Pubblichiamo oggi la seconda risposta alla "lettera-invito" inviata dalla Rete delle comunità Socialiste della provincia di Cremona il 15 giugno scorso a tutti i sindaci dei comuni sotto i 5.000 abitanti. È quella del sindaco di Ticengo Mauro Agarossi (nella foto). Chirurgo in pensione, ha prestato servizio a Soresina, Cremona e Crema dove ha diretto il DH Chirurgico. "Muove i primi passi" in politica nel '66 come consigliere di minoranza nel Comune di Gussola, ripetendosi poi, a fine anni 90, col comune di Soresina. Si ispira idealmente alle figure di don Primo Mazzolari e Guido Miglioli e si dichiara indipendente rispetto ai partiti.
Un anno fa cominciavo la mia avventura come sindaco di un piccolo paese, Ticengo. Le mie due precedenti esperienze, una in età giovanile ed una in età matura, entrambe all'opposizione ed entrambe tali da convincermi a non ripetere l'esperienza. Mi avevano fatto capire però che l'impegno necessario per condurre bene l'esperienza era importante. Non avevo nessuna intenzione di riprovarci ma le vicende sono andate in questo modo e mi sono ritrovato sindaco di questo piccolo paese.
Le difficoltà sono tante e sono uguali a quelle di un comune più grande, ma le armi disponibili sono sicuramente inferiori a quelle di un grande comune attrezzato. Così come sindaco ti ritrovi a doverti occupare di tutte le problematiche, l'assessore della materia, lavora e non è sempre disponibile. Tutti prestano la loro opera quando sono liberi dal lavoro. ll tempo che si dedica è tempo che si sottrae alla famiglia e/o al tempo libero. Un'altra considerazione è quella che bisogna essere o diventare un po' "tuttologi", perché sia l'ufficio tecnico che la segreteria, se è disponibile, lo è solo per via telefonica o telematica.
Gli incontri sono poco frequenti per cui spesso sei chiamato a risolvere questioni di cui non hai né esperienza né capacità e all'occorrenza devi studiarti il problema. Le attività che sei chiamato a svolgere, rivestono l'aspetto tecnico, sociale, sanitario… e quindi è una impegno a 360°. Anche il personale è impegnato su tutti i fronti e seppur con la buona volontà spesso non riesce a ottemperare a tutto: leggi, situazioni, bilanci. In un comune piccolo non possono essere persone specializzate, ma persone che devono sbrogliarsela su tutte le materie.
Altra questione importante e limitante è la burocrazia e le sue trafile, ineludibili, un dramma! Così ho dovuto imparare e conoscere vocaboli che oltre ad essere cacofonici, sono anche brutti, disarmanti solo a sentirli (determina -disciplinare - orribili acronimi etc…).
Metodologie raccapriccianti, le più svariate, per affrontare qualsiasi problema. Metodologie diversificate ed asfissianti e, diventa tutto più lungo, tutto più complicato e problemi che si potrebbero risolvere in una giornata devono essere analizzati e presi in considerazione per settimane e a volte per mesi.
Ho promesso e continuo a comportarmi come il buon padre di famiglia, ma vi assicuro che con le pratiche da ottemperare e gli intralci amministrativi si rischia di far morire di fame i figli. Davanti a tutto questo una persona si sente disarmata e spesso si va in depressione perché quello che pensavi fosse già stato fatto, ti accorgi dopo un mese che è appena iniziato e non è ancora stato intrapreso l'iter, altra parola veramente sconvolgente che ti perseguita.
Un tema scottante nel mio comune è la sicurezza soprattutto quella stradale: il mio paese è attraversato da una strada provinciale con un grande traffico e i limiti di velocità non sono rispettati. Da anni ci si dà da fare per risolvere il problema ma nessuno ascolta. Sono andato a parlare del problema in provincia, non mi è stata data alcuna risposta, probabilmente perché anche i vari responsabili e dirigenti hanno le mani legate come noi. Per ironia del destino qualche giorno dopo, invece, è stato tolto un segnale di riduzione di velocità, cosa già programmata, di cui nessuno era a conoscenza.
Lo slogan portato avanti per anni di conglobarsi in unioni sembra aver perso slancio e la burocrazia che si insinua anche nelle unioni ha generato nuovi carrozzoni dove “l'iter” è ancora più difficile.
Un piccolo comune non può affrontare da solo le spese correnti per cui deve necessariamente unirsi a qualcun altro. Così è diventato un problema la ordinaria manutenzione delle strade, la raccolta dei rifiuti, il tagliare l'erba perché il problema di uno è diventato il problema di tanti.
Parliamo ora della sanità anche qui il medico del paese non esiste più, negli ultimi anni è stato esautorato, gli è stata fatta terra arsa intorno. Una politica scellerata, perseguita per anni, e abbiamo visto il risultato. Durante la epidemia ho provveduto a telefonare ogni giorno a quelli che sapevo ammalati e mi sono poi deciso ad eseguire una indagine epidemiologica per capire in realtà quante persone sono state colpite dall'epidemia. Dai bollettini ufficiali non si è mai capito. L'indagine ha impegnato un gruppo consistente di volontari ed abbiamo eseguito uno screening con test di puntura dal dito su tutta la cittadinanza. Un dovere morale. La figura del medico di base, come ho già detto in altre occasioni, si è scollegata completamente, il rapporto fra paziente e medico e fra medico ed ospedale di riferimento si è sgretolato, per cui chi ha bisogno di assistenza, deve inventarsi il percorso da fare. Così non avendo riferimenti precisi, la soluzione più facile diventa quella di recarsi al pronto soccorso e quindi intasare un servizio che dovrebbe essere il più snello possibile.
Tutti poi hanno avuto il problema delle mascherine è nel nostro paese quelle che sono arrivate non erano sufficienti a servire tutti i cittadini, per cui ho dovuto in alcuni casi provvedere personalmente.
Un altro problema è dato dal fatto che nel comune non vi è nessun negozio e soprattutto non vi è un negozio di generi alimentari per cui ci si è adoperati a cercare che qualcuno potesse aprire un tale negozio. Abbiamo anche messo a disposizione un locale del comune ma ovviamente in un paese di 400 abitanti in poche persone vedono l'opportunità, per cui mi sono adoperato per dotare il paese di un distributore di pane fresco di giornata e la cosa devo dire che sta andando anche bene. Ma il dover mettere le spine per alimentare tale distributore è stato un dramma. Ci siamo poi adoperati per avere la presenza di un venditore ambulante di generi alimentari un giorno alla settimana.
Sono cose che sembrerebbero banali ma in un piccolo paese sono cose importanti e di difficile attuazione.
Insormontabile sembra essere inoltre il problema delle comunicazioni, la telefonia per capirci, perché le ditte nella nostra piccola area industriale hanno dei collegamenti inadeguati ma il problema è atavico e riguarda un'antenna che non è mai stata posizionata. Tra le righe, negli ultimi approcci, ci è stato detto che la fibra risolverà il problema, fibra che stiamo aspettando da mesi. Paradossale che non sai a chi rivolgerti e addirittura ti senti dire che non sanno cosa dirti. Quando questo riguarda i piccoli paesi, tanti allargano le braccia e va bene così, non interessa a nessuno, il peso politico è inconsistente.