Riceviamo da Sandro Gaboardi di Crema un'ulteriore riflessione sull'inquietante femminicidio avvenuto nelle settimane scorse in Emilia. Lo pubblichiamo di buon grado, come stimolo per ulteriori riflessioni.
SAMAN: DIRITTI UNIVERSALI INALIENABILI
In merito all'articolo su Saman posso confermare la stessa impressione che ebbi tanti anni fa quando nel Tagikistan, allora Urss, andammo a visitare una comunità islamica nella città Dusciambe capitale del Paese. Avevamo con noi un'italiana convertita all'Islam. Donna intelligente e volubile, chiese alla guida di poter accedere al quartiere musulmano.
Era un quartiere totalmente recintato con un unico accesso.
L'accesso era presidiato e, dopo un conciliabolo, si presentò un anziano. Il contatto preliminare confluì nella decisione di ammettere nella comunità solo le donne. E di escludere i delegati maschi. Le donne poterono visitare parte della struttura ed incontrasi con alcune residenti.
Al ritorno dopo qualche mese la delegata musulmana si riconvertì alla fede cristiana.
Mi confidò che era rimasta disgustata dalle condizioni di vita delle donne...
Si consideri che tutto ciò avveniva in un regime, quello dell'Urss, che avrebbe avuto strumenti e forza per far cambiare abitudini. Ci provarono ma di fronte all'evidenza dovettero per poi accettare compromessi al ribasso.
Una religione che impone per dogma comportamenti di dettaglio della vita di ogni giorno non è compatibile con i nostri costumi.
Potrei raccontare un'altra esperienza simile in Libano al campo profughi di Sciatila, luogo dove l'onorevole Bordo è stato un paio di anni fa e mi ha ripetuto che sono ancora nel completo disagio di 30 anni prima.
Non si è domandato il perché in quanto gran parte degli uomini di sinistra hanno già la risposta.
L'orrendo assassinio della povera ragazza pakistana, che aveva almeno tentato il percorso dell'emancipazione, possa essere utile ad un ripensamento, prima che quartieri delle nostre città e paesi diventino enclave extraterritoriali.
Sandro Gaboardi