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Dossier sanità /17

  06/05/2024

Di Redazione

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Assemblea pubblica sul tema 'Nuovo ospedale: meno cure e piùsanità a pagamento'

Martedì 7 maggio 2024, alle ore 21.00, nella Biblioteca comunale di Cingia de' Botti si terrò l'assemblea pubblica "Nuovo ospedale: meno cure e piùsanità a pagamento".

L'iniziativa ci viene notiziata da Gianluca Franzoni e da Rosella Vacchelli, due attivi testimonials del Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale di Cremona. Come si ricorda, entrambi negli ultimi mesi si sono impegnati nella campagna di divulgazione del tema e della raccolta firme delle migliaia di cittadini contrari.

Nonché di sistematica relazionalità con la rete istituzionale del territorio provinciale.  L'annunciata assemblea pubblica ha come obiettivo l'offerta di spunti di informazione (tra cui il definanziamento della sanità pubblica e l'avanzamento del sistema privatistico) su un tema destinato ad impattare in maniera determinante sul futuro dell'intero territorio casalasco e cremonese e dei suoi 200 mila abitanti per i prossimi decenni.

I "codapaglisti"

Caro direttore Eco, leggendo la cronaca applicata all'incipiente clima elettorale, qualche ora fa mi son trovato sulla punta della lingua un neologismo: “i codapaglisti”. Locuzione applicata ad una categoria antropica, ben radicata soprattutto nell'informazione e in politica.

Detta categoria si sta applicando, nella temperie che segna la transizione tra gli annunci di intenzione di scendere nell'agone e l'effettiva presentazione delle candidature (e, proprio volendo, di intenzioni a fare o addirittura di organici programmi), ad un segmento del vasto contesto tematico: la vexata quaestio, nuovo ospedale Si nuovo ospedale no.

Per il vero, a prescindere dalla feconda ed estesa campagna di testimonianza del generoso Movimento che si oppone all'idea del “pacco” (con cui da quattro anni i “poteri” dribblano le evidenti criticità del sistema sanitario offrendo brioches al volgo, tanto per tacitarlo) e che ha sedimentato una imponente massa critica di contrari (con 6.000 firme), mi è sembrato, fino qualche giorno fa, che la palla fosse ferma in campo. A tenerla in questa posizione ha concorso l'inciucio trasversale di tutto l'universo mondo dello schieramento politico. Con l'apprezzabile eccezione rappresentata dall'inedita “lista civica”. Che, su questo tema, come su quello della contrarietà al Biometano e al sistematico consumo di suolo per l'edilizia terziaria, si è distinta dal coro.

Poi, ad un certo punto, corifei e coro, hanno cominciato ad affidarsi ad un inedito spartito. Sia pure con un pentagramma fatto di detti e non detti. Da cui non è impossibile estrarre l'impressione che la crescita esponenziale di interesse nei confronti della sanità e del modo migliore di invertire il default del sistema lombardo non sia orientata sincera sollecitudine civica; bensì dall'opportunità di smarcarsi. Dalla condizione di quelli che potrebbero, per la loro indefettibile militanza a sostegno della sciagurata politica sanitaria praticata da Formigoni in poi a Milano e non esattamente contrastata a livello locale e dai rappresentanti dell'area politica, teoricamente correlata alla difesa degli interessi dei ceti più deboli.

Mi ha molto sorpreso, confesso concludendo, l'esternazione del candidato, sia pure “civico” dell'area di centro-destra (notoriamente schiacciata a sostegno del governo regionale), il quale, in un incontro con il Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale, è sembrato saltare il fosso.

Sincero ravvedimento o espediente propagandistico?

Mi piacerebbe conoscere il punto di vista de L'Eco del Popolo che sull'argomento non ha lesinato tempo e passione.

Resto in attesa e ringrazio.

Paolo Maianti, 4 maggio 2024, Cremona.

Caro lettore, premesso che il Suo neologismo si adatta a griffare sia la lettera all'Eco che la chiosa, La ringrazio tanto per la chiarezza quanto per la tensione ideale implicita nell'esposto.

