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La sinistra e la questione socialista /19

Forum e rassegna stampa

  09/02/2023

Di Redazione

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ECO-Forum dei lettori

La parola “socialismo” è proprio impronunciabile?

Dopo la grave sconfitta nelle elezioni del 25 settembre scorso, ho pensato che la sinistra italiana mettesse in campo urgentemente iniziative volte a recuperare, nel tempo, i consensi perduti e riaprire un percorso capace di ribaltare il preoccupante spostamento a destra dello schieramento politico, perfettamente incarnato dal governo Meloni. In questa mia aspettativa, sono rimasto fortemente deluso. In una situazione grave, si dovrebbe rispondere con urgente, forte determinazione. Si è giunti, invece, al 17 dicembre per indire una manifestazione nazionale del Partito Democratico, corposa ma offuscata dall'attenzione riservata all'avvio di una campagna congressuale che ha ripiegato il partito su sé stesso, in modo autoreferenziale invece di dispiegare energie tese a riallacciare rapidamente i rapporti con una base elettorale (che non è fatta di soli iscritti al partito) delusa e smarrita. Non ho aderito al PD, ma non per questo mi sento estraneo e disinteressato a quanto in esso sta accadendo ed al dibattito che al suo interno si sta svolgendo. Ne va delle sorti non di un solo partito ma della sinistra italiana nel suo complesso e della democrazia in Italia. Sorti alle quali sono fortemente interessato. Non mancano, a sinistra, idee, visioni sul futuro, proposte. Il problema è dato dalla difficoltà (incapacità? Insufficiente volontà?) di riassumerle in un'idea di società, in un progetto di cambiamento che si rapporti alle nuove esigenze senza rottamare alcuni valori tradizionali della sinistra italiana (la parola “socialismo” è proprio impronunciabile, tanto più a fronte dei fallimenti e dei veri e propri disastri indotti dal capitalismo?). Il PD mi pare abbia rinunciato di fatto all'orizzonte della trasformazione della società. Si intende proseguire su questa strada o, con l'esito del congresso, produrre un cambiamento che sposti decisamente l'asse della sua politica, sì da identificarlo chiaramente come forza politica di sinistra? Troppe ambiguità coesistono ancora, a mio parere, nella competizione per le candidature alla segreteria del partito. Mi è capitato di assistere ad una trasmissione televisiva in cui erano presenti i quattro candidati ad assumere tale carica. Nell'abbondante arco di tempo riservato ai loro interventi, non ho mai sentito pronunciare la parola “patrimoniale” (da nessuno dei quattro). Non dovrebbe essere pane per i denti di una forza di sinistra? Sennò come si riesce a spiegare dove si possono trovare le risorse finanziarie per una loro auspicabile redistribuzione, affermando, al tempo stesso, come non si debba finire per accettare o comunque non contrastare i valori dell'avversario?  Nel dibattito congressuale emerge, praticamente unanimemente, l'esigenza di un radicale cambiamento del gruppo dirigente. Non so se sarà effettivamente radicale: lo decideranno i militanti ed i simpatizzanti con le “primarie”. Ma il cambiamento sarà reale, credibile, innanzitutto se saranno sciolte le ambiguità persistenti sulla linea politica e se il partito verrà posizionato chiaramente in una identità di sinistra. E' l'augurio che mi sento di fare al PD, seppure nella mia collocazione di non iscritto, che si augura di essere smentito per le preoccupazioni  qui espresse.    

Eveno Abeni.

Il socialismo da riscoprire

In questi ultimi anni, nonostante l'ostracismo verso chiunque solo pronunci la parola socialista, sono aumentate le fondazioni, le associazioni ed i circoli aventi tale ispirazione, a dimostrazione della vitalità e della attualità storica dell'ideale, significativamente presente nei principi della nostra Costituzione.

Nell'Italia di oggi, la debolezza della cultura socialista nelle istituzioni, si sente e spesso è invocata a fronte della situazione in cui siamo costretti.

Da un lato la crisi della sinistra, senza alcuna distintiva identità se non quella mal riuscita, coniugante i postdemocristiani con i postcomunisti, dall'altro le forze massimaliste, che dopo aver governato sia con la destra che con la sinistra, si stanno richiudendo nel loro inutile populismo.

