Da più di un anno, nonostante le avvertenze provenienti dai moniti di precauzionalità indotti dalla pandemia, era attenzionata la ricorrenza. Che ha visto, giustamente, uniti nello sforzo celebrativo i due antifascisti, Ferruccio Ghinaglia e Attilio Boldori, vittime ante marciam della violenza fascista, destinata a sovvertire il già fragile scenario delle prerogative liberaldemocratiche uscite snervate dal quinquennio bellico e dagli accadimenti dell'immediato primo dopoguerra.
Più che una cronaca sintetica del complesso rievocativo suggerito dalla ricorrenza del centesimo anniversario del delitto politico, di cui fu vittima l'11 dicembre del 1920 il testimone politico, istituzionale, sociale Attilio Boldori, vorremmo impegnare un resoconto molto analitico del panel celebrativo nella sua interezza e nei singoli eventi.
Che si sono snodati sia nei gesti di omaggio simbolico sia in eventi particolareggiati indirizzati all'approfondimento della strutturata personalità celebrata sia all'analisi del contesto, in cui si manifestarono quegli accadimenti.
Desideriamo, qui e subito, rivolgere un pieno, convinto ringraziamento ai partners di questo importante progetto di approfondimento e di divulgazione rispetto ad un segmento importante della storia cremonese, affrontato e sviluppato con forte aderenza fattuale.
Il motivo per cui ci avventuriamo (ben sapendo che nelle lunghe narrazioni si corre il rischio di smarrire per strada i portatori di soglie basse di attenzione) in una dimensione molto analitica è che raramente si è avuto occasione di esprimere un senso di armonizzazione e di convergenza, così collettivo e fecondo, per l'approfondimento del profilo di una personalità, vicina al sentire popolare dell'antifascismo e della sinistra lato sensu, ma, per essere sinceri, non piazzata nei piani alti del pantheon politico del territorio.
Ne esce, invece, a tutto tondo una figura sorprendentemente rivalutata sia dai players di questo lavoro di scansione dei fatti e delle testimonianze che nell'abbrivio del primo dopoguerra avrebbe portato a quel cambio di fase suscettibile di ipotecare in senso reazionario e illiberale le vicende patrie sia dalla platea di coloro che hanno partecipato. Ne fanno fede i social pervenuti e indirizzati ai tratti umani di una personalità, che scelse come guideline l'afflato verso le ultime file comunitarie, la loro emancipazione sociale ed economica, il loro ingresso e partecipazione nella vita pubblica, nonché il “municipalismo” come progetto di modernizzazione ed efficientamento della macchina istituzionale locale. Fino al punto di esporre la propria vita al rischio, rivelatosi mortale, della soppressione della propria testimonianza.
Già, un pervicace portatore di afflati di bella politica e di modalità quasi zen con cui esprimerla. Pervicace e quasi irritante, se si pensa al suo ripudio di essere alla guerre comme à la guerre, di rifiutare il minimo sindacale di autodifesa, che avrebbe potuto, come la scorta e la detenzione di armi (ampiamente in disponibilità degli avversari), rientrare legittimamente nella dotazione di una condizione così esposta.
Il panel non era stato immaginato (considerando i correnti tempi) dal cartello dei proponenti (ANPI- ANPC, Associazione Zanoni, L'Eco del Popolo, Provincia e Comune di Cremona, Comune di Casalbuttano) a misura di un'offerta conviviale di massa.
Ma, pur con precise impostazioni prudenziali indirizzate a non favorire assembramenti, si può calcolare che la partecipazione delle rappresentanze istituzionali ed associative e dei singoli cittadini è stata superiore a duecento partecipanti.
A loro vorremmo riservare l'opportunità di disporre dei “testi” dei contributi; che, grazie alla nostra testata, estendiamo a coloro che non hanno potuto presenziare.
Forniamo di seguito il resoconto dello svolgimento dei singoli eventi, quale risultavano dal programma. E chiuderemo questa carrellata divulgativa con il testo particolareggiato dei singoli interventi.