Una volta ulteriormente precisata la quasi totale sovrapposizione di vedute (sul tema sanità) mi consenta di prendermi un po' di spazio per commentare le connessioni con cui vengono delibati il profilo tematico e l'incipiente clima elettorale. Allo stato "la novità" esitata ad usum delphini (elettorale) come, se non proprio  una riconversione sicuramente una discontinuità, sta o starebbe (a parte la difficoltà  a trarre percezioni di valenza  fattuale, quando nella cronaca politica il contenuto delle dichiarazioni, che andrebbe virgolettato, si confonde con una sintassi interpretativa di tipo soggettivo) in un endorsement, tutt'altro che sconvolgente:

la posizione qualificata espressa dal comitato merita un attento approfondimento del massimo livello regionale.

Ha esternato il candidato dell'inedito schieramento che si oppone alla conferma dello schieramento, diciamo, in uscita. Quest'ultimo, come noto, sulla questione della restituzione del diritto alla cura della salute e alla riqualificazione del nostro nosocomio, si è perfettamente allineato all'altra metà del cielo consiliare (di centro-destra), logicamente, per ascendenze politiche, allineato al governo regionale.

A parte il doveroso riconoscimento di un apprezzabile gesto di galateo relazionale, il candidato Portesani (quasi sicuramente interessato a smarcarsi da un posizionamento ottuso e ad intercettare almeno una parte delle lucciole del vasto fronte contrarian alle politiche sanitarie del governo regionale, del centrodestra lombardo e locale e sciaguratamente fatto proprio dal centrosinistra, si affida ad una esternazione priva di qualsiasi valenza suscettibile di inquadrare inequivocabilmente chi è favorevole a cosa. Mentre l'asset dante causa della sua scesa in campo ribadisce la piena aderenza ad una linea che non tiene in alcune cale l'evidente e pervicace percorso antiriformista (da Formigoni ad oggi) che ha completamente asfaltato il diritto alla cura della salute (soprattutto ai ceti fragili). Anzi, come fa, con un certo marcato fastidio, il vero inventore del "pacco" diversivo nuovo ospedale, attribuisce all'esternazione dello spitzenkandidat un rating tripla zeta ("abbia solo deciso di ascoltare una delle voci in campo").

Fa perfettamente bene il vertice del Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale, nel più vasto orizzonte della cittadinanza attiva di divulgazione e denuncia, ad allargare la visuale dell'interpello di tutti i cosiddetti corpi intermedi sociali. A 360 gradi, oserei dire. Senza pregiudizi e con spirito di reciproca relazionalità edificante. Avrei l'obbligo di precisare che in un Movimento così vasto ed eterogeneo, com'è quello coordinato da Enrico Gnocchi ed animato da personalità come Giorgio Mantovani non sempre è facile trovare una sintesi di percorso. Dall'inizio si è rivelato premente un coté propenso al movimentismo, in costante confronto con un'anima più “dialettica”, ispirata all'avamposto del problema. Il cui epicentro, fissato nel contro riformismo del diritto alla salute, non può non trovare un incipit di “lotta”, rappresentato dallo sforzo di interloquire con tutti i soggetti sociali ed istituzionali.

A partire dai Sindaci del Territorio, da tutti i Sindaci. A Cremona (ed in molti altri centri) ad inizio giugno si voterà. Il Sindaco (molti lo dimenticano) è la principale figura sanitaria preposta sul territorio. Saper cosa ne pensano quelli che resteranno in carica e quelli che si stanno candidando ci sembra un'ovvietà. Ad una condizione: che ci sia un riscontro sul terreno della trasparenza e della sincerità. Vale a dire che (sia che non si sfugga per imbarazzi sia che ci si renda disponibili) la relazionalità non serva come alibi o, peggio ancora, come fumo negli occhi.

Che è quanto ci sembra di aver colto nelle motivazioni del candidato civico.

