Ricorre il 55° anniversario di uno dei più inquietanti accadimenti che caratterizzò, anzi che innescò la filiera di quella che sarebbe stata, giustamente, definita strategia della tensione.
Quel giorno di 55 anni chi scrive era in procinto di partecipare ad un'assemblea nazionale della Federazione Giovanile Socialista a Porretta Terme. Prontamente revocata. Psicologicamente fu uno snodo traumatico. Che dall'epopea della Liberazione sbatteva in faccia la consapevolezza che i rigurgiti fascisti iniziavano ad operare in sinergia con una congerie di entità, dai servizi deviati, alle organizzazioni eversive, agli infiltrati, interessati, come autorevolmente ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, allo scopo di sovvertire l'ordine democratico, instaurato con l'avvento della Repubblica.
I terroristi intendevano produrre una rottura nella società italiana, generando caos e generalizzazione della violenza. Il popolo italiano supero una prova terribile.
La strage che, 55 anni or sono, colpì Milano, a Piazza Fontana, fu espressione del tentativo eversivo di destabilizzare la nostra democrazia, imprimendo alle Istituzioni una torsione autoritaria. Una ferita nella vita e nella coscienza della nostra comunità, uno squarcio nella storia nazionale. Il 12 dicembre 1969 fu una giornata in cui i terroristi intendevano produrre una rottura nella società italiana, con ordigni fatti esplodere anche a Roma, generando caos e generalizzazione della violenza. La Repubblica è vicina ai familiari delle vittime e sente il dovere della memoria. Il popolo italiano superò una prova terribile. Fu anzitutto l'unità in difesa dei valori costituzionali a sconfiggere gli eversori e a consentire la ripresa del cammino di crescita civile e sociale. Milano fu baluardo e tutto il Paese seppe unirsi. Preziosa eredità e, al tempo stesso, lezione permanente giacché non era scontato. Seguirono tentativi di depistaggio e di offuscamento della realtà. L'impronta neofascista della strage del '69 è emersa con evidenza nel percorso giudiziario, anche se deviazioni e colpevoli ritardi hanno impedito che i responsabili venissero chiamati a rispondere dei loro misfatti. La pressante domanda di verità da parte dei cittadini ha sostenuto l'impegno e la dedizione di uomini delle Istituzioni, consentendo di ricomporre il criminale disegno e le responsabilità. Verità e democrazia hanno un legame etico inscindibile. Aver ricostruito la propria storia, anche laddove essa è più dolorosa, è stata condizione per trasmettere il testimone alle generazioni più giovani, a cui tocca ora proseguire il percorso di civiltà aperto dai nostri padri nella lotta di Liberazione e nella Costituzione.
È importante, come ha sottolineato il Capo dello Stato, che, nonostante depistaggi e offuscamento della verità, a distanza di oltre mezzo secolo il popolo italiano sia consapevole della gravità di quei fatti ed oggi ribadisca la condanna nei confronti delle pulsioni sovvertitrici della democrazia, conquistata con la lotta antifascista e la Liberazione, di cui nel prossimo 25 aprile, ricorrerà l'80° anniversario.
Particolarmente significativa è stata la manifestazione rievocativa tenutasi a Milano, con l'autorevole del Sindaco Sala e delle rappresentanze del Movimento Permanente e dell'associazionismo antifascista. Cui ha partecipato una folta delegazione del nostro territorio.
Di cui, ringraziando ANPI, pubblichiamo alcune immagini.