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Credo nella scienza

Intervista al dottor Agostino Dossena

  21/03/2021

Di Roberta Tosetti

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Il dottor Agostino Dossena, già primario Anestesia e Rianimazione presso l'Ospedale Maggiore di Crema, ora lavora in un centro privato come libero professionista ed è impegnato in prima persona nelle vaccinazioni. È sul fronte il dottor Dossena, quello della pandemia, per sconfiggere a suon di scienza il Covid. Ho imparato a conoscerlo attraverso il suo pensiero che esprime molto francamente nelle interviste al caro amico Stefano Mauri e, sui social dove è attivissimo.  

Partiamo dai numeri 100.00 mila morti o di più...come si sente di commentarli? 

Centomila, ed è un numero incontestabile, tale è lo scostamento della mortalità rispetto agli anni precedenti. Certamente ci sono stati casi nei quali il COVID19 non ha avuto la parte preponderante, avendo rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso dei soggetti deboli con pluri patologie, la famosa questione con o per il COVID, ma la stragrande maggioranza è per certo dovuta al COVID; ricordiamoci che l'età media dei deceduti è stata di 81 anni, con una piccola forbice tra maschi (età media più bassa) e femmine. 

Purtroppo non è finita, vedi il numero di deceduti quotidiano, ma a questi dovremo sommare tutti quelli che, non avendo fatto nell'ultimo anno, per paura o indisponibilità, accertamenti diagnostici e screening tumorali, si ritrovano con patologie che sono progredite e magari non più recuperabili in termini terapeutici. Quasi quotidianamente vedo persone che fanno fatica a trovare risposte ai loro bisogni di salute, appuntamenti alle calende greche anche per problemi seri, e tanti che vi rinunciano. 

La pandemia ha sconvolto la vita di tutti. Dottore si può trovare un aspetto che possa dare una speranza? 

La speranza è la disponibilità dei vaccini, la possibilità per tutti quelli che non hanno fatto la malattia di sviluppare anticorpi in misura tale da evitare quanto meno la forma grave della malattia, che è quella che intasa gli ospedali e che ci costringe a questa reclusione. 

Che cosa pensa dell'infatuazione verso la paura, emozione provata da molti?

Non sono uno psicologo, se esiste credo sia da terapia, ma non è il mio campo. Quello che vedo io quotidianamente invece è la paura, la diffidenza anche solo ad avvicinarsi ad un'altra persona, la depressione, l'incertezza del futuro. Ci vorrà molto tempo per uscirne.

Chiudiamo con i vaccini: dottore sono la nostra speranza?

Come ho detto sopra la via maestra per uscirne sono i vaccini. Purtroppo non è stata fatta una corretta comunicazione, avendoli presentati come scevri da ogni rischio, con il risultato che alla prima probabile complicanza, si è fermato tutto e ha indotto una certa sfiducia. 

Come ho avuto più volte modo di ribadire, i vaccini sono come le medicine, non esiste al mondo nessun farmaco o vaccino che sia totalmente esente da possibili (ma non certi) effetti collaterali. Il motivo per il quale vengono comunque somministrati è che l'effetto benefico terapeutico (dei farmaci) e preventivo (dei vaccini) è enormemente prevalente rispetto ai possibili, e ripeto non certi, effetti collaterali. 

Da questo punto di vista i vaccini sono enormemente più sicuri del più banale farmaco che assumiamo quotidianamente, vacciniamoci e sconfiggiamo questa bestia, non dimentichiamoci che i vaccini hanno debellato malattie terribili come il vaiolo, la poliomielite etc etc 

Grazie dottore. È stato illuminante, una guida in questo duro momento!

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