Sappiamo che nei prossimi giorni analogo incontro per analoga motivazione avrà luogo il giorno mercoledì 8 maggio 2024 ore 18 presso la sala del Quartiere Cambonino con la rappresentanza con la lista “Cremona cambia musica” guidata dalla candidata Sindaco Paola Tacchini e dalla capolista Francesca Berardi (che in questi anni sono state in prima fila nella testimonianza dei temi caldi della Città, come la sanità, l'impianto Biometano, l'inquinamento atmosferico).

Paola Tacchini, candidata sindaca
Paola Tacchini, candidata sindaca

Il risultato di questa intensa campagna di interpello è, come si evince da una mail del Coordinatore Gnocchi diretta ai supporters del Movimento, rappresentato da un probabile rapporto diretto col Governatore Fontana.

È vero che parlare con Fontana non è per questo aver vinto, ma si apre una strada, prima preclusa.

L'incontro con i candidati sindaci è stato previsto e sarà completato, con grande impegno per chi si vuole impegnare, non è cosa obbligatorio come è sempre stata ogni altra cosa fatta nel movimento dall'agosto 2023, ma per cortesia non siate sempre nella posizione "ci vuole ben altro".

A questo punto del percorso le analisi, le strategie e gli approfondimenti, sono importanti per il dopo elezioni, se ci sarà un futuro per il movimento, non ora.

Ora è urgente agire con quante più azioni siamo in grado di mettere in atto. 

Dobbiamo trarre giovamento da quanto ogni partito/candidato pensa e dichiara in favore o contro il nuovo ospedale.

È quanto argomenta il dott. Enrico Gnocchi.

Il dott. Enrico Gnocchi.
Il dott. Enrico Gnocchi.

Caro Mario (Cucinella), ti scrivo «Da grande voglio fare il chirurgo e lavorare in un ospedale come questo»

107 studenti e studentesse della scuola media Virgilio di Cremona esprimono il loro pensiero (positivo) sul progetto del nuovo ospedale. Piace la cura che mette in relazione malattia e vita, «per farti sentire a casa», con il conforto del paesaggio verde.

«Caro Mario, ti scrivo per dirti che «secondo me il nuovo ospedale è molto bello e utile, perché per i pazienti che magari soffrono di ansia, attacchi di panico, il giardino e il verde all'aria aperta aiutano a controllare i pensieri e le emozioni della persona e la calmano». Queste le parole scritte a penna, in un corsivo ordinato, su un comune foglio a quadretti da R., una studentessa della scuola media Virgilio di Cremona che l'ospedale lo frequenta con regolarità dalla nascita e pensa che «sinceramente stare in ospedale non è molto bello».

Quella di R. è una delle centosette lettere che le ragazze e i ragazzi di sei classi (seconde e terze medie) hanno indirizzato all'architetto Mario Cucinella, vincitore del concorso internazionale per la progettazione del nuovo ospedale di Cremona. È accaduto grazie ad un laboratorio di architettura partecipata, svoltosi nei primi due mesi di quest'anno, curato dal professor Francesco Custode e dalla professoressa Alessandra Fiori. Gli obiettivi? Sentirsi parte dei cambiamenti che coinvolgono la Città e allenarsi a pensare in modo critico. In una parola, imparare ad essere cittadini responsabili e consapevoli.

 Nella convinzione che «con il nuovo ospedale Cremona diventerà una delle città più belle d'Italia», gli studenti e gli insegnanti esprimono un desiderio (che si fa invito): incontrare l'architetto Cucinella, prima della fine dell'anno scolastico, per capire come nasce un progetto di questa portata, fare domande e offrire suggerimenti.

