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Vax Day

Il giorno dell’inoculazione è sembrato cogliere i tratti di un contesto da welfare scandinavo

  20/04/2021

Di E.V.

Vax+Day

Non ci venga in mente di dire: tanto rumore per nulla! Perché il rumore è stato, rispetto alle prestazioni sottoperformanti dei pubblici poteri (in particolare la Regione Lombardia), addirittura al di sotto dell'intensità che avrebbe potuto avere. 

Per un anno si è costruito tutto sull'arma poco segreta del vaccino, come risposta determinante al contrasto allo tsunami pandemico, e poi abbiamo arrischiato di incartare la filiera come è avvenuto qualche mese fa per la più scontata campagna vaccinale della normale influenza. 

Chiodo schiaccia chiodo. Non vorremmo che i primi segnali fecondi della vaccinazione di massa per il Covid 19 ingenerassero, soprattutto, nelle aspettative degli autori del disastro, l'aspettativa del “passato lo giorno…gabbato lo santo”

Ad imperitura memoria sarà bene annotare in un memo una delle peggiori prestazioni dei pubblici poteri. Si è data la colpa (tardivamente) ad assessori accompagnati alla porta e ad aziende regionali partecipate, dimostratasi neanche in grado di provvedere al fabbisogno di presidi medici da terzo mondo. 

Perché, se non fosse chiaro, a parte la durezza della prova del contrasto, è di tutta evidenza che, per come sono messe le cose del latente pericolo virale, sarà indispensabile asfaltare e reinventare ex novo il servizio vaccinale dell'AST. 

È bastato un “fatti da parte ragazzino” (rivolto alla catena di comando regionale) con l'entrata in scena di veterans medici e paramedici, volontari Poste Italiane che, senza poter dire “gatto” l'opinione pubblica e l'utenza sanitaria hanno percepito il senso di un ritorno a scenari decenti. 

Chi scrive qui si atteggia ad inviato speciale. In meno di due settimane si è ottenuta la prenotazione (in orari e location comodi). Il giorno dell'inoculazione è sembrato cogliere i tratti di un contesto da welfare scandinavo. Un dispiegamento di accoglienza (numerica ed umana) che, oltre che insperato, ha indotto a pensieri beneauguranti per il futuro. 

Insomma, una cosa da orologio svizzero. Di particolare conforto è stata la constatazione dell'alto livello del triage. Che, sicuramente pensato per la verifica del quadro clinico dei vaccinandi, ha, fornito, nel mio caso e nel caso di mia moglie, una più vasta consulenza. 

Se è permesso, noi che avevamo intravisto nella comunicazione quotidiano un filo di compiacimento enfatico (in cui non era escluso il sospetto di una certa copertura al management), affermiamo un convinto apprezzamento. 

Del che, come abbiamo premesso, va reso merito in particolare agli operatori medici e paramedici (prevalentemente veterans stornati temporaneamente dalla quiescenza, con il rischio, come si sussurra, di ricavarne ammaccature normative ed economiche) e al popolo del volontariato. Senza del quale questa campagna, come quasi tutto il resto del supporto solidaristico, sarebbe stata immaginabile. 

Saremmo reticenti se di fronte a tanta grazia etica, non facessimo menzione della sgradevole sensazione che molti cittadini cambiano la pelle ma non il vizio. 

Ci riferiamo a quella sorta di latente e rancoroso sentiment nei confronti di tutto ciò che è comunitario (di cui abbiamo avuto diffusa contezza). 

Ci sentiamo di rivolgere un consiglio alla “macchina”: mandateli a… 

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