sperimentazione didattica dei media audiovisivi e dello studio del dialetto locale nell'ambito dell'insegnamento linguistico. Quindi è passata alla scuola media superiore, concludendo la sua carriera scolastica presso il Liceo Socio-psico-pedagogico “S.Anguissola” di Cremona. Fine cultrice degli studi sull'oralità della civiltà contadina, ha pubblicato vari testi di prestigio riguardanti le proprie ricerche, sentimentalmente legate al dialetto di Vescovato, al paese d'origine.