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Dossier sanità /30

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

  20/10/2024

Di Redazione

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Riceviamo da Paola Tacchini, Consigliere Comunale

Eccomi nuovamente al Teatro Filo, dove ho avuto il piacere di ascoltare un luminare: il professore Giuseppe Ramuzzi, nefrologo, Direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e membro del Consiglio Superiore di Sanità... e la lista va ancora avanti... fino ad arrivare al suo ultimo libro: Le Sanguisughe di Giulietta.

Il primo argomento è stata la valenza o meno di togliere quei test impensabili che filtravano l'accesso alla facoltà di medicina, le cui domande sembravano non avere la minima attinenza con la professione sanitaria ("Che cosa è la Grattachecca?" tanto per citarne una).

Certamente un tipo di selezione ci vuole, anche perché in base alle richieste, potrebbero non esserci abbastanza docenti o aule universitarie.

Tanti i temi trattati nel suo libro:

Medici di famiglia: devono formarsi tramite una specialità o con corsi e certificazioni sindacali?

  • Mancano più o medici o gli infermieri? Questi ultimi figure preziose alle quali è dedicato il libro.
  • L'importanza della Sanità Pubblica che non può assolutamente seguire la "Libera Scelta e le Leggi di Mercato" anzi, ne è agli antipodi: la sanità non deve generare profitto, deve tutelare il diritto alla cura.
  • I giovani medici oggi sono molto bravi, sanno molto, ma non sanno avere un rapporto approfondito con il paziente.
  • I tempi in corsia per compilare una cartella, una volta con la penna era tutto pronto in massimo un quarto d'ora, oggi con i programmi dei computer, i codici e i campi da compilare si è triplicata la durata.
  • Le visite al paziente che durano pochi minuti, magari senza staccare gli occhi dal device.
  • L'importanza di saper parlare con la persona per capire meglio la sua patologia, senza arrivare a cambiare troppo quei valori di riferimento che ultimamente si abbassano sempre di più, fino a fare credere anche ad un paziente che è sano, solo perché ancora non sa di essere ammalato.
  • L'utilità, ma non l'abuso della IA.

Oggi si continua a ripetere che, andando avanti così, sarà sempre più difficile in Italia avere un servizio Sanitario Nazionale, che i costi di cura sono insostenibili. Anche a causa dei prezzi stratosferici di certi farmaci salvavita, voluti senza una reale necessità e solo per puro lucro, da molte multinazionali farmaceutiche.

La domanda finale che ha posto il professore Remuzzi è stata: "Invertiamo il concetto: ci possiamo permettere di non avere un servizio sanitario nazionale?"

C'è davvero molto su cui riflettere!

A condurre l'incontro il direttore Vittoriano Zanolli affiancato dal medico responsabile della Genetica Medica all' Humanitas di Milano Pietro Cavalli, introdotti dal Geometra Mantovani che ha organizzato l'evento con la Società Filodrammatica Cremonese.

Fra gli invitati, alcuni componenti del Movimento per la Riqualificazione dell'Ospedale, come il Dottor Enrico Gnocchi, Paola Luccarini, personale sanitario come l'amico Umberto Bonetti la mia amica M5S Sylvia Migan, e anche alcuni rappresentanti delle istituzioni cittadine, il consigliere Giussani, la consigliera Cappelletti e il presidente del consiglio comunale l'onorevole Luciano Pizzetti.

Riceviamo da Enrico Gnocchi coordinatore del Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale

L'incontro con il prof. Remuzzi di ieri al Filo, a mio parere è stato molto interessante. La presenza di politici locali e di relativamente molti medici è un segnale di attenzione al problema della sanità e con la presenza come relatori di Pietro Cavalli e del geom. Mantovani è stato dato un segnale a tutti che anche il problema del nuovo ospedale fa parte della "malasanità".

Circa un quarto dei presenti del pubblico era del "movimento"... purtroppo, vista l'importanza dell'evento a mio avviso troppo pochi i convenuti (50-60 persone?).

Le elezioni amministrative sono ormai passate da diversi mesi, e pure le vacanze estive.

Credo che sia necessario che noi sostenitori del movimento ci incontriamo per fare il punto della situazione.

Novità ce ne sono tante. Ci aspettiamo che anche siano numerose le vostre proposte e la vostra disponibilità ad attuarle

In questi mesi come vi avevo informato si sono aggregate alcune persone che hanno continuato personalmente la raccolta firme.

A questo riguardo invito tutti a continuare la raccolta firme, che personalmente ritengo la base per diffondere il nostro obiettivo e far pressione sulle istituzioni e sui partiti. Se avete raccolto altre firme portatele alla prossima assemblea.