La Comunità socialista cremasca, da tempo insiste perché sia colmata,   nello schieramento di centrosinistra, l'assenza di un Partito socialista,democratico e liberale.

Che si richiami espressamente al pensiero di Carlo Rosselli,  minoritario  in Italia,  ma  ben  rappresentato in diversi  Governi della sinistra europea.

Che rilanci l'essenza della libertà e della giustizia sociale, del garantismo, del pacifismo, il governo strategico dei beni e dei servizi pubblici fondamentali, ( scuola, sanità, trasporti, energia ), la salvaguardia ambientale,   l'innovazione del mondo  produttivo  e dei diritti civili.

Che affronti con determinazione le sperequazioni conseguenti la globalizzazione  o la diffusione delle  nuove tecnologie di lavoro,  indicando  le  strade  da  perseguire  perché  i  ricchi  non  diventino  sempre  più ricchi,  i  poveri  più poveri,  i giovani con un futuro di meno ombre ed incertezze.

Un Partito che non mortifichi, ma solleciti l'iniziativa privata, che accentui i meriti della creatività degli individui, che stabilisca regole per limare le differenze, che si faccia  carico dei più deboli anche a spese dei più forti.

Che sia una comunità politica di militanti ed esponenti, motivati dalle concezioni di Carlo Rosselli (ucciso dai fascisti insieme al fratello Nello, nel 1937) tra cui riassumiamo quella di non adagiarsi su posizione meramente tattiche, ma di studiare e meditare la storia italiana lontana e vicina.

Che il socialismo è in primo luogo rivoluzione morale, che non si decreta dall'alto, ma si costruisce tutti i giorni dal basso, nelle coscienze, nei sindacati, nella cultura; che ha bisogno di idee poche e chiare, di gente nuova, di amore ai problemi concreti. 

La sconfitta elettorale subita nelle elezioni dello scorso settembre 2022, deve segnare uno spartiacque per tutte le organizzazioni socialiste, comprese quelle che si dichiarano tali (PD, Art 1) strumentalmente solo in Europa.

È giunto il momento di un confronto serrato sulle reciproche prospettive politiche, ma soprattutto del centro sinistra e del nostro Paese.

Senza pregiudiziali condizioni, il nostro auspicio è che finalmente si cominci a partecipare e dialogare in ogni occasione propizia agli obiettivi sopra esposti: come nel congresso del PD, ma anche in merito al percorso verso gli stati generali del socialismo italiano, in fase di preparazione da parte del PSI.

La Comunità socialista cremasca, offrirà il massimo del proprio impegno per il superamento delle diffidenze interne alla tradizionale area socialista cremonese, nonché tra i soggetti politici potenzialmente interessati ad una innovativa svolta, funzionale ed indispensabile anche in vista dei rinnovi amministrativi del prossimo 2024.

Per la Comunità socialista cremasca: Virginio Venturelli.

Socialisti verso il congresso, Federazione di Cremona     

In data 4 febbraio 2023, grazie all'ospitalità di Silvano Bonali e del Circolo amici dell'Avanti di Soncino, si è tenuta l'Assemblea ricostituente della Federazione provinciale del PSI cremonese. E' stata un'Assemblea sentita e partecipata durante la quale è stata confermata la volontà di avviare la procedura che porterà allo svolgimento del Congresso Provinciale del PSI.

Obiettivo prioritario è la riorganizzazione della Federazione Cremonese del PSI, che permetterà di partecipare, a pieno titolo, alla vita democratica interna del partito, nonché a meglio qualificare l'area socialista nell'ambito delle relazioni politiche ed amministrative territoriali, su temi quali: welfare, salute, lavoro e ambiente.

I partecipanti hanno ritenuto inderogabile la costituzione di una struttura partitica organizzata che sia di riferimento agli iscritti, ai simpatizzanti e permetta un confronto aperto con le altre forze politiche presenti sul territorio.

Si ritiene indispensabile che la nascente Federazione sia garante di tutti coloro che si rispecchiano nei principi e nei valori del socialismo e si impegni affinché si superino ogni e qualsiasi frammentazione e divisione che minino alla vita democratica degli iscritti.

Altresì si ritiene fondamentale avviare con le varie associazioni e comunità socialiste presenti sul territorio un dialogo aperto e costruttivo, nel rispetto delle proprie libertà e autonomie. Tali associazioni, comunità, circoli sono uno dei modi per essere nella società e con la società.

