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È tornato, Sosteniamolo!

A prescindere!

  07/10/2020

Di Redazione

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Come si avrà modo di apprendere e di verificare, il ritorno della storica testata socialista, fondata e diretta dal “nostro” Leonida Bissolati, non si è rivelata la solita meteora, animata da buone intenzioni ma falcidiata dall'impatto con una realtà avversa sotto ogni punto di vista.

Sicuramente da quello dell'implacabile crisi del settore editoriale; investito da uno tsunami, che ha imposto chiusure e ridimensionamenti di testate fino a qualche tempo fa in buona salute.

La ripresa delle pubblicazioni di una voce, politica ed editoriale, fondamentale per il pluralismo di testimonianze (della sinistra, in particolare), è ad un tempo un gesto coraggioso e sprezzante alle precondizioni proibitive, ma anche una sfida irredentista nei confronti di una avversa temperie dell'idealismo, della cultura, del pensiero, della testimonianza civile.

Ciò (come suggerire lo speech di Diaz) che resta di quello che fu uno dei più significativi aggregati teorico-associativi della politica nazionale ed europea, disaggregato da un cambio di fase ispirato dai “poteri” ed attuato con la connivenza di “scuole” sconfitte dalla storia, tenta di risalire la china delle avversità; nella consapevolezza delle avversità materiali e nella percezione che la pellicola, sbobinata lungo un trentennio, potrà essere riavvolta solo con una grande determinazione. E, se è consentito ripetere quanto scandito nel nostro saluto diretto al primo numero di maggio,  con una indefettibile coscienza dei passaggi obbligati.

L'indotto del “tutti a casa”, discendente dall'ostracismo distruttivo decretato e praticato nei confronti dei protagonisti degli scenari precedenti e metabolizzato, da alcuni segmenti della nomenklatura socialista, “in disordine e senza speranza” ed in non pochi casi al limite della dignità, è stato ed è all'evidenza di chi vuol vedere.

La resilienza, pretesa non solo dai veterans socialisti che non hanno girato le spalle (o hanno cercato second lifes al limite del grottesco) ma imposta dall'imperativo di rimettere in sesto un sistema liberaldemocratico fortemente compromesso ed una sinistra inqualificabile, sarebbe già improba impresa anche per aggregati piccoli, ma volonterosi e coesi. Fortemente coesi, dal punto di vista della mission, anche se pervasi dall'irrinunciabile linea-guida del pensiero critico e del pluralismo di sensibilità e di voci.

Tale condizione, come osservammo un semestre fa alla vigilia del ritorno (curiosamente nel 130° anniversario della fondazione della nostra testata che ne fu, per alcuni versi, la matrice), al di là non si sa più degli auspici magari sinceri ovvero dalle ferme determinazioni a non transigere, non è data.

La piena coscienza della quasi pratica impossibilità di invertire le conseguenze dell'esiziale cambio di fase di trent'anni fa ci ha sempre imposto di non astrarre mai dall'auspicio e dalla determinazione per una reductio ad unum almeno dei progetti resilienti, della sottostante volontà e della messa in cooperazione degli strumenti (salvati dall'insulto e dalla inertizzazione).

Così non é. Esiste in Italia una significativa rete di testimonianza, coerente ma aperta alle consapevolezze maturate dai cambiamenti, del socialismo riformista (affidandoci ad uno speech sbrigativo). Talmente importante e significativa, da essere bastevole, per azzardarne una, per qualsiasi movimento (il PD) in forte astinenza di idealismi e di progetti ispirati di cambiamento della società, che volesse gettare il cuore oltre l'ostacolo. 

In tale rete, fatta di piccoli ma dignitosi nuclei territoriali di coerente testimonianza, di associazioni e fondazioni di cultura storica e di approfondimento (do you remember, tanto per dirne una, la Fondazione Rosselli diretta da Valdo Spini), di testate sopravvissute al destino avverso e legittimate da un diffuso rating di dignitosa funzione, ci sarebbe quanto bastevole e forse eccedente per qualsiasi  condizione basica di rilancio.

