Con la conferenza di presentazione dell'edizione “Bandiere sul Torrazzo” avvenuta venerdì 10 aprile 2015 nel Salone dei Quadri di Palazzo Comunale, un altro importante tassello si è aggiunto al mosaico del programma celebrativo del 70°della Liberazione. Che Istituzioni Cittadine, Associazionismo Partigiano ed Antifascista, mondo della scuola e della cultura hanno voluto ispirare ad un forte impegno di documentazione e di divulgazione di quell'accadimento, fondamentale per l'archiviazione del ciclo autoritario/totalitario e per la costruzione della nuova Italia Repubblicana.
L'Eco del Popolo e l'Associazione Emilio Zanoni esprimono particolare gratitudine al Comune di Cremona, all'ANPI, all'Associazione Partigiani Cristiani, alla Direzione dell'Archivio di Stato, a Giuseppe Azzoni.
Ad Azzoni, ricercatore storico e dirigente dell'ANPI provinciale, si deve riconoscere un ruolo fondamentale per il raggiungimento dell'importante e prezioso lavoro che ha arricchito le basi documentali della memoria partigiana nel cremonese. Senza del quale, in presenza di risorse limitate per l'amministrazione locale e, lo si dica dolorosamente ma doverosamente, in un contesto di allentamento della tensione ideale, il “carniere” celebrativo sarebbe stato deludente.
Senza tentare assurdi paragoni, abbiamo compulsato le edizioni 1964/65 della testata bissolatiana, diretta per decenni e tanto prestigio da Emilio Zanoni. Sarà perché quasi tutti (ad eccezione di Mario Coppetti al quale auguriamo di essere tra noi ancora per molti anni) i testimoni di quell'evento hanno concluso il loro ciclo esistenziale. Sarà perché l'evoluzione dei tempi deve aver fatto premio sulla falsa acquisizione secondo cui le conquiste democratiche sono per sempre. Vero è che cinquant'anni fa gli stessi aventi, come testimoniano gli stralci de L'Eco del Popolo che pubblicheremo a ridosso del 25 aprile, furono rivissuti e celebrati con ben altro spirito.
Sia quel che sia, nel realistico convincimento che si fa fuoco con le fascine disponibili, non cesserà il nostro impegno a fianco di tutti coloro che ritengono intramontabili e valori dell'antifascismo.
Pubblichiamo di seguito il contributo di Azzoni sullo svolgimento della conferenza ed, in allegato, la bozza dei testi che sono confluiti nell'edizione a disposizione di chi ne sia interessato.
Quando, il 29 di aprile 1945, arrivarono i primi mezzi degli Alleati, la Città di Cremona si era già liberata dei tedeschi e dei fascisti locali ed emiliani che la presidiavano. Lo scrive, in un bellissimo racconto di quei giorni, Emilio Zanoni, all'epoca membro del CLN ed in seguito Sindaco della città. Il Comune di Cremona, in collaborazione con le Associazioni partigiane, l'Associazione Emilio Zanoni e l'Archivio di Stato, ha ricordato in sede storica e culturale i giorni della Liberazione della città, nel loro settantesimo anniversario, con un importante convegno tenutosi nel Salone dei Quadri municipale il 10 aprile scorso.
L'incontro è stato aperto dal Sindaco, Gianluca Galimberti, che ha delineato gli elementi politici e morali di quelle giornate e della Resistenza come fondanti della Costituzione e degli ordinamenti democratici che seguiranno alla fine e della guerra. Tra questi la volontà di pace: finalità ed aspirazione principale popolare per la quale si dovettero anche prendere le armi. Sono seguite le relazioni del prof. Rodolfo Bona e del prof. Franco Verdi in rappresentanza delle Associazioni partigiane che hanno rievocato quelle giornate, le vicende che le hanno caratterizzate e molti dei protagonisti. Ha presieduto l'incontro, attentamente seguito da numerosi partecipanti, l'assessore Rosita Viola. Essa ha riportato i saluti di due invitati, testimoni e protagonisti di quei momenti e dell'antifascismo cremonese, i quali per ragioni di salute non hanno potuto presenziare: Mario Coppetti, matteottino, e Libero Scala, commissario politico della Brigata Ghidetti.
L'insurrezione in città era stata fissata dal CLN per le ore 14 del 26 aprile, a quell'ora, come convenuto, suonarono le campane delle chiese cittadine e le sirene di fabbriche come l'Armaguerra e la Cavalli e Poli per mano degli operai. Sulla base di quanto era stato predisposto dal CLN nel periodo clandestino e dell'organizzazione delle brigate formatesi dopo l'8 settembre 1943: la Ghinaglia, la Matteotti e la Fiamme Verdi ben presenti in città, centinaia e centinaia di cittadini parteciparono attivamente, anche in armi, all'insurrezione. Essa liberò la città dai fascisti repubblichini e dai tedeschi già numerosi ed ancora in forte aumento per l'afflusso dal Po determinatosi con l'avanzata degli Alleati. Appunto la pressione dell'avanzata e l'insurrezione popolare portarono ad una sequenza di scontri e di trattative a seguito delle quali la città fu liberata.
In quelle ore furono issate in cima al Torrazzo due bandiere: una bianca, segnale convenuto con gli Alleati perché desistessero da attacchi aerei, ed una tricolore: l'Italia democratica aveva costretto gli occupanti tedeschi ed i loro servi ad andarsene. Appunto “Bandiere sul Torrazzo – I giorni della Liberazione di Cremona” è il titolo di un agile ma denso volumetto stampato dal Comune di Cremona con una serie di documenti presenti in Archivio di Stato, ivi consegnati dall'ANPI. Si tratta del patto tra le principali forze politiche provinciali – socialisti, democristiani e comunisti – ancora clandestine per condurre insieme la lotta di liberazione in questo territorio; c'è il racconto dettagliato di Emilio Zanoni della insurrezione in città, i resoconti stesi dalle brigate partigiane e quello del sindaco del CLN Calatroni. Sono citati i nomi di venti dei numerosi caduti in quella giornata per la liberazione di Cremona.
In allegato:
-il testo della cronaca
-il testo dell'edizione Bandiere su Torrazzo
-il testo del rapporto sulla Liberazione di Pizzighettone redatto da Comunardo Boldori, figlio di Attilio Boldori assassinato nel dicembre 1921.