Per quanto ancora si stenti a credere, in teoria l'anno appena iniziato dovrebbe avere in pancia una tornata elettorale, per il rinnovo delle amministrazioni periferiche.
A meno che non si vogliano ripetere gli “splendori” della chiamata alle urne del settembre scorso (referendum e rinnovo di importanti Regioni e Comuni), cui risulta impossibile non imputare un cospicuo concorso (insieme al liberi tutti delle vacanze) nell'alimentazione della seconda e della terza ondata, sarebbe, a questo punto, consigliabile una pausa di riflessione sull'opportunità di un rinvio a data da destinarsi e, comunque, in scenari di franchigia dal pericolo di alimentazione della spirale diffusiva.
Fortunatamente, vuoi per una consolidata aderenza al senso di rapporto tra amministratori ed amministrati e vuoi, soprattutto, per effetto della stabilità della vita istituzionale conferita dal maggioritario e l'elezione diretta del Sindaco, quasi nessuno degli oltre 7954 Comuni risulta in sofferenza di governabilità.
Non sarà una dilazione di qualche mese (preferibilmente, di un anno) ad inficiare la saldezza democratica.
Ciò premesso, dedichiamo questo focus elezioni alla realtà di uno delle due entità di maggior peso: Pizzighettone. Che si aggiunge all'inquadramento dedicato un paio di settimane fa a Rivolta d'Adda.
Ricorderemo che l'Amministrazione uscente, presieduta da Gianluca Moggi, fu, quasi cinque anni fa, il risultato di una convergenza “civica” che prescindeva dalle tradizionali alleanze di campo ideologico.
Non proprio un'alleanza con chi ci stava; ma, in qualche misura si tenne conto di situazioni in movimento. Che confermarono la scesa in campo del PD e di un'inedita lista guidata da Giancarlo Bissolotti.
Sul resto del mondo confluirono tutte le altre espressioni. Alcune schierate politicamente, altre, come la ex lista Pesenti (altrimenti detta “Pizzighettone al Centro”) di mera testimonianza “civica”.
Delle performances del primo tratto si può azzardare che non mancarono l'impegno e qualche risultato. Il tutto, però, sarebbe stato inficiato dal mutamento delle regole di ingaggio concordate che prevedeva l'apartiticità dell'alleanza. Il successo ed il potere, evidentemente, inducono, in alcuni casi, all'ebbrezza, foriera di tendenziale sprezzo dei patti.
Il primo cittadino non impiegò molto sia a esternare la vera pelle leghista sia ad assumere posture di comando poco consone tanto alla democrazia in senso generale quanto, come si diceva, ai patti comportamentali sottoscritti.
Il punto di deflagrazione fu, un anno fa, il rinnovo del Consiglio della Fondazione Mazza; che aprì un'analisi divaricante ed irricomponibile sia sui criteri di nomina (imposti in solitudine dal Sindaco) sia sulle consapevolezze della reale gravità dello stato dell'arte della RSA. Talmente compromessa da rendere quasi impercorribile qualsiasi ottimistica verifica di sostenibilità patrimoniale, economica e gestionale.
La misura di quanto qui sostenuto è provata, tra i tanti indici, dal debito, dalla mancanza di liquidità e dalla difficoltà a far fronte al flusso regolare degli emolumenti al personale.
Particolare, questo, che quando si prospetta, significa il raggiungimento della canna del gas.
Il picco della caduta è stato raggiunto in occasione delle modalità di esecuzione della campagna vaccinale, che ha sollevato più di una riserva sul terreno della trasparenza.
Sia quel che sia vero è che la gestione della struttura tanto vicina al cuore dei Pizzighettonese è prerogativa solo di nominati nessuno dei quali risiede o ha rapporti col paese. Questo è quanto.
La vicenda ha ovviamente mandato in pezzi l'alleanza; anche per effetto dell'atto autoritativo con cui il Sindaco sfiduciò ed estromise dalla Giunta l'Assessore Marcello Melicchio, reo di aver avanzato soluzioni alternative per l'impegnativo dossier Mazza.
