La riforma psichiatrica raccontata dalle fotografie di Gian Butturini
Non possiamo non complimentarci con la dirigenza delle Associazioni Come Togheter, Didiapsi, Centro Tutela dei Diritti del Malato, che nel curioso intreccio del calendario delle ricorrenze, produce in una manciata di settimane l'anniversario della nascita di Franco Basaglia (Venezia, 11 marzo 1924 – Venezia, 29 agosto 1980 e il primo anniversario della scomparsa del suo collaboratore più diretto, il casalese Franco Rotelli (Casalmaggiore, 23 luglio 1942 – Trieste, 16 marzo 2023). Due giganti della scienza psichiatrica, soprattutto due protagonisti della testimonianza pratica, sul campo, del tentativo di invertire la rotta nel trattamento terapeutico. Fino a primo di loro confinato in dosi da cavallo farmacologiche, in elettrochoc e, soprattutto, in un ricovero molto simile ad una detenzione degradante e aggravante della patologia.
Potremmo azzardare che ci siamo tolto il pensiero: i manicomi non ci sono più.
Però, purtroppo, non è decollato il trattamento testimoniato dai riformatori Basaglia e Rotelli.
Per fortuna, pur riconoscendo il valore medico e umano degli operatori, lasciati quasi sempre sguarniti di un determinato sostegno delle politiche welfare, provvede il volontariato. Che non colma interamente la lacuna delle politiche pubbliche, ma garantisce un supporto senza del quale la situazione sarebbe drammatica. Più drammatica di quanto già é.
Lo diciamo per obiettività di divulgazione, ma anche come socio della Didiapsi, di cui è presidente Mariarita Balsamo.
La mostra fotografica rappresenta indubbiamente un elemento di riapertura della questione dell'inattuata Legge 180.
Dalla Segreteria Nazionale dell'ANPI
Abbiamo ricevuto e ben volentieri, stante il privilegiato rapporto che la nostra testata mantiene con le Associazioni Partigiane, pubblichiamo il documento della Segreteria Nazionale dell'ANPI.
Associazione che nei giorni scorsi è entrata nel focus mediatico per effetto delle clamorose dimissioni del Presidente di Milano, che ha voluto prendere le distanze da certe interpretazioni di settori dell'Associazione in merito al conflitto in essere in Palestina.
Facciamo menzione anche della dichiarazione del dimissionario compagno Cenati (ieri sostituito alla Presidenza da un compatto voto che non lascia spazio a fantasie sulla tenuta della coesione interna). Al momento di lasciare l'incarico, Cenati ha dichiarato: “ANPI non deve sostituirsi ai partiti e ai sindacati in crisi di iscritti. Non dobbiamo occuparxi di sanità e di urbanistica. Nostro compito è produrre iniziative di carattere culturale per preservare la memoria e i valori dell'antifascismo”
Come non condividere?
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