Ma altre cose si sono fatte in questi mesi, e altre si possono fare con poco impegno.

Per es. scrivere ai media (allego l'elenco che solitamente uso allo scopo) per ribadire la contrarietà della gente. 

Allego una pag. delle lettere de La Provincia dove un lettore, scrivendo del problema del nuovo ospedale, equivoca sul suo finanziamento. 

Ribadire che i fondi stanziati non sono del Pnrr ecc. sarebbe un ottimo spunto per ri-sottolineare lo spreco di denaro... anche denunciare che la prossima finanziaria è molto parca nello stanziamento alla sanità ecc.

Riceviamo da Clara Rossini (Cremona)

Caro direttore, questa mattina la prima pagina del quotidiano La Provincia ha catturato tutta l'attenzione su due articoli in antitesi tra loro.   Il primo mette in evidenza come medici e infermieri lasciano i posti di lavoro per evidenti carenze di guadagni rispetto all'intensità delle prestazioni. Ultimamente il governo per raggranellare soldi onde evitare il deficit di bilancio si rivale su sanità e scuola, promettendo ma in realtà togliendo. Si fa leva sui giovani laureandi perché onorino la loro missione scegliendo di impegnarsi negli ospedali …battutaccia o estrema assurda fiducia nel prossimo?? Quello poi che mi ha veramente “stordito” è stato leggere più sotto la dichiarazione del dott. Belleri: INDIETRO NON SI TORNA!!

Ehila Ehila trulla la‘. Perbaccolina!! Nemmeno queste parole fossero state pronunciate da un componente del governo, La Russa per esempio. 

Siamo seri: il nuovo ospedale sarebbe il rimedio a tutti i mali … attirerebbe eccellenti professionisti …pronti ad assistere gli ammalati anche se lontano dalle preziose attrezzature??

Il loro previsto onorario è stato già conteggiato?

Eppure, ammettendo a fatica che il secondo sorga come progettato nell'area vicina, una volta reso agibile con tutti gli accorgimenti necessari, si ovvierebbe alla demolizione per una nuova utilizzazione: dare ospitalità agli anziani e alla facoltà di Medicina. Vicino vicino all'ospedale a cui tanti aspirano. 

Naturalmente, in caso di mancanze, non vi sarebbe alcun pericolo di restare senza assistenza per le persone ammalate, per far fronte ad eventuali nuove epidemie …

Riceviamo da Carlo Giussani Consigliere comunale di Centrosinistra

Io ho lavorato in ospedale in radiologia (ora sono pensionato) ed in effetti ho partecipato più per interesse specifico, che come rappresentante del Comune.

A posteriori considero in effetti che la rappresentanza cittadina, nel suo complesso, abbia perso l'occasione di ascoltare un grande oratore, un ottimo divulgatore e in sostanza la rappresentazione concreta di ciò che significhi essere un punto di riferimento culturale è scientifico.

Forse meritava maggior pubblicità questo evento e mi auguro che, magari inserito in ad altro contesto (me lo sono immaginato al - PAF-), possa tornare con il suo carico di conoscenza.

Riceviamo da C. L. (Vicenza)

Caro Eco del Popolo, l'editoriale sul Prof. Remuzzi è veramente esaustivo. Molto interessante la riflessione sul SSN perché ha evidenziato le criticità e il modo per risolvere, anche se solo in parte, i problemi di salute pubblica. I cittadini hanno diritto alla salute, sancito dalla nostra Costituzione, e lo Stato per fronteggiare la spesa per le cure mediche ha bisogno di risorse economiche, mediche ed infermieristiche. Ecco perché sostengo che chi evade le tasse è un ladro, sottrae denaro alle casse dello Stato. Che dire del libro "Le sanguisughe di Giulietta", la bella presentazione mi ha invogliato a comprarne una copia.

Chiosa a tutto questo bendidio di contributi

…occasionati, fifty fifty sia dal rapporto costante con la nostra testata e i lettori sia dall'indotto della conferenza sulle “Sanguisughe”. Dicono tutti i mittenti che, dal punto di vista della partecipazione fisica, poteva, considerando il livello dei players e dell'esposizione, poteva riuscire meglio. Questo rimpianto ci può anche stare. Soprattutto per quanto si riferisce alla nomenklatura che, come si dice a Roma, ha fatto sistematicamente “sega”.