Ci pare di dover concludere questa presentazione della cronaca di questa edificante pagina rievocativa della figura di Attilio Boldori e ad un tempo della temperie politica in cui quegli accadimenti si snodarono, con una valutazione che accredita il convincimento di completa aderenza tra finalità e reale risultato.
Dal che, si ripete, discende il dovere di ringraziare i partecipanti, le istituzioni, il mondo dell'informazione locale che ha efficacemente fatto rimbalzare questo progetto divulgativo.
Forse, in contrasto con il rango da sempre assegnato alla vicenda in un'ottica prevalentemente circoscritta, si sarebbe potuto fare di più per incanalare la rievocazione (come meriterebbe) in un'ottica nazionale; atteso che il delitto Boldori, come quello coevo del capolega migliolino Giuseppe Paulli, ricordato giustamente da Verdi e da Corada anche se tecnicamente appartenente alla fattispecie dell'ondata repressiva di u anno prima, assume la valenza di un marker apripista del cambio di passo delle vicende politiche di quel tempo. Insieme al delitto Di Vagno, avvenuto a metà 1921; tutti anticipatori dell'imbarbarimento punzonato dalla marcia su Roma. Quello Matteotti del 1924 sarebbe avvenuto dopo la marcia e l'insediamento del fascismo nel ruolo di governo. Ma, in qualche misura, apparterrà ai prodromi della definitiva deriva verso il regime, autoritario e totalitario.
VENERDÌ 10 dicembre 2021
Cerimonia di apertura del ciclo rievocativo del centenario
Nella tarda mattinata in sala pre-consiglio e di fronte al busto marmoreo, realizzato dall'esimio scultore Ferraroni, donato all'Ente dall'Associazione Emilio Zanoni, si è svolta l'annunciata cerimonia di omaggio alla figura di Attilio Boldori e di rievocazione del delitto politico di cui fu vittima, ad opera dello squadrismo farinacciano,
Nel delineare tale profilo di politico strutturato e fortemente impegnato nel sociale e nell'amministrazione locale si sono esaltati durante il momento celebrativo gli ideali di emancipazione civile e sociale e di strenua difesa delle prerogative liberaldemocratiche di quel ciclo storico, ideali che si riverberano nell'attuale contesto.
All'evento hanno partecipato il Presidente del Consiglio Comunale di Cremona, avv. Paolo Carletti, il prof. Giancarlo Corada e Maurizio Antoniazzi per l'ANPI, il prof. Franco Verdi della Presidenza dell'ANPC, Sergio Denti rappresentante della Comunità Socialista di Cremona.
SABATO 11 dicembre 2021
Ore 10 - Civico Cimitero omaggio alle tombe di Attilio Boldori e Ferruccio Ghinaglia
Con la partecipazione del Presidente del Consiglio Comunale, avv. Paolo Carletti, della dirigenza provinciale dell'ANPI e della Comunità Socialista della città è stato tributato ad Attilio Boldori il dovuto omaggio, di fronte alla tomba realizzata a Liberazione avvenuta (in quanto prima di allora il regime fascista aveva negato ai famigliari e ai compagni della vittima della violenza il conforto di un'ultima dimora ufficiale). Il monumento funebre fu commissionato dalla federazione socialista nel 1946 allo scultore Anselmi e fu realizzato con una sottoscrizione popolare. I partecipanti alla cerimonia, come era accaduto nella primavera scorsa, hanno reso omaggio alla tomba di Ferruccio Ghinaglia e hanno portato un saluto all'indimenticabile scultore-partigiano Mario Coppetti.
ore 11 - Sala dei Quadri di Palazzo Comunale
Assemblea pubblica dedicata agli studenti, relatore il Presidente del Consiglio Comunale di Cremona, avv. Paolo Carletti, che ha svolto un approfondimento sugli avvenimenti cittadini del 1921, dedotti dagli atti consiliari.
