Questa bacheca dell'Eco porta affisse le locandine di significativi eventi e rassegne, che caratterizzeranno la vita culturale della nostra Città e del nostro territorio. Ne abbiamo ricevuto evidenza e li segnaliamo ai nostri lettori.
La Signora Anna
L'evento, che è di divulgazione libraria ma anche di approfondimento di un'eminente figura storica, merita qualcosa di più della pubblicazione della relativa locandina. La nostra testata, partner del pannel, insieme ad Associazione Emilio Zanoni, intende doverosamente ringraziare La Società Filodrammatica Cremonese, che sotto la guida del Presidente Mantovani e del vicepresidente Zontini si è ritagliata un importante ruolo nella promozione libraria; la Fondazione Anna Kuliscioff e per essa, in particolare, la vicepresidente Marina Cattaneo (che parteciperà all'evento come discussant); il quotidiano La Provincia e per esso il suo neodirettore Paolo Gualandris, ormai diventato anche un riferimento, col Caffè Letterario di Crema e con Mediagallery, per il settore; il patrocinatore dell'evento Comune di Cremona, che sarà rappresentato dall'Assessore alla Cultura Luca Burgazzi e, ultima ma non ultima, la Professoressa Maria Luisa Betri, Professore Ordinario di Storia Contemporanea all'Università degli Studi. Il cui contributo costituirà un valore aggiunto all'inquadramento ed all'approfondimento storico sia della specifica figura di Anna Kuliscioff sia del più ampio segmento contemporaneo rappresentato dal socialismo umanitario e riformista. Di cui fu, insieme col compagno Filippo Turati e con il cremonese Leonida Bissolati, fondatore della nostra testata e dell'Avanti e cofondatore di Critica e Cuore (diventata Critica Sociale), il perno fondamentale di ispirazione teorica e di attuazione pratica.
Non abbiamo titubato un attimo, di fronte alla divulgazione su una recente edizione del Corriere della Sera, attorno all'eventualità di riprendere l'iniziativa del Convegno organizzato a Milano dalla Fondazione. Per almeno un paio di motivi importanti. Il primo è, come si è appena detto, di carattere storico. Essendo che nel 2025 ricorrerà il centesimo anniversario della “dottora dei poveri”, come venne chiamata e viene ricordata Anna Moiseevna Rozenstein. Che, con la sua testimonianza anticipatrice dei grandi afflati di giustizia sociale e di emancipazione civile, destinato ad incardinare il principale perno di quella istanza collettiva rappresentato dal diritto alla salute.
Che dispensò idealismo e, da medico, concreta solidarietà al popolo in cerca di assistenza medica. Incrocio in cui non è difficile rinvenire analogie sul terreno del primario diritto alla salute, conculcato un secolo fa da una società ingiusta, come nei contesti attuali, dalla sanità contro-riformata e capitalisticizzata. Non vorremmo uscire, come si suol dire, dal seminato. Ma la circostanza è propizia, per reiterare la denuncia dell'attuale stato dell'assistenza sanitaria. Nel DEF, recentemente approvato, non c'è nessuna svolta per la sanità. L'Italia, nonostante il PNRR, continuerà ad essere uno dei Paesi europei co più basso rapporto percentuale tra spesa sanitaria e PIL. Una spesa del 6,7% rispetto al Pil 2023, 6,3 rispetto al Pil 2024, e del 6,2 rispetto al Pil 2025. Si scende dal 7% di 20 anni fa. Si investe meno in questo settore fondamentale. Una cospicua aliquota dei fondi viene girata alla sanità “privata”. Si disattendono le aspettative degli operatori a più diretto contatto con le conseguenze congiunte della pandemia e dell'indotto di tagli verticali della spending review.
Non proprio una regressione allo stato dell'arte di un secolo fa, ma, indubbiamente, poco ci manca, se un accesso, decente e tempestivo, alla sanità sta ormai sparendo dai quadranti del sistema assistenziale.
Da questo punto di vista, il richiamo, su basi storico-culturali, della "dottora" socialista, compagna di Filippo Turati e amica del nostro Leonida Bissolati, può fungere da volando a più vaste percezioni e consapevolezze.
Resta, in ogni caso, sullo sfondo per un'entità divulgativa come la nostra, l'occasione per gettare il cuore ben oltre l'ostacolo. Rivisitando una figura antica e attuale come La Signora Anna, non ci si può depistare dalla circostanza, rappresentata dal profondo sodalizio con Filippo Turati e Leonida Bissolati. Che durò tutta la loro esistenza e che va attualizzato. Soprattutto ricordando i 100 anni trascorsi dalla scomparsa (nel 1920 di Bissolati, i 100 da quella di Kuliscioff (1925) e, in dirittura d'arrivo di quelli di Turati (1932, in Francia in cui aveva riparato nel 1926).
Per il 100 rio di Bissolati, compagno liceale di Turati a Cremona, abbiamo fatto ciò che è stato nelle nostre possibilità. Abbiamo osato (evidentemente) l'inosabile, proponendo celebrazioni più adeguate.