Di un organico progetto politico generalista, che, prevedesse, come abbiamo accennato, la messa in sinergia dei piccoli assets in disponibilità dei potenziali partners.

Cosa che, lo diciamo con sconcerto ed amarezza, non è verificata sul piano delle volontà.

È ritornato questo Avanti! cartaceo, diretto da una delle personalità più significative ed attuali, che è Claudio Martelli, e sostenuto da quell'uomo-editoriale che è Stefano Carluccio. Esce tutti giorni l'Avanti on line, diretto da Mauro Del Bue. C'è un piccolo Partito, diventato piccolo in conseguenza dell'accennato tsunami ed ancor più piccolo per la propensione manifestata da certi eredi di accontentarsi di ruoli cirenaici, remunerativi (per pochi eletti) ma indecorosi e, soprattutto, irrilevanti per il rilancio del socialismo riformista.

Ultimo, ma non ultimo, il segretario di questa quasi irrilevante entità partitica, non compromesso non foss'altro per questioni anagrafiche, manifesta, talvolta, consapevolezze virtuose in merito alla volontà di cambiare registro.

L'accertata constatazione dell'impescrutabile impossibilità dei compagni socialisti cremonesi di ritirare le tessere (già pagate nel 2018), di svolgere l'ultimo congresso, di essere parte attiva di un Partito, sopravvissuto all'evidenza di una forte concentrazione di elementi negativi (tra cui un piccolo vertice che lo considera proprietà privata) farebbe desistere anche volontà determinate.

Come la Seconda (e Terza) Repubblica non hanno avuto il nostro scalpo, anche questi incomprensibili arroccamenti non vinceranno i nostro propositi.

Il primo dei quali scaturisce dalla percezione di una simmetria storica.

Il 4 gennaio del 1889 (per, diciamo, “festeggiare” il Centenario della Rivoluzione ed il Trentesimo della guerra d'Indipendenza), nacque (nell'osteria della Marcella) un settimanale di informazione, animato dall'elite della borghesia cremonese illuminata da un sogno di riscatto civile e sociale per gli ultimi ed orientato dall'evidente necessità di dare uno strumento associativo a questa speranza. Il 15 gennaio 1891 avrebbe visto la luce la fondamentale rivista Critica Sociale, per iniziativa del suo compagno di banco al Liceo Manin di Cremona, Filippo Turati, e con la sua piena partecipazione.

Tre anni dopo, l'apostolo (abituato, col babbo prete e la madre infermiera ospedaliera, ad approfondire nell'originale lingua tedesca la fondamentale opera marxiana), sarebbe stato a Genova (ovviamente all'inseparabile liceale cresciuto insieme a lui nell'agone politico di quegli anni tormentati ed entusiasmanti) uno degli eminenti fondatori del PSI.

Tre anni dopo ancora, su mandato di un grande movimento ancora in fasce e per iniziativa di Bissolati (che ne sarebbe stato a lungo direttore) sarebbe nata la testata nazionale Avanti! (dal tedesco Vorwärts, a dimostrazione delle buone letture e delle feconde relazioni  di quei padri fondatori).

Se le simmetrie sono capaci di sollecitare la perspicacia e di accendere il forte animo…non resta che affidarvici.

Che Martelli voglia investire il proprio talento ed i propri quarti di nobiltà politica in una semplice remake editoriale, sarebbe, anche se molto apprezzabile, poco probabile e per alcuni versi relativamente rinunciatario.

C'è una circostanza che accredita un'ipotetica, recondita visuale più ampia.

E che è l'endorsement con cui “il delfino” tentò, nella disperata impresa di contenere i danni della scombiccherata celebrazione del ventesimo anniversario della scomparsa di Bettino Craxi, di convertire in risultati fecondi una preesistente incrostazione di avversità.

Ci riferiamo alla Conferenza che avrebbe dovuta tenersi a Milano Sabato 20 febbraio, con un pannel apparentemente incardinato nell'anniversario ma destinato a guardare oltre, molto oltre. Vale a dire, all'opportunità di sciogliere le incrostazioni e di mettere attorno al tavolo i potenziali partners di un attualizzato progetto ispirato, per dirla velocemente, dal riformismo liberalsocialista.

