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Assemblea della Comunità Socialista

Dibattito in videoconferenza per i socialisti della nostra provincia

  31/01/2021

Di Redazione

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Giovedì scorso si è riunita, per la prima volta in videoconferenza, la Comunità Socialista. Presenti a questo debutto in digitale vi erano Compagni in rappresentanza del cremasco, di Pizzighettone, di Soncino, di Cremona e del casalasco: Anastasio Tommaso, Bettini Matteo, Bonali Silvano, Brusaferri Alessandro, Capretto Luciano, Dovera Giuseppe, Gigliotti Alberto, Panariello Domenico e Venturelli Virginio. Un'affluenza che in termini numerici fa ben sperare per il prosieguo, poiché non era scontata la riuscita di tale evento per un'aggregazione di appassionati e volontari della politica nostrana alle prese con l'ulteriore difficoltà del mezzo digitale, soprattutto per chi era alle "prime armi". Da sottolineare che, nonostante l'emergenza sanitaria, la Comunità non ha mai smesso di discutere delle questioni attinenti all'attualità e al territorio, pronunciandosi e facendo sentire la propria voce a mezzo stampa o via social. 

Introduce Tommaso Anastasio (organizzatore dell'evento - a destra nella foto di repertorio in copertina assieme a Virginio Venturelli) sull'attuale crisi di Governo e sul quadro politico nazionale, dal quale

si evince soprattutto una destrutturazione del centro-sinistra e dello stesso PD, il dibattito ha evidenziato come la crisi di Governo indotta da Renzi in un momento di estrema fragilità del Paese, possa essere visto come un azzardo, ma anche come l'opportunità di dare un senso e un'accelerazione ai provvedimenti per traghettare fuori dalle secche un'Italia che non solo non corre più, ma stenta a reggersi in piedi. Questo governo, alla prova dei fatti, non ha saputo gestire il dopo emergenza più che l'emergenza stessa, utilizzando male le poche risorse a disposizione e intraprendendo, addirittura, la direzione sbagliata.

In seguito si sono analizzate le drammatiche difficoltà in cui versa il Paese, da quella sanitaria a quella economica con ripercussioni incalcolabili di cui si avranno effetti a lungo termine nel sociale e, soprattutto, nelle future generazioni. Insomma, parrebbe questo il momento più favorevole per inserirsi con un rinnovato progetto socialista che indichi, con la bussola della giustizia sociale, la via per ristabilire l'equa misura a cui tendere, sia economicamente che in senso ambientalistico (dai quali discende l'attualissimo tema sulla Salute). Proseguendo nel dibattito

Dispiace che ad auspicare una svolta socialista (più per convenienza che per vera convinzione) sia il Premier uscente; uno che col socialismo non ha proprio nulla a che vedere. Siamo oltremodo rammaricati dal comportamento ondivago del PSI, nella persona del senatore Nencini (dove per “nella persona” mai come oggi si certifica il personalismo nel quale versa il partito, che pare in grado di rappresentare ormai solo i propri rappresentanti e non più la base). Sia chiaro, senza voler mancare di rispetto a nessuno, o senza giudicare le scelte di un partito dell'1% che non rappresenta (e azzardiamo pure) almeno il 10% di socialisti che se ne sta convintamente fuori da esso. Di fronte al fallimento (de facto) di questo PSI, le opzioni non sono più né un'OPA ostile di “responsabili” (sia interni che esterni, ormai logori da tanta resistenza e sopportazione), né un suo coinvolgimento in un qualsiasi patto federativo di rilancio del socialismo italiano. Se rinascita deve essere, qualcosa dovrà finire. Nulla di blasfemo, solo che necesse un'omega prima dell'alfa. 

Alla finestra vi sono comitati e associazioni socialiste che tentano una ricostruzione, almeno ideale e progettuale, dal basso del socialismo italiano come il Comitato per l'Unità Socialista (di cui alleghiamo il comunicato del 26 us), ma anche come i “Socialisti di Milano” (vedi la gallery in calce), promotori di veri e propri laboratori con l'intento di riaggregare una vasta area laica, libertaria e riformista in grado di misurarsi con le sfide poste difronte a noi dalla crisi (ormai planetaria) di un modello a trazione liberista che tenta nuovamente di rigenerarsi sulle spalle dei più deboli. 

Si potrebbe tentare quantomeno una sorta di gemellaggio con queste realtà che se replicabili in tutta la Lombardia, potrebbero dare il la ad una federazione regionale indipendente dal PSI. Un Partito regionale ancorato alla base e non al suo apparato. 

C'è stato spazio anche per ragguagliare l'assemblea sui movimenti politici in vista delle prossime amministrative, da Rivolta d'Adda a Pizzighettone passando per Spino d'Adda e altri comuni di minore entità, con il tentativo di ricostruire un centro-sinistra che in vista della tornata elettorale del 2022 a Crema possa presentarsi compatto, credibile e coerente con le aspettative dei suoi cittadini. 

Crediamo ancora in una politica fatta da aggregazioni stabili e democratiche, quali sono i partiti, e per questo intendiamo proporci non solo come supporto progettuale alle possibili aggragazioni civiche, ma anche come indirizzo ideale per un'azione politico-amministrativa che abbia senso e lungimiranza.

E in conclusione

Se servirà, data la mancanza di riferimenti nazionali, potremo mettere a disposizione dei compagni e di quanti provengano dalla società civile il simbolo della nostra Comunità così come le nostre migliori risorse, umane e non.

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