Va da sé che dalla divaricazione tematica scaturì un effetto domino di diversità che rendono inimmaginabile una ricomposizione di programma e di criteri gestionali.
Va anche aggiunto che, liberatosi dai controlli di una componente riottosa, il Sindaco e la Giunta hanno prodotto il “meglio” in termini di comunicazione di stampo demagogico, tutto affidato alle promesse sul futuro e sul timbro populistico.
Evidentemente l'attuale maggioranza percepisce una realtà virtuale che non corrisponde al reale. In questi anni un borgo, che per tanti decenni fu sulla cresta dell'onda dello sviluppo e del benessere, ha stabilmente inforcato la direzione della stagnazione e del declino irreversibile.
Per la resilienza il paese avrebbe bisogno di uno scatto visionario per allestire un progetto di rilancio, capace di coinvolgere tutte le sensibilità politiche, culturali e sociali, valorizzasse le peculiarità e le potenzialità del borgo dell'Adda.
Tra queste, indubbiamente, in aggiunta alla formidabile posizione di crocevia infrastrutturale e di collocazione strategica a ridosso dell'asta del Canale e del bacino di viraggio, andrebbe evidenziato il formidabile patrimonio paesaggistico, architettonico/monumentale e culturale.
Si dovrebbe valorizzare; a partire da un'accurata e costante politica di decoro. Che costituisse un valido biglietto da visita.
In realtà, Pizzighettone per strade interne e, soprattutto, per marciapiedi è sicuramente tra i centri storici peggio messi.
Se ne ha prova alzando lo sguardo (foto sopra) sul tetto del palazzo municipale; dove è possibile scorgere una superfetazione al limite dell'abuso edilizio.
Tale sarà il terreno del confronto sui temi, oggetto di una contesa elettorale, che si auspica compresa in un confronto civile e fecondo.
In realtà, il cammino è più avanzato di quanto apparentemente si creda.
Contrariamente a quanto sostenuto dal corrispondente locale de La Provincia, i competitor della Giunta uscente non stanno facendo pretattica. Se ne può avere contezza dal pronunciamento della lista civica Pizzighettone al Centro. Che viene reso pubblico.
Tale lista ha in corso contatti già molto avanzati sia con la lista Bissolotti e con l'area di centro-sinistra. Saremo più dettagliati nel prosieguo.
I riformisti, i progressisti, i liberali democratici, della cultura civica senza etichette della Lista Civica PIZZIGHETTONE AL CENTRO, cambiate le condizioni politiche rispetto alle scorse elezioni in virtù di un atto arrogante dell'attuale sindaco che ha deciso, secondo una strategia studiata a tavolino da “vecchia politica”, di fare a meno dell'apporto della corrente riformista, espressione della società civile, con la quale si era presentato alle ultime elezioni.
Alla vigilia del prossimo rinnovo del mandato Amministrativo è nostra intenzione lavorare per costituire una nuova e ampia convergenza civica e fornire adeguati contributi di idealità e di preparazione professionale per costruire, insieme ad altre forze politiche, un programma che si ispiri a principi di buon governo che ponga al centro il cittadino con i suoi bisogni, aspettative e nel suo più assoluto rispetto.
Il nuovo mandato amministrativo dovrà porre in cima alle priorità strategiche un progetto teso a costruire, insieme alle sensibilità che vorranno essere presenti, un'ampia coalizione con una base programmatica molto rigorosa ed impegnativa volta solo al bene del paese e senza la necessità di avere uomini soli al comando ma con una squadra che della condivisione e della trasparenza fanno un tratto distintivo svolgendo una funzione amministrativa con spirito di servizio e in modo pratico misurandosi su problemi reali. Ascoltare, valutare e decidere per ciò che si ritiene giusto coinvolgendo sempre i cittadini alla vita politica.
Pizzighettone, 21 feb. 2021
Informazioni/contatti: pizzighettonealcentro@gmail.com