La Presidenza, il Consiglio Direttivo, i Soci tutti della Società Filodrammatica Cremonese ritengo opportuno dar conto alla pubblica opinione ed alla cittadinanza cremonese dell'avvenuto rinnovo della Convenzione, in atto da anni e rinnovata anche ultimamente, con il Comune in materia di disciplina del rapporto collaborativo.
In forza di essa l'Amministrazione Municipale fruisce per 100 aperture all'anno della sala teatrale; in cui, tra l'altro, si espleta in aggiunta alla normale attività della Società anche la programmazione cinematografica (unica rimasta nel centro cittadino).
La conclusione della procedura convenzionale offre l'opportunità di una riflessione sullo stato delle politiche culturali nella nostra città; all'insegna dell'evidenza del percepibile e prevalente profilo di sostegno all'indirizzo di messa in sinergia e di valorizzazione degli intensi e diffusi apporti, individuali ed associativi, che ne rendono dinamico il versante artistico e culturale.
Come è ben noto, le declinanti risorse pubbliche non consentono più di affidare alla sola leva pubblica il finanziamento e l'organizzazione di rassegne e di eventi capaci di elevare il tasso civile di Cremona e di attrarre su di essa gravitazioni territoriali più vaste.
Ma, a prescindere dalla sostenibilità economica che in ogni caso postulerebbe un accorto impiego del danaro pubblico, diventa fondamentale la scelta di valorizzare l'apporto delle iniziative private.
Cosa sarebbe, da tale punto di vista, Cremona se il suo patrimonio artistico-culturale non fosse stato arricchito dal lungimirante e benemerito gesto della Fondazione Arvedi/Buschini che ha ridato vita al contenitore dell'ex Palazzo dell'Arte ed insediato un pulsante centro di interesse mondiale?
Cremona, oltre a questo “picco” di generosità e di intraprendenza, si avvale di una miriade di centri di attività; di cui l'istituzione comunale dovrà sempre più tener conto.
Tra questi, senza alcuno intento auto-elogiativo, cito Il complesso delle attività, gestite dalla Società Filodrammatica Cremonese, di cui il segmento teatrale-musicale costituisce la maggiore evidenza. Che rappresenta l'unico esempio a Cremona ed uno dei pochissimi nello scenario nazionale di esercizio privato di attività artistico – teatrali, gestito, sinergicamente, con il “pubblico”. Esempio, di come il contributo pubblico diventa un moltiplicatore delle risorse. Il 'movimento artistico' deve iniziare dal settore privato, con il quale il “pubblico” deve essere in grado di collaborare e interagire.
La collaborazione con i teatri minori (Filo e Monteverdi) potrebbe, da un lato garantire, elementi di ottimizzazione gestionale e, dall'altro, favorire una rete sinergica di interessanti prospettive.
In cui il maggior teatro assume il ruolo, appunto, di fratello “maggiore”. Nell'interesse della città, nonché della crescita delle realtà “minori”.
I teatri “minori” possono diventare la location di eventi che, in omaggio all'ormai ineludibile ottimizzazione dell'impiego delle risorse, possono sgravare il teatro “maggiore” di oneri di apertura incomprimibili, se non attraverso una delocalizzazione.
Per imboccare un fecondo percorso sinergico, da cui trarrebbero beneficio tanto i bilanci della singole istituzioni quanto il contenimento della spesa globale per il settore e la crescita generale della vita artistica e culturale cittadina e territoriale, è assolutamente indispensabile l'attivazione, in tempi brevi, di un raccordo sinergico, che parta, minimalmente, dalla comune calendarizzazione dei cartelloni delle stagioni ed, in senso più generale, dal confronto e dall'integrazione con i programmi di attività promossi dalle associazioni categoriali.