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Dossier Sanità /7

Come direbbe il “Gobbo”…

  04/04/2022

Di Redazione

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Per precisione si dovrebbe attribuire la paternità dell'aforisma (“a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina”), anziché al curiale scudocrociato di complemento, al più alto in grado della gerarchia vaticana (Pio XI). 

Personaggioni di livello e, checché se ne pensi, di notevole levatura cognitiva. 

Sia quel che sia non abbiamo resistito all'impulso di copia-incollare la massima, nel dar conto e commentare gli sviluppi impressi nel dibattito, variamente articolato nelle voci e nelle vesti di rappresentanza, innescato dall'Assemblea Incontro promosso da Area Donna ed accolto dalla Civica Amministrazione. 

Non che, considerando le bocche di fuoco spianate nella testimonianza del movimento delle utenti rosa e il ficcante taglio della denuncia, si potesse prevedere la classica metabolizzazione (da parte dei “poteri” e dell'informazione correlata) all'insegna del “lasciatele dire e sfogare…” 

Al punto da consigliare il personaggione per eccellenza (il Direttore dell'ASST, non esattamente paucicomunicatore), che dall'insediamento non si è perso uno speech e una foto/opportuny (prevalentemente sul niente, se non per interpretare la voce del padrone regionale), a “bigiare”. Con uno spiccato senso di fellonia (di fronte alla inaggirabile sfida lanciata dal movimento delle utenti oncologiche) ha preferito far rappresentare le controdeduzioni aziendali da quella che, senza nessuna offesa, definiamo carne da cannone. O volendo i destinatari del gesto di uso “delle 3 palle 5 lire”. 

Pensando fosse eticamente e professionalmente corretto sottrarsi al confronto, ma probabilmente percependo di essere stato messo alle strette da una denuncia documentata, continua a dormire tra i proverbiali due guanciali, potendo contare sull'indotto della permanenza in campo dell'endorsement di “figure minori” (nella gerarchia del titolo di narrazione istituzionale, non già, ben si intende, di autorevolezza professionale e personale). 

Oggi, come è nelle regole dialettiche codificate nelle prerogative liberaldemocratiche e nella trasparenza del rapporto tra i poteri e l'opinione pubblica, riscendono in campo, debitamente potenziati dal rito della lettera firmata, i medesimi protagonisti che qualche giorno fa avevano surrogato la conseguenza del dubbio morettiano del Direttore Generale Rossi: “vado, non vado, vado ma sto in disparte” Concluso, come abbiamo già osservato, con un bel non vado (ma non tengo in disparte il nocciolo della difesa dei miei comportamenti). 

Desidereremmo fosse chiaro, anzi chiarissimo, che non intendiamo né delegittimare l'onorabilità, professionale e personale, né eleggere a controparte i dirigenti medici che si sono esposti in una difesa d'ufficio del management, colpevole della deriva di affondamento del nostro ospedale territoriale. 

A loro va, come a tutti gli operatori medici, paramedici, ausiliari, tecnici ed amministrativo, il riconoscente apprezzamento nostro e, per il nostro tramite, di tutta l'utenza, ben consapevole della dedizione richiesta specie negli ultimi anni. 

Pagato, nella piena convinzione e sincerità, il dovuto pedaggio di considerazione nei confronti dei nostri competitors dialettici (tali divenuti, forse loro malgrado), ritorniamo a bomba dell'aforisma del titolo.  

A malignare si fa peccato, ma si indovina...o, semplicemente, non ci si fa prendere per il...lo!  

Alla conclusione ci induce, non tanto il contenuto delle controdeduzioni a firma di 25 stimabilissimi dirigenti medici, ma l'accanimento nel difendere l'indifendibile costituisce, ad un certo punto, il massimo della temerarietà. Ma ci si prova. Mettendo in campo le "riserve" impegnate professionalmente e apprezzate per la dedizione. 

Soprattutto, ci sconcerta, nella dichiarazione di oggi, l'invasione di campo; per cui, se proprio volessero confrontarsi sui contenuti tecnico-sanitari, non avrebbero titolo (politico!). 

Ci riferiamo a quel “Non accettiamo accuse sommarie ed infondate, esternate con tono aprioristicamente accusatorio, come quelle che sono state pronunciate negli ultimi mesi nei confronti dell'ASST di Cremona”. 

Gli operatori medici sono anche cittadini. Ed in tale veste hanno piena libertà di esprimersi. Ma non in quanto operatori. Al punto da farci chiedersi se una siffatta controparte pensa ciò che dice, per affermazioni dirette o per il ricorso ai ventriloqui embeddeds. Finendo per diventare, loro malgrado, corresponsabili di una inestinguibile manovra diversiva per sviare le percezioni dalle responsabilità politiche, quando non di ricavarne un indotto di consensi manipolati. 

