Vabbé …il rischio grosso è percepibile ed è quello di scadere nel cattivo gusto di non resistere alla tentazione di maramaldeggiare. Ma non è per accondiscendenza verso quella poco nobile postura trasmessa dalla locuzione tedesca della Schadenfreude. Vale a dire il "piacere provocato dalla sfortuna" (altrui, ben s'intende).
Farebbe poco gentlemen un siffatto gesto. Noi gioiamo non solo per la disavventura soggettiva di un personaggio percepito per un complessivo profilo lombrosiano; ma gioiamo, con un forte senso di sollievo, per lo scampato pericolo. Per gli Usa, che consideriamo l'alleato più naturale della nostra patria europea, per la saldezza della sua democrazia, per le fortune del suo popolo.
Le stelle e strisce hanno, in questi quattro anni, assistito ad uno smottamento dell'asse interno ed internazionale della loro mission; che fu e continua ad essere di perno, insieme all'UE, ad un assetto globale di stabilità economica e politica.
Si sa che, di tanto in tanto, nella storia mondiale ruzzolano degli avventurieri che mettono a repentaglio tutto ciò.
Le presidenziali appena concluse dimostrano che il bene delle libertà e della democrazia non è mai per sempre. Anche quando si tratta di un modello collaudato.
Questo serio pericolo incombente sul grande paese nordamericano e sul resto del mondo è entrato nelle nostre percezioni non solo per un puntiglioso sforzo di aggiornamento, ma soprattutto per l'immagazzinamento in diretta degli spunti discendenti dalle corrispondenze giunte da Luigi Cazzaniga e dalle triangolazioni social con amicizie personali da tempo dislocate oltre atlantico.
La parte sana e consapevole dell'opinione pubblica degli States ha avuto paura. Che un inconsiderato sviluppo delle tendenze del voto potesse in qualche modo far pendere, anche se di poco, il piatto della bilancia dalla parte sbagliata.
Di un'offerta politica manifestamente indirizzata allo snaturamento dell'asse democratico e liberale, che è stato per tanti decenni punto di riferimento mondiale.
Per concludere questo accenno che troverà più congruo sviluppo analitico, diremo che la sconfitta del tycoon coi capelli di mastro polentina genera in noi qualcosa di più di una gioia.
Genera consapevolezze suscettibili di spostare il piano dello scampato pericolo a quello di un forte impegno perché questa condizione non si ripresenti.
È (o sarebbe) materia di riflessione dei democrats americani perché attraverso un percorso di lucida analisi e di coesione evitino di tornare alla prima casella.
Ma è anche stimolo per la sinistra democratica e riformista italiana, che non può non fare tesoro di questa lezione.
Con questo abbrivio desidereremmo aprire un forum sull'esito delle presidenziali americane e sulle prospettive che esse aprono negli USA e nel resto del mondo.
Lo facciamo anche con un po' di leggerezza, necessaria a stemperare le percezioni accumulate negli ultimi mesi per effetto delle tensioni di uno scontro dagli esiti, come abbiamo osservato, non esattamente scontati.
Lo facciamo dando la parola al poeta (ad uno dei nostri poeti) in lingua locale, a Giacinto Zanetti che, coi suoi versi trasudanti saggezza e ironia, ha metabolizzato la conclusione dell'emozionante vote counting.
Lo ringraziamo per questa testimonianza. E,con l'occasione, ringraziamo Luigi Cazzaniga e Roberta Tosetti.
TRUMP A LI CÒORDI
Se scùultum li elesiòon americàani, a la televiziòon
vèdum che “TRUMP” ‘l è stàt mìs in de n cantòon.
Sarà per cùulpa de chèl “virus” picenìin
ma lüü, urmàai, ‘l è finìit in de ‘l angulìin
e, da la séera a la màtina,
el fà sèensa tiràase zó la maschérina.
Ma, àan' se gh'ò giràat na rìiga a ‘l invèers,
se póol dìi che ‘l gh'à pròpria pèers .
Cuzé parlarùm pö, per istàn,
de i dàsi sö pàasta, furmàc, óoli e salàm.
Chél ‘àalter el và avàanti tranquilamèent
e de nóof, fóorse, sücedarà pö nièent;
el và adrée a ‘l vèers de ‘l lègn
àan' se ‘l ghe metarà el màsim impègn.
Cuzé in de ‘l nòster paées e in “Europa”
la pauüra de TRUMP la sarà pròpria pòoca:
turnarùm a ‘l nòoster “tran-tran”
e, perchè nò, a mangiàa pàan e sàlam.
(testo originale Giàcinto Zanetti)
TRUMP ALLE CORDE
Se seguiamo le elezioni americane, alla televisione
Registriamo che Trump è stato accantonato.
Sarà stato per colpa di quel virus piccolino
Ma lui, ormai, è finito nell'angolino
E, dalla sera alla mattina,
può fare a meno di abbassare la mascherina.
Ma, anche se ho girato una riga all'inverso,
si può dire che ha proprio perso.
Così non parleremo più, per quest'anno,
dei dazi su pasta, formaggio, olio e salame.
L'altro proseguirà tranquillamente
E di nuovo, forse, non succederà più niente,
seguirà il verso del legno
anche se ci metterà il massimo impegno.
Così nel nostro Paese e in Europa
la paura di Trump sarà proprio poca:
torneremo al nostro tran tran
e, perché no, a magiare pane e salame.
(testo tradotto da Clara Rossini)
TRUMP ON THE ROPES
If we follow American elections, on television
We see that Trump has been beaten.
That tiny little virus is maybe to blame,
but he has now ended up in the corner
and, from dusk till dawn, he can finally stop lowering his mask.
Yet even though I said it in verses,
we can just say he has really lost.
So, we will no more speak, at least this year,
about duties on pasta, cheese, oil and cured meat.
The other one will quietly go ahead
and again, perhaps, nothing will happen,
he will walk his own way,
and he will do his very best.
In our Country and in Europe,
the fear of Trump will then fade out:
we will go back to our routine and,
why not, we will again eat salami and bread
(testo tradotto da Massimiliano Mazzi)
L'autore
Giàcinto Zanetti, dopo aver prestato servizio per trentanove anni come maestro elementare, di cui gli ultimi ventidue presso la scuola di Bonemerse, ha prolungato la sua attività insegnando il dialetto, come opzionale, presso le classi quarte della Scuola Sacra Famiglia di Cremona. Ama comporre poesie in vernacolo e da fine dicitore le propone negli incontri richiesti da varie Associazioni, organizzati dal gruppo, a cui da tempo ormai appartiene, El Zách.