Dal video al dibattito con entusiasmo e idee chiare

«Siamo partiti dalla proiezione in classe del video che mostra il progetto del nuovo ospedale – spiegano i professori. Poi abbiamo chiesto agli studenti di scrivere, a mano libera e su fogli di quaderno, le loro impressioni anche critiche. Il dibattito è venuto dopo». Nell'immediato le reazioni sono state di entusiasmo per la bellezza del progetto: «Ma lo stanno già realizzando? Quanto tempo ci vorrà?». Se l'ospedale di oggi viene descritto come un posto «tutto grigio» quello di domani prende «colore e calore», al punto che «le persone non lo vedranno più come un luogo triste in cui le cattive emozioni hanno il sopravvento». Inoltre, «i bambini non avranno più paura, ma faranno amicizia con altri bambini». Leggendo le lettere, a emergere con forza è che gli studenti sanno di cosa parlano con proprietà di linguaggio e hanno le idee chiare. Ad esempio, F. scrive: «Struttura rivoluzionaria, che va ben oltre l'ospedale. Spero che altri edifici in futuro possano ispirarsi al suo progetto. Spero di avere l'occasione di visitare la struttura e preferibilmente in salute».

Un laboratorio per «stare dentro le cose»

«L'idea del laboratorio è nata dal fatto che ci piace stare dentro le cose, discuterne in modo aperto – spiega Custode. Questi giovanissimi studenti saranno le persone che useranno il nuovo ospedale, penso sia giusto interpellarli per conoscere il loro pensiero che non è contaminato dalla memoria, dall'esperienza o dall'affettività. Ci siamo chiesti se il progettista avesse tenuto conto del punto di vista dei più giovani, quelli che guardano da un metro di altezza. Ci interessava anche capire come quest'opera monumentale appare ai loro occhi. Gli esiti di questo laboratorio – prosegue l'insegnante - come per i molti altri che promuoviamo da anni sui temi di bioarchitettura, urbanistica e attualità, mette in risalto il potenziale delle nuove generazioni, le loro doti umane, la sensibilità, le competenze e la lungimiranza. Ascoltare la loro voce è fondamentale, anzi dovrebbero avere la possibilità di partecipare a tavoli decisionali, alle commissioni di concorso. Sarebbero di grande aiuto agli adulti nel compiere scelte difficili».

Qualcosa da dire

«La cosa che ci ha stupito – spiega Fiori – è che tutti hanno avuto qualcosa da dire e lo hanno fatto con interesse e in modo spontaneo, d'istinto. Le parole degli studenti sono state capaci di mettere in discussione il punto di vista degli adulti, ci hanno aiutato a capire che non c'è una parte giusta e una sbagliata dalla quale stare, ma un forte desiderio comune di comprendere e immaginare come le cose possano cambiare in meglio, anche con il contributo di tutti e tutte». Possiamo definirlo «un compito di realtà, una sperimentazione didattica che consiste nell'affiancare lezioni teoriche a lezioni di confronto e dialogo, che spesso partono dalla lettura dei giornali – aggiunge Fiori. Si tratta di un metodo pratico per fare educazione civica, ragionare con serietà, rigore e oggettività; per imparare ad interessarsi delle questioni pubbliche, a rispettare il pensiero dell'altro anche quando è diverso dal nostro».

Anche per questo, Custode e Fiori tengono molto a ringraziare la professoressa Daniela Marzani (dirigente scolastica), «per averci lasciato liberi di lavorare in grande autonomia e libertà, nel rispetto della nostra onestà intellettuale, certa del nostro, di rispetto, nei confronti del pensiero dei giovanissimi studenti».

Per il 90% dei partecipanti il progetto è ok

Il 90% dei messaggi rivolti a Cucinella è decisamente positivo e propositivo «penso che a Cremona serva un po' di innovazione delle strutture ed è giusto iniziare da quelle molto importanti come l'ospedale». Anche se non sono mancate le critiche più che legittime. Il 10% degli studenti, infatti, si è interrogato sul tempo di realizzazione «che non sarà poco» e sui costi molto alti di realizzazione. Se «un punto debole è la manutenzione» resta «una bella idea, quindi almeno un tentativo si può fare, perché se tutto andrà come previsto, Cremona avrà uno degli ospedali più belli e più moderni del mondo». È anche per questo che G. spiega «da grande, dato che vorrei diventare chirurgo o comunque lavorare nell'ambito della medicina, mi piacerebbe lavorare in un ospedale come questo».