Noi continuiamo, al fianco del movimento delle utenti, delle OOSS e della prevalente opinione pubblica a contrastare la scelta di ammantellare definitivamente, anche se si è proceduto a piccoli passi ma costanti, l'impianto originario della sanità pubblica sul territorio. I cui perni, tra l'altro, erano ispirati, se non proprio dall'autogestione territoriale, da ampie attribuzioni di programmazione e di controllo che coinvolgevano le istituzioni locali ed i corpi sociali intermedi. 

Se si vuole riavvolgere la pellicola e tornare al modello della sanità pubblica va rasato al suolo il format dell'aziendalizzazione, che ne è stato il contrario 

Da ultimo, ripetiamo, il nuovo ospedale è il trompe d'oeil diversivo; che serve ad ingannare le percezioni sul disastro sanitario, ma anche per veicolare il percorso modulare che sta portando l'attuale capienza posti letto e servizi alla capienza definitiva. Che non si discosterà dal range programmato dei 3oo posti 

La chiusura di “Area donna” risponde, a nostro parere, a tale disegno complessivo. (e.v.

A volte mi chiedo se è ed è stato l'effetto COVID a disperdere nella nebbia del tempo certi convincimenti, oppure la certezza di chi predispone dall'alto il non correre il pericolo di essere sconfessato.  

Questa mattina leggo: AREA DONNA, servizio di diagnosi e cura, non entrerà a far parte del futuro nosocomio. Il progetto formulato da un gruppo di rappresentanti, nominativi illustri, che fanno capo alla Regione Lombardia.  

Caduta la possibilità di cancellare la realizzazione del nuovo nosocomio, ora noi cittadini non siamo nemmeno tenuti nel dovuto rispetto per chiedere importanti incontri. Cartagine delenda est e vi hanno sparso pure il sale …stessa sorte sulle rovine del “nostro” attuale ospedale per evitare che nulla possa risorgere dalle sue ceneri. Neppure una iniziativa dimostratasi efficacissima per la nostra gente, già penalizzata dal pessimo clima e super inquinamento.  

Ventilato motivo: tale “reparto” non è presente in alcun altro presidio sanitario. Ed è qui che casca l'asino. Chissà perché i dottori impegnati con nuovi studi e tecniche hanno rappresentato e rappresentano un nostro fiore all'occhiello. Qui si che si può affermare come rappresentassero una meta dai malati di tutta Italia! Ora al contrario viaaa …senza ascoltare nessuna ragione.  

Non si devono replicare le esperienze del vecchio ospedale, anzi è bene cogliere le novità…quanti detti dei nostri vecchi vengono imbrattati da queste affermazioni. 

Non si riflette nemmeno sulla cattiva deleteria gestione della legge Basaglia che ha visto andare allo sbando malati psichici e una difficile realtà da affrontare, tante problematiche ancora irrisolte. Sono trascorsi circa quarant'anni da allora, dobbiamo attenderne altrettanti o più? Direttore, anche a Lei capita talvolta di sentirsi tanto amareggiato e incredulo nello scontrarsi contro un muro di ghiaccio da parte di chi, presa a priori una decisione, decide che non valga più la pena nemmeno di parlarne?? Siamo in democrazia?? Non credo! Non almeno nella nostra Regione che antepone il bene pubblico a quello privato.  Ringrazio Lei e tutte quelle care persone che con dignità e passione combattono per non veder calpestati dignità e diritti  

Cremona, 30 marzo 2022 - Clara Rossini 

Primo pensiero a caldo? Ma come, 25 professionisti che noi apprezziamo (almeno parlo per quelli che conosco personalmente e chi mi hanno sempre curata e assistita al meglio) non hanno capito il nostro intento? Non hanno capito che siamo dalla stessa parte, cioè il diritto alla cura di qualità anche nel pubblico? 

Impossibile. Ci deve essere sicuramente un motivo che per ora non capisco.  

Allora, vado su una riflessione puramente personale.  

Supponiamo, lo penso io, sia ben chiaro, che la direzione ospedaliera abbia ricevuto pressioni dai suoi capi in regione Lombardia che gli hanno detto di risolvere la questione perché gli sono arrivate “fastidiose” segnalazioni dal ministero a Roma.  