Come si avrà motivo di verificare
ore 14 - in località Traballino di S. Vito di Casalbuttano
Una delegazione, presieduta dal Sindaco del Comune di Casalbuttano, prof. Gian Pietro Garoli, ha reso a Boldori l'omaggio, nel luogo e approssimativamente nell'orario in cui cento anni fa avvenne l'orrendo delitto politico. Tra i presenti, oltre che la delegazione dell'ANPI e della Comunità Socialista, il nipote del martire, Ingegner Giorgio Corbani (figlio della figlia di Boldori Brunilde e di Giusto Corbani, indimenticato Sindaco Socialista di Pizzighettone.
Al momento dell'agguato premeditato Boldori era in missione, come coordinatore del movimento cooperativo (che a quell'epoca contava in provincia di Cremona centoventi realtà operative). Il professor Garoli ha indicato il punto esatto in cui gli squadristi commissionati dal non ancora “onorevole tettoia” (all'epoca ancora vice telegrafista delle regie ferrovie). La cascina è in fase di ristrutturazione. Ma il Comune di Casalbuttano ha inserito nella relativa concessione edilizia l'obbligo del proprietario a mantenere all'ingresso la lapide installata dalla federazione socialista il 1° maggio 1986, per iniziativa del vicesindaco dell'epoca, Canevari.
Ore 15 - omaggio di fronte alla lapide, realizzata dal prof. Mario Coppetti, installata, nell'occasione del 90°, sulla facciata dell'ex Municipio di Due Miglia.
Tra i partecipanti il Presidente del Consiglio Comunale avv. Paolo Carletti, l'Ing. Giorgio Corbani e signora, l'assessore Rosita Viola, il consigliere comunale avv. Lapo Pasquetti, il presidente del Centro Sociale Duemiglia Denti, la Presidente dell'Associazione Zanoni Clara Rossini, Roberto Galletti del Circolo cittadino del PD, Silvia Coppetti, il pittore Graziano Bertoldi (autore del dipinto del volto di Boldori impiegato come logo nella comunicazione del progetto celebrativo, Gino Carnesella già consigliere comunale, Mariella Laudadio del Direttivo ANPI.
Al termine della cerimonia esterna Boldori, Sindaco della comunità che sino al 1920 era costituita in Comune, è stato salutato dal “silenzio” della tromba suonata da un socio del Centro Sociale.
Ore 15,30 - Sala riunioni di Palazzo Due Miglia - Conferenza di approfondimento della procedura di riorganizzazione dell'entità amministrativa del Capoluogo.
Relatore: Avv. Paolo Carletti, presidente del Consiglio Comunale di Cremona
Introduzioni del Prof. Giancarlo Corada, presidente dell'ANPI, di Clara Rossini, in rappresentanza dell'Associazione Zanoni e de L'Eco del Popolo, di Giuseppe Azzoni.
Come annunciato, la conferenza, pur contestualizzata nello scenario politico, ben ripreso dall'avv. Carletti, che fu cornice del delitto, è stata prevalentemente dedicata all'approfondimento della lunga ed impegnativa che portò alla razionalizzazione delle tre entità amministrative, che dall'unificazione nazionale in poi e per alcuni decenni convissero con qualche criticità nella stessa cornice territoriale. Lo sblocco di una situazione al limite del paradossale si ebbe (come si avrà modo di verificare leggendo le relazioni unificate nei testi a margine della cronaca della conferenza di Palazzo Comunale) con la raggiunta omogeneità politica dei vertici amministrativi di Cremona e di Due Miglia. Retti, dopo la vittoria delle liste socialiste del 1914, da Attilio Botti e da Attilio Boldori.
Pubblichiamo in allegato la sintesi delle relazioni e dei contributi illustrate nel corso delle conferenze della mattina a Palazzo Comunale e del pomeriggio nella sala dell'ex Municipio di Due Miglia.