Un edificio che «collabora» con la natura

A colpire i ragazzi e le ragazze - senza bisogno di spiegazioni - è stata la concezione di un ospedale come luogo di cura e vita, senza distinzione. Uno spazio da abitare per i malati, ma anche per i medici e gli infermieri: «Farà sentire ogni paziente come se fosse a casa sua». 

La maggior parte degli studenti ha ritenuto importantissima la relazione con il verde e l'impatto ambientale. Hanno capito che oltre all'edificio c'è di più. «Penso che questa idea di unire di più la vita quotidiana all'ospedale attraverso la natura è molto buona – scrive A. Una struttura dall'effetto terapeutico, un ambiente tranquillo per avere con sé gli animali». L. aggiunge: «Mi ha stupito molto il modo con cui l'architetto ha cercato di integrare tutto quel verde che ti dà conforto. Ti viene voglia di entrare in quel parco e di passarci intere giornate». V. precisa: «Questo progetto mi piace perché non dà l'impressione di un blocco di cemento inserito in un paesaggio, ma si collega con il paesaggio. Ricorda un teatro antico che cerca di collaborare con la natura e non di opprimerla».

Un desiderio contro la tristezza

Caro Mario, «il tuo progetto per me è perfetto, non cambierei niente, ma vorrei delle camere colorate, soprattutto per il reparto bambini perché secondo me mette molta tristezza vedere una stanza tutta bianca senza nessun quadro». Su una cosa sono tutti d'accordo: «Andare in ospedale non è bello, ma averne uno piacevole è meglio».

Belleri, «Il vostro lavoro merita la lode»

«Sono molto colpito dal lavoro fatto da insegnanti e studenti sul nuovo ospedale - afferma Ezio Belleri (Direttore generale ASST di Cremona). Al punto che mi piace considerarlo parte dei workshop di confronto fra architetti e sanitari che ci hanno impegnato negli ultimi due mesi. Ho colto lo stesso spirito, quello di far dialogare diversi punti di vista, esperienze e sensibilità per trovare elementi di sintesi basandosi sull'oggettività dei fatti. Quindi bravi: avete fatto un ottimo lavoro che merita la lode, anche per l'impegno e la passione con cui è stato svolto. È utile anche per noi. Sapere che il progetto piace così tanto e suscita considerazioni precise, domande intelligenti e ragionevoli dubbi a persone di 11 e 12 anni è un segnale positivo di cui faremo tesoro. Fanno riflettere le parole di R. che frequenta l'ospedale e ci invita a fare il possibile per abbassare il livello di ansia che accompagna spesso la condizione di malattia o disabilità. Sono felice di sapere che G. desidera fare il chirurgo e per di più a Cremona».

Belleri infine aggiunge, «Siamo consapevoli che progettare un nuovo ospedale è un lavoro molto complesso, per questo abbiamo deciso di aprirci al confronto con chi l'ospedale lo farà funzionare e con chi lo userà. Concordo in pieno con gli insegnanti che hanno ideato il laboratorio, ascoltare la voce dei più giovani è molto importante. Grazie per tutte le suggestioni e i suggerimenti che ci avete regalato».

SS Comunicazione e Relazioni esterne

Puro modello coreano (del nord)

Abbiamo ricevuto, essendo nella mail list di SS come tutte le testate periodiche, e, come si conviene in un modello liberale di informazione, pubblichiamo per intero. Tra l'altro, come hanno fatto alcune altre testate (che, in questo modo, hanno coperto paginate a costo redazionale zero).