In particolare durante l'Assemblea si è riconosciuto il ruolo svolto in questi anni dalla Comunità Socialista della provincia di Cremona, punto di riferimento per molti compagni che oggi condividono il nostro stesso percorso politico, così come si dà atto e merito alla gloriosa testata fondata da Bissolati “Eco del Popolo” e della prestigiosa Fondazione Zanoni di mantenere ancora viva la cultura socialista nel nostro territorio. Beni comuni da preservare nel tempo.

L'Assemblea, così legittimamente costituita ha proclamato Coordinatore delle fasi congressuali il compagno Alberto Gigliotti che verrà supportato dai compagni, membri del Comitato Congressuale: Diego Rufo, Matteo Bettini, Virginio Venturelli e Silvano Bonali e contestualmente ha individuato come data prossima per il Congresso “VERSO GLI STATI GENERALI” il 18 marzo 2023 nella città di Cremona.

Alberto Gigliotti Coordinatore Provinciale PSI Cremonese.

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ECO-Rassegna della stampa correlata

La Giustizia... siamo stati generali

Si annunciano fantomatici stati generali del socialismo italiano. Il termine indurrebbe alla consapevolezza di una riunione di tutti quelli che si definiscono socialisti. E tali sono ancora gruppi sparsi nel panorama politico italiano. A cominciare da noi che siamo ad un tempo militanti del Psi, ma anche promotori dell'Associazione socialista liberale che pubblica il giornale La Giustizia. Ma si sa, noi siamo tenuti “in gran dispitto” come l”inferno per Farinata degli Uberti. E anche se si tiene la celebrazione di un compleanno dell'Avanti manco ci invitano a parlare, contrariamente a mezza direzione del Pd, nonostante noi l'Avanti l'avessimo diretto per nove anni mentre il Pd era intento a ripubblicare L'Unità. Il punto dei cosiddetti stati generali, a prescindere dalle nostre pretese di bon ton, è il seguente: quali sono i confini politici di tale convocazione e quali conseguenze potranno determinarsi dopo? Non si capisce se saranno invitati i socialisti europei, dunque anche il Pd (e figurarsi se mancherà), oppure solo coloro che si definiscono socialisti in Italia. Calenda, ad esempio, che si è detto socialista Liberale sarà della partita? Oppure saranno convocati solo coloro disponibili ad aderire al Psi? Noi avevamo proposto, a quest'ultimo riguardo, di convocare un congresso costituente. Difficile pensare infatti di aggregare qualcuno se poi gli organi di partito resteranno uguali a prima. Proposta di buon senso, ma bocciata. Mi dicono che il compagno e amico Valdo Spini sarà della partita. Ecco disvelato il vero significato dell'iniziativa. Cioè: siamo stati generali…

Mauro Del Bue

Mauro Del Bue - Nasce a Reggio Emilia nel 1951, laureato in Lettere e Filosofia all'Università di Bologna nel 1980, dal 1975 al 1993 é consigliere comunale di Reggio, nel 1977 é segretario provinciale del Psi, nel febbraio del 1987 è vice sindaco con le deleghe alla cultura e allo sport, e nel giugno dello stesso anno viene eletto deputato. Confermato con le elezioni del 1992, dal 1994 si dedica ad un'intensa attività editoriale (alla fine saranno una ventina i libri scritti). Nel 2005 viene nominato sottosegretario alle Infrastrutture per il Nuovo Psi nel governo Berlusconi. Nel 2006 viene rieletto deputato nel Nuovo PSI. Nel 2007 aderisce alla Costituente socialista nel centro-sinistra. Nel 2009 é assessore allo sport e poi all'ambiente nel comune di Reggio. Dal 2013 al 2022 dirige l'Avanti online.