La pandemia ci si mise di mezzo. E questa potrebbe essere una giustificazione; ma non un'esimente per un totale, definitivo abbandono. Che, unitamente al saccheggio avvenuto dell'archivio storico del PSI nella sede di via del Corso ed all'asilo politico chiesto binariamente al PDS ed alla “levatrice” berlusconiana, suonerebbe come un'inappellabile, didascalica diserzione.

Noi ci siamo abituati, in forza dei rovesci politici ed esistenziale, a considerare piena la botte contenente anche una sola goccia.

Se il progetto politico-editoriale è quello su cui abbiamo costruito questa congettura, allora non possiamo non esortare all'assunzione di chiare determinazioni e a concreti atti discendenti.

Lanciamo qui l'appello, rivolto ai socialisti cremonesi ed ai testimoni cremonesi di altre sensibilità meno schierata, ma ricomprese nella cultura laica e riformista, a non festeggiare coi proverbiali fichi secchi.

Più sotto riportiamo le istruzioni per l'uso ai fini del sostegno al ritornato Avanti! Qui si parranno la nobilitate e la coerenza di chi sogna la mobilitazione delle voci comunicative del socialismo e  della aggregazione di un concreto campo di riferimento e di rappresentanza.

Saremmo reticenti, però, se a questa scesa in campo, dettata da generosità, non aggiungessimo una pressante istanza, diretta soprattutto a Claudio Martelli, a Valdo Spini, a Mauro Del Bue, a Riccardo Nencini, all'attuale giovane segretario del PSI, personaggi che costituiscono il punto di un più ampio riferimento, l'appello ad una assunzione di responsabilità e di iniziativa, scaturente dal loro passato e dalle potenzialità derivanti dalle loro attuali testimonianze.

Interrogate le vostre menti, mettetevi una mano sul cuore, accantonate passati dissapori ed attuali impulsi di esclusiva primogenitura e di solitario leaderismo, autoconvocatevi allargando la platea, portate in dote le potenzialità su cui state separatamente lavorando, convocate, anzi riconvocate (allargandone di molto il diritto di cittadinanza ai portatori sani di socialismo riformista, frustrati, come noi, dalla perdurante costatazione dell'assenza di un siffatto soggetto) la annullata conferenza prepandemica.

Succeda quel che deve. Noi continueremo, ogni giorno come abbiamo fatto per anni, ad editare L'Eco del Popolo. La Comunità Socialista del Territorio continuerà con paradossali ritmi ricalcanti le abitudini del passato (ma a ranghi sfoltiti dall'implacabile livella del tempo, anche se compensati dall'apparizione di qualche giovane “marziano” interessato a militare), per parlare, more solito, dei massimi sistemi ideali, come delle questioni più strettamente attuali.

Quasi metà della nostra esistenza è stata mangiata dal flagello di tutto quanto è avvenuto dopo il format, che ispirò, che mise sui binari i nostri programmi di testimonianza.

A differenza di altri non beneficiamo di “vitalizi”, ci siamo fatti una realistica ragione, ma continuiamo a coltivare l'auspicio che prima o poi capiti un qualcosa che riapra le condizioni di agibilità, se non proprio dei sogni, di una decente testimonianza di ideali.

Confidando nella benevolenza delle Parche, continueremo così “a prescindere” come suggerirebbe Totò (in onore del quale arricchiamo, un po' scanzonatamente, l'iconografia della nostra testata).

Come a “prescindere” attiviamo qui, presso i nostri lettori, la campagna di sostegno all'Avanti!

Riportiamo sotto lo stralcio delle istruzioni per l'uso giunteci da Stefano Carluccio, invitando i bene-intenzionati a far riferimento all'indirizzo telematico della testata ed al compagno Sergio Denti (miguel1947@libero.it), che da questo momento assume le funzioni di referente degli Amici dell'Avanti!

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