L'alleanza costituente Crema Riformista,
preso atto, con rammarico, del disimpegno di Azione dal progetto avviato insieme per l'unità delle forze riformiste: una decisione partitica che rispettiamo, ma del tutto improvvida, localmente, alla luce del crescente interesse registrato sui contenuti e le potenzialità rappresentate dalla nostra opzione politica,
d'intesa con Italia Viva, Socialisti e Verdi:
manifesta la propria volontà di proseguire nelle interlocuzioni già programmate, per il rinnovo amministrativo di Crema, fra cui quella con il candidato sindaco Bergamaschi, atteso a pronunciarsi più esplicitamente sul rinnovamento della coalizione, nonché sui maggiori temi amministrativi, aperti, incompiuti e di nuova preoccupazione, come quello della vicenda di Finalpia,
conferma, salvo l'avverarsi di nuove situazioni, la propria determinazione a partecipare autonomamente alla competizione elettorale, anche col solo intento di essere utili alle scelte ed alle prospettive sociali, economiche ed ambientali della città e del cremasco,
rimarca, come pure l'ultima ed ennesima dimostrazione della debolezza politica del territorio, a cui la Regione ha superficialmente negato l'attivazione del Presidio socio sanitario di Crema (Casa della comunità) nella sede dell'ex Tribunale, rappresenti stimoli aggiuntivi alla nostra proposta, alternativa agli schieramenti in essere.
Bergamini Emanuele – Gigliotti Alberto – Ardigò Gianemilio
Abbiamo ricevuto e, per quanto costituisca un pronunciamento non esattamente in linea con i nostri auspici, prendiamo atto e pubblichiamo. Si sarà ben compreso che, al di là dei doveri incombenti a una linea editoriale rispettosa e corretta, la nostra testata vede di buon occhio il tentativo civico-riformista esperito negli ultimi mesi dall'area politica cremasca. Trasposizione dei lavori in corso per l'armonizzazione-convergenza, nazionale e locale, dei moderati e riformisti. Locuzione che ben volentieri adatteremmo alla formula dei “liberali, laburisti, ecologisti”.
Un anno fa prometteva meglio. Sulla scia del master plan, sembrava volesse scendere in campo la proiezione politica del mondo industriale. Missione abortita, forse per inesperienza, forse per eccesso di trasporto.
Dagli eccessi di impulsi mediatico-leaderistici avanzava, fino a qualche mese fa la manifesta propensione del prevalente partner degli equilibri consolidati (il PD) a praticare la continuità delle ultime due decadi.
Poi, una più attenta percezione degli accadimenti e delle prospettive deve aver fatto comprendere il senso di un non improbabile testacoda. Per una nomenklatura ispirata dall'autosufficienza.
Che deriva da una politica asfaltata dal ripudio degli idealismi e delle dottrine, nonché dall'assenza di progetti strutturati come indispensabili linee guida. Dulcis in fundo, un ceto di addetti esponenzialmente inadeguato, che si autoalimenta e si crogiola nel suo nulla. Per fortuna ogni tanto la Provvidenza (intesa in senso ateo) sgancia qualche prototipo di rigenerazione (come Draghi).
Purtroppo sin qui solo a Roma. Nell'attesa che ciò attecchisca come modello universale e poi si sviluppi perifericamente.
A tale opportunità si richiama manifestamente il progetto di Crema Riformista. Validato dalla novità delle pernici prevalentemente civici e riformisti e da un indubbio rating progettuale. Strettamente aderente ad una forte rimodulazione dell'impianto programmatico.
Per perniciosi riflessi di derivazione nazionale, l'iniziale asset di Crema Riformista ha perso pezzi in corso d'opera. Ovviamente sarebbe stato meglio la continuazione dell'abbrivio.
Ma, ovviamente è convincimento di chi scrive, la novità civica ed il piglio riformista non cambiano il loro valore.
Ci contiamo, perché la formula ha un valore universale. Se ne dovrà tener conto nel prosieguo dell'agenda dei rinnovi delle consiliature comunali. Cominciando da Cremona.