Va, quindi, reso merito al pool di istituzioni ed associazioni che, all’insegna della memoria storica e del progetto di interpretare l’attività sportiva dietro la lente del suo precipuo valore, hanno fornito un apprezzabilissimo contributo di discontinuità nella lettura del processo involutivo che da troppo tempo ha investito lo sport.
All’evento di scoprimento allo Zini della lapide rievocativa della testimonianza sportive e civile di Vittorio Staccione abbiamo dedicato ieri un vasto servizio.
Players di questa iniziativa destinata ad una posizione di rilievo negli annali cremonesi dello sport sono stati, come già ricordato, il Comune di Cremona ed il Panathlon di Cremona, che, almeno secondo chi scrive, non avrebbe potuto trovare idea migliore per rievocare i propri fecondi 60 anni.
Per quanto apparentemente poco contiguo, l’evento celebrativo, che ha proiettato la passione sportiva lungo le prospettive poco battute, nei contesti contemporanei, della memoria storica e della testimonianza civile, ha avuto nel medesimo pomeriggio un’ appendice, presso la Saletta dei Mercanti del Palazzo della Camera di Commercio, nel Convegno sul “LO SPORT SOCIALE: QUALE RISORSA PER IL PAESE?”. Il tema, che aveva come sottotitolo di rinforzo “La proposta di Legge Molea - Fossati per la riforma della Legislazione Sportiva e del Terzo Settore”, ha avuto come Relatore l’On. BRUNO MOLEA, Presidente Nazionale AICS (Associazione Italiana Cultura Sport di cui è presidente provinciale Renato Bandera)), partner dell’Associazione delle Medaglie al Merito Sportivo del CONI e del Panathlon.
Il relatore, sin dalle prime battute, ha precisato i tratti salienti di una proposta che si pone l’obiettivo sia di riformare e modernizzare legislazione sportiva in essere sia di riorganizzare il quadro operativo in cui è chiamata ad agire la dirigenza dell’associazionismo sportivo.
L’On. Molea, Presidente Nazionale dell’Ente di Promozione Sportiva e Culturale di origini socialiste (l’on. Giacomo Brodolini, il ministro artefice della riforma del lavoro, ne fu tra i suoi fondatori nel 1962), ha ricordato ai presenti come la mancanza di un Ministero dello Sport, in Italia, porti ad un’abnorme proliferazione di strumenti legislativi, Circolari applicative di provvedimenti, sulle tematiche più svariate (sicurezza-fisco-salute-educazione- diritti d’autore-ecc.) da parte di una pluralità di istituzioni pubbliche.
Ciò comporta un’ estrema difficoltà d’applicazione della normativa vigente e pone a serio rischio i Rappresentanti Giuridici (i Presidenti, insomma!) delle Associazioni Sportive Dilettantistiche, siano esse aderenti al CONI, agli Enti di Promozione o alle Associazioni aggregate al CONI stesso.
L’articolato della Proposta di Legge, ha proseguito il relatore, tende, innanzitutto, al riconoscimento del ruolo sociale dello Sport, sia di base che d’èlite, e, conseguentemente alla possibilità di riconoscere alle ASD personalità giuridica. In tal modo sgravando la responsabilità personale di chi si impegna nel volontariato associativo.
Vengono previste tutele economiche e fiscali, ampliate rispetto a quelle in corso, per gli operatori sportivi e le società, oltre alla possibilità di essere gestori diretti dell’impiantistica sportiva pubblica, non tanto su criteri di connotazione economica (gare al ribasso, cioè) ma in base all’apprezzamento della proposta educativa che viene messa in campo.
Negli 11 articoli complessivi, anche tecnicamente, vengono affrontate, per prorvi rimedio, le criticità in essere. Il clima della Camera sembra favorevole perché- ha affermato l’On. Molea, - mai come in questa legislatura siedono in Parlamento Dirigenti e Atleti provenienti dal mondo sportivo; quindi, in teoria, amici della semplificazione e del riconoscimento, a tutto tondo, dei valori e dei benefici della pratica sportiva.
Animato e franco il dibattito seguito alla conversazione iniziale, ripreso anche nel corso della Conviviale, svolta nella ex Sala Borsa, e nel corso della quale sono stati consegnati riconoscimenti al Presidente CONI di Cremona, Achille Cotrufo, ed a Dirigenti Panathlon.
Da segnalare, per completezza di cronaca, la partecipazione del prof. Oreste Perri, neo eletto Presidente del CONI Lombardia, dell’Assessore allo Sport, M. Platè, del Consigliere Regionale Malvezzi, del Presidente della Camera di Commercio, Giandomenico Auricchio, del Presidente dell’Area 2 del Panathlon, Branzoni, e del Presidente Internazionale, Sen. Santini.
Chiudiamo la cronaca dedicata ad eventi destinati, fortunatamente, a porre lo sport in un’ottica diversa da quella percepita ormai da tempo che, coll’invadenza di pulsioni malavitose e con la prevalenza di una congerie di interessi dettati da sempre più imperante lato spettacolare, con un rimando, dato che siamo ancora a ridosso della celebrazione del 70° della Liberazione, alle aspettative ed alla suggestioni ispirate da quel determinante snodo nella vita collettiva del nostro Paese.
Potrà sembrare strano, in un contesto contraddistinto da miserie morali e materiali, che una testata politica, come l’Eco del Popolo dedicasse, all’avvio della transizione dalle macerie della guerra e della ventennale dittatura e della ricostruzione, una così vasta ed insistita attenzione all’attività sportiva.
Ne diamo conto allegando un breve stralcio di contributi apparsi sulla testata socialista negli anni 1946 e 1947.
“Democratizzare lo sport” scriveva ed auspicava il compagno Adelmo Agostini; “per garantire anche in questo settore”, continuava “una effettiva e concreta partecipazione di tutti gli strati sociali che formano la nazione e quindi garantire e sviluppare nel modo più integrale la coscienza democratica del popolo italiano”. E, forse con una massiccia dose di ottimismo ed ingenuità, concludeva “La gioventù lavoratrice deve avere la possibilità di fare dello sport”.