A nome del Comitato Direttivo Territoriale di Cremona, Circoli Arci, operatori, volontari e volontarie, associati di oggi e degli ultimi 50 anni, la Presidente Claudia Noci, ci ha comunicato la scomparsa, poche ore fa, di Gianvittorio Lazzarini. Insegnante, sindacalista, protagonista della scena culturale cremonese degli anni Ottanta e Novanta, fu Presidente provinciale dell'Arci fino al 1990, promotore della nascita del Centro di Via Speciano nei primi anni Ottanta, cofondatore – con Renato Suppini delle Acli – del Forum dell'Associazionismo e del Volontariato e successivamente del Centro Servizi per il Volontariato (all'epoca CISVOL, ora CSV). Instancabile produttore di idee e proposte culturali, spesso provocatorie e innovative, inventore di giochi, cultore dell'autobiografia e studioso della cultura popolare. Diffusore di idee progressiste, da sempre tese all'obiettivo primario di rendere la conoscenza e la cultura in questa città accessibili a chiunque. Solo un anno fa, in occasione del suo 85º compleanno, avevamo radunato a casa sua tutte e tutti i Presidenti di Arci Cremona degli ultimi cinquant'anni, per rendergli omaggio. Oggi piangiamo un nostro padre fondatore, di cui ci mancheranno la verve e l'ironia, stringendoci a Liliana, Anna, Manuel, Carmine, a tutte e tutti i familiari, alle compagne e ai compagni, alle amiche e agli amici di sempre in un abbraccio affettuoso e grato.
Ovviamente, la nostra testata e lo scrivente si associano al sincero cordoglio delle compagne e dei compagni dell'Arci, nonché dei famigliari e dei numerosi amici ed estimatori dello scomparso, il cui profilo umano e pubblico è stato agevolmente percepibile all'insegna della trasparenza relazionale e dell'intenzionalità di essere sempre e solo impegnato in progetti fecondi.
Non è mai stato difficile farsi irretire dal suo essere sempre fuori dalle posture ingessate e dal suo e dalla sua propensione a comunicare un senso di informalità.
I più lo ricordano per il suo massimo ruolo di vertice nell'associazionismo culturale.
Infatti, Lazzarini effettivamente fu tra gli aderenti di prima generazione e uno dei primi presidenti. L'ARCI, se non ricordiamo male (visto che fummo partecipanti alla riunione fondativa presso FederCoop in via Beltrami) fu costituita, a metà anni 60, come filiera di secondo livello dei numerosi “circoli” che in provincia (e in Italia) costituivano la rete, appunto, circolistico-ricreativa della sinistra.
La FederCoop avrebbe continuato ad occuparsi del raccordo delle coop di consumo e di lavoro sparse sul territorio. Mentre, appunto, ARCI venne costituita per raccordare e sviluppare la rete territoriale dei circoli, a prevalente finalità ricreativa ma a potenziale prevalente vocazione culturale.
In ciò, se si pensa agli sviluppi, l'idea sarebbe stata coronata da indiscusso successo. In cui largo merito va riconosciuto a Lazzarini.
I nostri incroci, però, furono più larghi. Perché ci accomunò, sia pure per un breve periodo, anche la militanza politica.
Ci riferiamo alla tessera del PSIUP, cui Lazzarini approdò non tra i fondatori (come chi scrive) nel gennaio 1964 bensì, reclutato da un coetaneo compagno di studi e di convivialità, in una fase in cui i socialisti “carristi” erano ormai avviati allo sciogliete le righe.
Sarebbe stato questo il motivo per cui ci incontrammo, come si suol dire, per dirci addio.
Ferma restando la comune condivisione dell'impianto ideale e dei fondamentali della cultura politica.
Possiamo azzardare che Lazzarini sviluppò durante tutta la sua giovinezza e maturità una personalità feconda in tutti i campi della testimonianza civile, la scuola, la cultura, la diffusione del sapere.
Non ci siamo mai (in senso tecnico) persi di vista. La vita opera incroci e perdite di contatto. Specie, quando, per ragioni di senescenza e di malferma salute, si rarefanno le occasioni di frequentazione. Ma è giusto, doveroso, contrastare l'oblio per figure come la Sua, per farne motivo di conoscenza rispetto ad una testimonianza civile edificante.
(e.v.)