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ECO-Forum dei lettori del 25 gennaio 2023

  25/01/2023

Di Redazione

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Conferenza stampa: Libera di Abortire diffida la Regione Lombardia: basta attacchi ai diritti riproduttivi

Vittoria Loffi e Giulia Crivellini in qualità di coordinatrice e promotrice di Libera di Abortire, la campagna lanciata da Radicali italiani e da una rete di associazioni per il diritto all'aborto sicuro e informato, e attualmente candidate nella lista Patto civico – Majorino Presidente, nella provincia, rispettivamente, di Cremona e Milano, presentano in conferenza stampa la formale diffida nei confronti di Regione Lombardia per chiarire le responsabilità del continuo depotenziamento e lento abbandono della struttura ospedaliera “Oglio Po”, a partire dal suo reparto di ginecologia.

Dalla chiusura del punto nascita dell'Ospedale per il mancato raggiungimento (per poche unità) del target imposto da un precedente accordo Stato-Regioni di 500 parti/anno, nessuna delle richieste presentate dai cittadini di Casalmaggiore, Viadana e Bozzolo al fine di evitare il completo abbandono del reparto ostetrico-ginecologico ha avuto riscontro. Ad aggravare la situazione è la totale assenza del servizio di IVG, sintomo della svendita dei presidi sanitari territoriali di questi anni.

Per poter accedere ad una interruzione di gravidanza le donne della zona devono rivolgersi all'Ospedale di Asola (a 30km di distanza e dove, secondo le più recenti indagini condotte dalla Consigliera di Regione Lombardia Paola Bocci, non sono comunque disponibili ginecologi interni non obiettori, avvalendosi la struttura di gettonisti a chiamata), a quello di Cremona (40km, dove gli obiettori si attestano attorno al 63,5%) o a quello di Mantova (38km), avendo nella quasi totalità dei casi come unica opzione l'intervento chirurgico e non farmacologico.

Non possiamo più accettare che i diritti vengano erogati a “lungo raggio”, negando l'importanza della prossimità nella cura della propria salute riproduttiva così come previsto dall'art. 9 della legge 194, dalle nuove linee guida dell'Oms e dal Comitato europeo per i diritti sociali che, in tre differenti occasioni (2014, 2016, 2021) ha definito come illegittimo e ingiustificato il sacrificio delle cittadine costrette a muoversi dal proprio territorio per vedersi garantita la prestazione sanitaria e, quindi, il proprio diritto alla salute e alla scelta.

In Lombardia, come in tutte le altre regioni, non è sufficiente che solo una struttura per ASST garantisca l'accesso alle interruzioni di gravidanza e che le altre adottino di fatto l'obiezione di struttura: tutte le strutture devono offrire la prestazione.

Già nel 2019 era stata denunciata - in seguito al lavoro di Annamaria Piccinelli, Luigi Borghesi, Gloria Barili e Jessica Lazzarini - la totale assenza di medici non obiettori presso la struttura ospedaliera “Oglio Po”, oltre che la gravosa mancanza di tutti i servizi necessari per assistere durante il percorso precedente al parto - a dimostrare che la tutela e l'ampliamento dei diritti riproduttivi non sono in alcun modo presenti nell'agenda politica di Regione Lombardia.

Per quanto concerne l'IVG, rimane da chiedersi perché per un periodo sia stato garantito il servizio attraverso la mobilità del personale (dall'Ospedale di Cremona a quello di Casalmaggiore per una volta a settimana) mentre, ad oggi, di 3 ginecologi in équipe e tre ostetriche, nessuno risulta disponibile a praticare IVG.

La mancanza di una ginecologia H24 non può continuare ad essere una scusa per non garantire un servizio fondamentale ed erogabile senza ricovero, bensì in day hospital o con il ricorso al farmacologico. Servono risposte immediate e sono necessarie per quanto concerne l'intero reparto e tutti i servizi ginecologici-ostetrici.

Per questo, insieme all'avvocato Francesco Mingiardi, provvediamo a diffidare formalmente la Regione e la ASST di Cremona a rendere fruibile il servizio di interruzione volontaria della gravidanza in attuazione della legge n. 194 e in conformità alle Linee di Indirizzo adottate dal Ministero della Salute nel 2020.

Parteciperanno:

Vittoria Loffi, Radicali Italiani, candidata a Cremona “Patto Civico per Majorino Presidente”, coordinatrice della campagna “Libera di Abortire”.

Giulia Crivellini, avvocata, tesoriera di Radicali Italiani, candidata a Milano “Patto Civico per Majorino Presidente”, promotrice della campagna “Libera di Abortire”.

Difendere dalla deriva reazionaria i diritti civili

Con questo incipit introduciamo la lettera pervenuta dall'Associazione Libera di Abortire e annunciante l'evento; cui la nostra testata, sia pure idealmente, aderisce, facendo appello ai propri lettori perché aderiscano e sostengano l'iniziativa.

Siamo in presenza di un costante tentativo di minare, da parte dei nemici del pieno esercizio dei diritti civili, specie quelli della donna. Non proprio un pronunciamento esplicito. Ma, si sa, basta accettare e favorire la pratica dell'obiezione di coscienza per mettere piombo nelle ali dell'accesso al diritto. L'aula di Montecitorio ieri ha approvato (a larga maggioranza) il pronunciamento rivolto al Governo di “astenersi dall'intraprendere iniziative di carattere anche normativo volte ad eliminare o limitare il sistema di tutela garantito dalla Legge n. 194”.

Quanto mai benvenuta la diffida alla Regione Lombardia: basta attacchi ai diritti riproduttivi.

Un motivo questo che interroga a due settimane dal voto le coscienze degli elettori.

Pietre d'Inciampo anche a Pizzighettone

Riceviamo da Elisa Mancinelli, consigliere Comunale di Pizzighettone per la lista civica, il testo della mozione con cui, insieme al collega Consigliere Sinelli, propone l'adozione anche nel Borgo rivierasco dell'iniziativa di installazione presso le Mura Nord, notoriamente per tanti decenni reclusorio (da cui partirono nell'ultimo biennio della Seconda Guerra decine di reclusi diretti, senza ritorno, ai lager) delle Pietre d'inciampo recentemente collocate a Cremona. L'annuncio, alla vigilia della Giornata delle Memoria, assume un valore particolare, al di là della connotazione degli internati. Con l'occasione facciamo presente che Pizzighettone fu, come Soncino e Ostiano, sede di Ghetto ebraico, come ricorda la lapide collocata sulla facciata di Palazzo Squintani in corso Vittorio Emanuele.

La proposta di Mancinelli è propizia per istituire un “tavolo” ad hoc, presso l'Assessorato alla Cultura del Comune di Cremona e la Presidenza della Provincia, per la diffusione del progetto sul territorio.

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