Ma evidentemente la figura di Bissolati continua a non avere santi né in paradiso né nella nostra Civica Amministrazione (sul punto, ok c'era la pandemia, datasi latitante).
→ Testo integrale di "Signora Anna" - Autore prof. Giorgio Cosmacini. Per concessione della Fondazione Anna Kuliscioff.
Crema. Francesco Muzzopappa presenta il suo libro "Sarò breve"
Caffè Letterario. Lunedì 17, ore 20,45, in sala Cremonesi del Centro culturale Sant'Agostino, ingresso libero.
La comicità surreale di Muzzopappa nel testamento più divertente che c'è. Durante la serata si terrà la premiazione del concorso letterario per studenti indetto con Fatf e Soci Coop
“Shakespeare ci insegna che una commedia può includere una tragedia mentre non può essere il contrario. E Woody Allen spiega che a un certo punto gli umoristi devono scrivere una commedia seria. Questo mio è il tentativo di seguire i consigli di entrambi, cioè faccio i conti con la tragedia della vita, la morte, però da un punto di vista comico». Francesco Muzzopappa, giovane scrittore umoristico cult, racconterà il suo nuovo romanzo «Sarò breve» (180 pagine di testamento tra l'agrodolce e il surreale di un uomo prossimo alla morte: 180, già nel titolo c'è del comico, no?) al Caffè Letterario di Crema che, lunedì 17 aprile si terrà eccezionalmente alla sala Cremonesi del Centro culturale Sant'Agostino, con inizio alle 20,45 e ingresso libero.
Si terrà in quella sede perché si tratta di un appuntamento eccezionale, che verrà trasmesso in diretta sul canale youtube del Franco Agostino Teatro Festival in quanto durante la serata si terrà la premiazione Concorso di Scrittura Creativa ‘Tutto scorre' (organizzato dal Fatf in collaborazione con il Comitato Soci Coop di Crema e con il Caffè Letterario) che ha visto arrivare racconti da tutta Italia.
Dopo la premiazione, Muzzopappa presenterà il suo libro conversando con Rachele Donati De Conti e l'accompagnamento musicale di Clarissa Demurtas e Matteo Bacchio.
Come per tutte le manifestazioni del Caffè Letterario, anche questa è stata resa possibile dal contributo delle aziende che sostengono l'associazione culturale: Associazione Popolare di Crema per il territorio, Banca Cremasca e Mantovana, Sparkasse, libreria La Storia di Crema, il quotidiano La Provincia di Cremona e Crema e Icas di Vaiano Cremasco.
E veniamo al libro. Un testamento «perché è la resa dei conti, è forse l'atto più liberatorio dell'intera vita, forse il momento in cui possiamo permetterci di essere noi stessi al 100% senza temere vendette, ritorsioni e ripicche. E soprattutto, le ultime volontà non prevedono un contraddittorio». A redigerlo è Ennio Rovere, che ha impiegato l'intera esistenza a costruire un sogno e ci è riuscito mettendo su un mobilificio di successo in Brianza. Una vita non sempre facile, ha avuto amori più o meno fortunati, mogli più o meno fedeli, figli più o meno litigiosi, collaboratori più o meno capaci. Ora ha finalmente l'occasione di rimettere tutti a posto: dalla prima moglie all'esuberante donna di servizio, dal figlio minore allo zelantissimo autista, dal dentista al cane devoto. Con la scusa di distribuire equamente il suo patrimonio, ripercorre per iscritto la propria esistenza, intrecciando dinamiche familiari e lavorative, premiando quanti davvero hanno meritato il suo affetto e punendo senza pietà tutti gli altri, senza risparmiarsi neppure nel giudizio. «Il sarcasmo, il tono caustico, la mancanza di argini e la mole esagerata di ricordi aggrappati saldamente alla mente di Ennio - spiega Muzzopappa -, contribuiscono a creare un testo che è una via di mezzo tra una saga famigliare e una lunga lettera d'addio, con quelle stilettate di humour nero che adoro in Mel Brooks, quei colpi in punta di fioretto che sottolineo in Patrick Dennis, quelle falciate a colpi di machete che amo in Fran Lebowitz».
Un raccolto agrodolce condito con molte salse. Lo sfondo comico è permeato di battute molto perfide di stampo britannico, fatto di sottintesi in cui il lettore deve accendere il cervello per capirle. «Si ride molto di testa, e questa è forse la mia dannazione: i libri che restano per me sono quelli che fanno ragionare anche sulle battute». I giochi di parole che spesso impiega sono invece la base dell'umorismo italiano; il sarcasmo che dispensa a piene mani è di stampo americano, «che poi è quello che riscontriamo molto spesso nelle serie tv». Infine, ma non da ultimo, c'è l'umorismo ebraico, «quello autolesionista che permette di fare i conti con noi stessi, abituati come siamo, anche attraverso i social, a prenderci sempre troppo sul serio».
Firenze, Spazio Rosselli, presentazione del primo numero annuale del quaderno del Circolo