Allora hanno sottoposto ai medici una lettera, chiedendo un fronte compatto, promettendo, magari che ci sarà ancora una Brest ricavata nel Cancer Center, che prenderanno in considerazione le nostre preoccupazioni … e loro hanno firmato… forse hanno capito che se ce ne andiamo via dal nostro ospedale ci perdono tutti…  

Cremona, 3 aprile 2022 - Paola Tacchini 

Dossier Sanità - INTERVENTI ISTITUZIONALI 

Per completezza di informazione, integriamo il precedente articolo di cronaca dell'incontro svoltosi in Palazzo Comunale con la precisazione che tra i partecipanti istituzionali va segnalato il Consigliere Marco degli Angeli. Altresì, diamo conto dell'avvenuta presentazione di un'interrogazione inoltrata al Ministero della Salute, da parte del parlamentare locale Danilo Toninelli. Qui sotto pubblichiamo integralmente il testo dell'intervento presso la Regione di Marco Degli Angeli. Contestualmente diamo risalto all'interrogazione del rappresentante del territorio nel Consiglio Regionale Lombardo, Matteo Piloni. Cui va riconosciuto di essere stato sul pezzo. Sia nel ruolo che gli compete di rappresentante dell'opposizione sia come punto di raccordo con la realtà territoriale. Ci farebbe piacere poter dire ciò anche sull'impronta lasciata anche dagli altri eletti. Nella cui reticenza evidentemente prevale, più che il dovere di mandato di rappresentanza, l'impulso di appartenenza militante.  

Area Donna - "C'è bisogno di risposte chiare" 

Matteo Piloni, Consigliere PD Regione Lombardia 

Per l'Area donna di Cremona servono risposte chiare. Il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni interviene così il giorno dopo la riunione tenutasi al Comune di Cremona, tra i vertici dell'ASST e il gruppo di donatori che, negli anni, ha raccolto i fondi per la realizzazione dell'Area Donna. "Lo scorso 20 febbraio- spiega Piloni- ho presentato un accesso agli atti a ATS e ASST Cremona per conoscere i numeri dei tempi di attesa per le mammografie e le ecografie al seno a Cremona, sia per l'ospedale che per le strutture private. Ritengo infatti molto utile conoscere i dati dei tempi di attesa per analizzare la qualità delle attività di prevenzione e intervento sulle malattie oncologiche femminili. In attesa di questi dati, è da subito evidente che su Area donna c'è bisogno di grande chiarezza. I cittadini cremonesi, come i numerosi donatori che in questi anni si sono spesi e adoperati per raccogliere contributi importanti, hanno bisogno di risposte chiare e di coinvolgimento”. 

“L'Area donna- continua Piloni- per tante pazienti è ed è stata un'eccellenza in tutti i suoi servizi, dalla prevenzione alla diagnosi precoce, fino al trattamento chirurgico oncologico e plastico dei tumori della mammella e dell'apparato genitale femminile e, non meno importante, la riabilitazione psico-fisica–sociale e i successivi controlli” 

“Il fattore tempo - conclude il consigliere dem- è fondamentale nella diagnosi. Sono fondamentali i medici specializzati che interagiscono in un percorso di salute integrato, che deve continuare ad operare al di là di ogni riorganizzazione da parte della direzione dell'ospedale. Deve essere preservato, infine, in tutto e per tutto l'aspetto ‘umanò che questo servizio ha saputo dare negli anni”. 

Marco Degli Angeli, Consigliere M5S Regione Lombardia 

Formulo la presente in qualità di consigliere regionale della Lombardia al fine di avere un aggiornamento in merito alla “Breast Unit” dell'ospedale di Cremona. 

Mentre gli screening mammografici hanno subito un drastico calo in tutta la Lombardia, a Cremona, stando a notizie apparse per mezzo stampa, la situazione si sarebbe aggravata per il fatto che “la Breast Unit ha perso la gran parte del personale”. 

La presente richiesta di informazioni e contestuale richiesta di accesso agli atti tiene quindi conto dell'interesse generale che lo scrivente Consigliere Regionale persegue nell'esercizio delle sue funzioni istituzionali. Si richiede pertanto, ai destinatari della richiesta, di conoscere quanto segue:

  1. Specificare, facendo riferimento alla data odierna, 16 febbraio 2022, a quanto ammonta il personale medico sanitario destinato alla Breast Unit di Cremona; 

  1. In relazione al punto 1), facendo riferimento al periodo di tempo compreso tra l'1/1/2015 e il 16/02/2022, specificare se ci sia stato un eventuale decremento o incremento del personale medico sanitario destinato al sopra detto reparto. Quantificare quindi, per ogni anno preso in esame, l'eventuale variazione positiva o negativa; 

  2. Specificare quale sia lo stato dell'arte del Cancer Center di Cremona, struttura paventata in periodo pre pandemico con l'obiettivo di raggruppare i reparti di oncologia, ematologia, Breast Unit e Radioterapia in un unico Dipartimento oncologico. 

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