Chiosa

Non occorrerebbero molte parole per dimostrare che la rubrica (ovviamente col suo portato di riflessioni, argomenti, proposte) “tira”. La stessa numerazione ordinale arrivata al 19 ne è dimostrazione. La circostanza che arrivino contributi prestigiosi, per qualità di contenuti e di estensore (in questo caso Evelino Abeni con un passato riconosciuto di dirigente politico, di amministratore cittadino e di legislatore regionale) ci incoraggia a persistere. E in qualche modo ad inorgoglirci, in presenza di segnali, come si diceva, di incoraggiamento e di verifica che, almeno a livello locale, la nostra testata è l'unica a fornire opportunità di confronto in un segmento dialettico, che, almeno nell'area ideale, politica, culturale e sociale, dovrebbe essere pane quotidiano. Evidentemente aiuta l'ancoraggio ad ispirare e a mantenere il perno del” forum” ben ancorato alla linea-guida super partes.

“La questione socialista” (fino ad un tempo usata come clava delegittimante per chi ne avesse avuto l'ardire anche solo di evocarla) riemerge da un underground di discredito e diventa, specie negli ultimi tempi contraddistinti dai testa-coda del campo di pertinenza, punto di riferimento di qualsiasi resilienza dell'aggregato di valori ideali e di progetti di cambiamento della società, un dato costante.

I tempi sono quelli che sono. Tremendi per le sensibilità ispirate, pur nelle caratterizzazioni, dagli ideali di democrazia, di libertà, di emancipazione civile e sociale.

30 anni (gli ultimi) di “transizione” non passano senza lasciare macerie.

Lo scenario attuale, denso di appuntamenti elettorali, congressuali, non appare tra i più fecondi per prefigurare con ottimismo il prosieguo del percorso di rimodulazione dell'apparato teorico ed associativo.

Importante è non smarrire né questa consapevolezza della progressione di un confronto aperto ed edificante né l'ineludibilità del monito a restare ancorati alla ricerca di vie nuove.

Qui finisce la chiosa del coordinatore della testata. E comincia quella dell'osservatore non super partes. In dovere di chiarezza per i compagni di viaggio di questo trentennio, determinati, almeno idealmente, a non disarmare.

Circa l'inclusione del PSI (di questo PSI!) nell'asset delle risorse sinergiche per la riaggregazione delle basi ideali, teoriche e militanti costituenti di una sostenibile offerta di socialismo lib lab, è ben noto come la pensiamo (il sottoscritto ed altri senza tessera). Ritenere il PSI (questo, che ha praticato scervellate sudditanze politiche ed elettorali e che, nelle testimonianze pratiche, ha vilipeso le minimali prerogative di democrazia interna degli organi e dell'agibilità politica) sarebbe come avanzare un'offerta di resilienza incongrua e incoerente rispetto alle premesse. A tirare il carro della presenza socialista sul territorio sulle questioni sociali e istituzionali, siamo stati in pochi. Senza fare polemiche, faccio osservare che con L'Eco del Popolo interloquiscono (sulla testimonianza storica dell'antifascismo e della Repubblica nata dalla Liberazione, come sulla difesa dell'esercizio dei diritti civili, come sul contrasto alle tendenze padronale di soppressione dei posti di lavoro e su quant'altro evidenziato dall'informazione quotidiana e dal nostro diretto rapporto con la quotidiani) testimonianze che rappresentano variegate sensibilità culturali, sociali, civili e politiche, ma che in qualche modo considerano la nostra testa e la Comunità accreditato riferimento per incroci, incontri, opportunità di confronto e comune elaborazione di progetti. Per quanto ci riguarda non abbiamo motivo per rettificare una linea di comportamento "datata" da 30 anni. Mantenendo ben separato l'impegno per Associazione Zanoni e Eco, che rispondono a mission diverse da quella della militanza. Parliamo e ci confrontiamo con tutte le espressioni che vicendevolmente riconoscono significativi ambiti di contiguità, ma non di sovrapponibilità.  Soprattutto, non di pretesa di annessione e/o di lucro di tessere, voti, nicchie di clientele e subalternanze. Non abbiamo in assoluto nemici; abbiamo qualche avversario dal punto di vista dialettico attorno alle prospettive strategiche; consideriamo nostri interlocutori e partners tutti coloro che, partendo dalle basi ideali della liberaldemocrazia repubblicana e del laburismo, sono alla ricerca (come noi) di una sintesi "costituente " capace dare una speranza. All'aggregazione di elementi fondativi per una sistemazione teorica e per un'intelaiatura associativa, capaci di operare una svolta sostenibile nelle incerte vicende di chi vuole rappresentare le ragioni del riformismo, della laicità, del lavoro. 

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