Dopo la doverosa premessa, anche noi (come gli studenti, anche se con minore affabilità) scriviamo a “Caro Direttore Generale” della Asst di Cremona. Il dottor Belleri che, come si ricorderà, ha rilevato, contrariamente a tutte le più accreditate previsioni, il testimone da un predicessero, che, pur essendo stato molti anni in viale Concordia, è stato inghiottito da un mix di oblio e di biasimo, giustificato dalle prestazioni sul campo. A livello di contenuti (che hanno amplificato ed accelerato il disfacimento della sanità pubblica nel nostro territorio) e soprattutto di arrogante autoreferenzialità. Da inizio anno è ruolo è stato rilevato, scalando le marce della fascia anagrafica ma sempre attingendo dal modello selettivo “fiduciario”, da una figura dirigenziale. Di cui, forse scaramanticamente, si disse che avrebbe cambiato “il tratto” (relazionale). Cosa che, fosse verificata, alzerebbe il rating della buona educazione relazionale in una figura dotata praticamente di pieni poteri gestionali in piena autonomia (salvo render conto al dante causa rappresentato dal governatorato regionale.

Forse esprimere un giudizio di merito sarebbe prematuro; perché non ci sono evidenze di discontinuità nella somministrazione di un servizio costituzionalmente prioritario.

Medesima sofferenza del Pronto soccorso, medesimi tempi biblici per i ricoveri e per l'accesso alla specialistica. E questo è quello che conta. E, d'altro lato, mancano le evidenze di un'inversione di rotta nelle strategie ministeriali e regionali, suscettibili di riavvolgere la pellicola della controriforma dell'assistenza sanitaria, che da trent'anni ha applicato, unitamente ad un'impronta privatistica, la cosiddetta spending review. Che, coi tagli orizzontali e con il fatti più in là imposto dalle follie del Reddito di cittadinanza e dal Superbonus, hanno fortemente penalizzato l'accesso alla cura della salute.

Che può fare un pover'uomo comandato dall'alto (e non come avveniva ai tempi della prima repubblica con pubblico concorso) a far quadrare i conti, a tagliare i posti letto, a ridimensionare i reparti, a cancellare completamente la prevenzione?

Fa e farà, fintanto che alla testimonianza sociale ispirata dal gradualismo/riformismo subentrerà la modalità dei forconi, quel che, senza che fosse percepito, è avvenuto negli ultimi trent'anni.

Con l'aggiunta di un po' di oppio sviante le percezioni e le coscienze, affidato ad un potente apparato di comunicazione. Non conosciamo gli altri. Ma a quello della Asst di Cremona: chapeau! Imbattibile. Al punto che se le strategie aziendali applicassero tale sollecitudine ai reparti clinici, non ci sarebbe partita per la denuncia del default della sanità.

Il SS non solo comunica su tutto, con un'esternazione quotidiana e dettagliata. Ma, come dimostra il caso di cui trattiamo, ha in mente una strategia, che non è fatta solo di sviamento dei fatti, ma anche di formazione delle coscienze. In modo che vengano (sin dai banchi di scuola) attrezzate a bersi le versioni dispensate. Versioni che non controdeducono le denuncie dell'evidente dissesto dei servizi che dovrebbero essere garantiti come prerogativa di rango costituzionale. Tutto viene bypassato da una strategia comunicativa fatta, come direbbe la regina Maria Antonietta, di brioches, di paradisi artificiali. Imperniati sulle fantasmagoriche promesse.

Di cui è, ça va sans dire, perno motivante il fantasmagorico ospedale progettato da Cucinella.

In un modello liberaldemocratico si fanno buone anche le balle. Ma che queste vengano fatte rientrare in modelli educativi praticati nel circuito scolastico pubblico non può non destare allarme.

L'aggregato di "poteri" applica sistematicamente una strategia "comunicativa" da "grande fratello" (nell'accezione filologica di George Orwell). Adesso arriva a pervadere la filiera formativa della scuola.  Ovviamente, in assenza delle minimali condizioni dialettiche e fattuali!

Insomma, siamo in presenza di segnali che giustificano la sensazione di un graduale affermarsi di un modello nordcoreano.

Avremo modo di ritornarci. Adesso concludiamo chiedendoci e chiedendoci se non esistono i presupposti per un'iniziativa di verifica di sostenibilità legale in capo a questi accessi comunicativi nell'ambito scolastico.

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