Fatti loro. Quel che conta sono il sentiment che ha spinto il presidente Mantovani del benemerito Filo ad organizzare una conviviale, virtuosa dal punto di vista del prestigio del “cast” e dei partecipanti e, diciamolo pure, della postproduzione dell'evento, attraverso la comunicazione, suscettibile di estendere, al di là della partecipazione fisica, il raggio del coinvolgimento.

La mission non aveva come scopo quello di épater le camarades. Bensì, partendo da un importante compendio di valore clinico e divulgativo, scuotere le coscienze.

“La sanità è malata. La grave crisi di sostenibilità del SSN non garantisce più alla popolazione un'effettiva equità di accesso alle prestazioni, con intuibili conseguenze sulla saluta delle persone e pesante aumento della spesa privata”. Questo lo scrive, non già un radical, bensì un pronunciamento della Corte dei Conti in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.

Partiamo, con intento comparativo, dai numeri: Spesa totale reddito di cittadinanza 35 mld, Spesa totale superbonus 122 mld… Ssn da 136,4 a 140,6 in due anni + 6,4 mld

Cui per non crepare gli italiani o rinunciano alle cure o scuciono di tasca propria 40 mld.

Questo abbrivio di chiosa non può non correlare né la riflessione complessiva del Convegno del Filo né le nostre riflessioni. Che prima di tutto intendono demolire le contraffazioni.

Non si fra impresa sanitario-ospedaliera mossi da un impulso sussidiario di implementazione dell'offerta e dell'opportunità di fronteggiare convenientemente l'esercizio del costituzionale diritto alla cura della salute e al benessere. Neanche nella logica della partnership pubblico-privato, interessatamente fatto passare come opportunità di libera opzione a favore dell'utenza. Sul piano meramente teorico, il soddisfacimento di questo diritto "basico" rientra negli obblighi della sfera pubblica. Al privato, tutt'al più, può essere riservata un'aliquota operativa, subalterna alla struttura pubblica. Per venire al punto lumeggiato nella premessa, si fa impresa sanitario-ospedaliera per macinare profitti, per trasferire l'acquisita prevalenza operativa sul campo al controllo delle politiche sanitarie e, come interpretazione benevola verso il comparto religioso socio assistenziale, per marcare uno storico terreno di influenza, quando non di affari. E a seguire un riallaccio al retroterra storico-sociale ben sottolineato dal prof. Remuzzi e dai suoi interlocutori. Così ben riecheggiato nelle lettere.

La riformistica teoria liberalsocialista (di Rosselli, Matteotti ecc) fatta passare dal pregiudizio massimalista come supporto ai "poteri", oggi, col totale deragliamento della testimonianza dei diritti, del bisogno e del merito, inquadra a pieno titolo quei virtuosi riferimenti in una fattispecie "rivoluzionaria". Perché, andrebbe aggiunto, per invertire i percorsi restauratori del pregresso scenario riformistico degli anni 60-70 (a pieno titolo definibile, per l'Italia e per molti altri paesi europei, una lunga e feconda stagione socialdemocratica), va rimessa nel tubetto l'idea della fine della storia e l'avvio della "politica liquida". Che, incardinate dalle visuali della globalizzazione e del subentro in economia della prevalenza finanziaria a danno dell'impresa "sociale", sono state scaturigine di una generalizzata negoziazione sociale e politica, più che penalizzante, fortemente ostile "ai diritti". Di cui, invece, il precedente ciclo fu antesignano e sostenitore. La testimonianza di diritti civili e sociali, come salute, studio e lavoro (non casualmente sanciti dalla Costituzione) diventa il discrimine della testimonianza civile e politica e dell'appartenenza ai campi militanti (nella dialettica politica come nell'esercizio del mandato elettivo). Da questo punto di vista, sia la scandita e o implicita militanza nella ratio dell'"aziendalizzazione" e nella variante dei nuovi ospedali sia la diserzione dalle modalità di esplicita denuncia appartengono ad un campo che non può essere "il nostro". Ognuno si esprima con i timbri dialettici ritenuti più coerenti con le proprie sensibilità.  Ma, sul punto, l'imperativo, ineludibile sul piano delle modalità di testimonianza, è il richiamo alla campagna dei "cheng feng". Con cui un movimento di cittadinanza attiva (magari con l'accompagnamento di una politica obnubilata dal leaderismo e dal totale distacco dalla realtà) voglia e si dimostri capace di avvertire il tracollo sociale e di interpretare la resilienza.

Al di là della separatezza dei ruoli dei protagonisti della conferenza e di chi ha partecipato, fisicamente e qui a distanza, l'imperativo di testimonianza civile, sociale e politica ha epicentro motivazionale comune.

Le poltrone riservate e vuote.
Le poltrone riservate e vuote.

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