Innanzitutto un memo
Il 27 gennaio 2024 alle ore 16, nella sala del centro civico del Cascinetto in via Maffi,2 - Cremona, si terrà un'assemblea, aperta a tutti coloro che vorranno partecipare, per un confronto sulla vicenda che vede coinvolto il nostro Ospedale Maggiore destinato ad essere demolito per far posto ad una nuova struttura.
L'invito è rivolto particolarmente ai cittadini dei quartieri della zona Est di Cremona ma rinnoviamo l'invito alle Organizzazioni Sindacali, alle Associazioni, ai Movimenti, agli Amministratori locali e regionali ed ai Partiti politici
Vi attendiamo numerosi.
Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale di Cremona.
Firma la petizione del Movimento
- Un nuovo ospedale non serve perché a Cremona ne abbiamo già uno che ha solo 50 anni di vita.
- ll nuovo ospedale costa tanto e negli anni costerà sempre più per poterlo realizzare e manutenere.
- Il nuovo ospedale il giorno dell'inaugurazione, forse fra 10 anni, sarà già vecchio, e, come ora per l'attuale Ospedale, avrà necessità dopo qualche anno di riqualificazioni importanti.
- Il nuovo ospedale non risolverà i problemi della sanità territoriale con ore d'attesa al Pronto Soccorso, lunghe liste per la specialistica, disorganizzazione e turni massacranti per gli operatori sanitari.
L'Ospedale Maggiore di Cremona
- È TRA I PIÙ RECENTI E MODERNI NELL'IMPIANTO.
- È STRUTTURALMENTE SOLIDO.
- È POSSIBILE ADEGUARLO AI CANONI PREVISTI DAL BANDO DEL NUOVO OSPEDALE A COSTI DIMEZZATI.
- IL RECUPERO A STRALCI CONSENTE OPERE E IMPIANTI TECNOLOGICI.
E, a seguire, un subtotale della testimonianza
Diciamo subito (per quel che conta la nostra riflessione) che l'assemblea di domani (purtroppo temporalmente sacrificata in un'agenda fitta di eventi e logisticamente infelice a causa della collocazione periferica) che reca in sé oltre il salto di qualità relazionale anche il valore aggiunto dell'approdo ad un sintesi (per ovviamente ripartire) che l'establishment politico-istituzionale, i “poteri” (occulti ma percepibili, come sala regia di tutta l'operazione “pacco” immaginato come offa da dare come risposta ai disastri dell'Asst fattualmente rilevati nel picco pandemico e una cittadinanza (un po' distratta, a dispetto del clamorosa raccolta di oltre 4000 firma contro la bizzarria del nuovo nosocomio) non potranno ignorare.
Non è ancora tempo di bilanci, ma di subtotali (come diciamo nel titolo, sicuramente sì. Per verificare (insieme all'opinione pubblica e ai cittadini) se si è stati sulla retta via e in quale prospettiva si colloca il prosieguo di questa significativa esperienza di cittadinanza attiva. Importante come il gemello Movimento che si oppone all'impianto Bio Metano.
Oltretutto questa sarebbe un'occasione di verifica della nostra linea editoriale. Che, innanzitutto, ha onorato la propria mission di dare agibilità a testimonianza ostracizzate dai “poteri” (soprattutto, nel profilo mediatico) e si è liberamente inserita (senza invadenze di ruoli) in un dibattito articolato sin dall'inizio un binomio assolutamente ineludibile: 1) la difesa della sanità pubblica e l'efficientamento dell'attuale nosocomio e sanità territoriale, che sono sempre stati nel radar e nelle corde della nostra testata (e con maggiore forza a partire dal picco pandemico del 2020); 2) la scesa in campo di aggregati di testimonianza civile ad hoc (no nuovo ospedale; no impianto biometano); come necessaria risposta ad un disegno che danneggia fortemente le prerogative del territorio ed assegna alla cittadinanza un ruolo più che di subalternanza di totale delegittimazione (un po' da Onofrio del Grillo del io so' io e voi non siete …bip…un cazzo).
Ciò in apparente contraddizione con il non conclamato ma operante nei fatti inciucione messo in piedi trasversalmente da destra regionale (artefice di questo quarto di secolo di asfaltatura della sanità pubblica). Benedetto per esigenze auto celebrative e simboliche, ad esempio, dall'intera consiliatura municipale.
Diciamo subito che il fronte contrario (costituito dal Movimento per la Riqualificazione dell'ospedale esistente, prevalentemente ma non esclusivamente, perché si sono mosse e si muoveranno testimonianze individuali ed indipendenti) ha lanciato qualcosa di più del tradizionale guanto di sfida. La contestazione dell'assurdità del progetto (inteso come opzione strategica di costruire per demolire …o viceversa) e del progetto della mirabolante struttura futura è avvenuta con dovizia di argomenti (in primis il ragionamento organico di Giorgio Mantovani) e con la delineazione di un'opzione, radicalmente alternativa e congrua al bene collettivo.
Adesso (come si suol dire) viene il bello.
La massa di mobilitazione è, per una città resa sonnolenta dalla desuetudine al pensiero critico e, soprattutto, alla pratica scambista con la “ditta” della governance, un risultato eccezionale.
Noi abbiamo aderito d'istinto a questa mobilitazione. Anche se, pur ribadendo la nostra mission di informazione alternativa, dovremo, coi dovuti tempi e modi, operare un allentamento dell'abbraccio.
Per la ripresa della reciproca libertà.
Tra qualche mese si voterà per il rinnovo delle istituzioni elettive. E questo già sarebbe un'ottica occasione, ricordando che il Sindaco è la massima autorità sanitaria nel territorio di competenza, per parlarne, almeno. Ma se hai un Coniglio comunale che per piaggeria di potere si esprime unanimemente sulla scelta dell'Asst corroborata dal Governatore. E se hai un Sindaco che alla conviviale dell'Auditorium si rivolge al Direttore (in procinto di trombatura) con un informale “vero, caro Giuseppe” e al Prefetto con un bel “Sua Eccellenza”, capisci che non c'è trippa per i gatti che volessero rovesciare il tavolo.
A questo punto non si può non alzare l'asticella, qualificando lo scontro su un terreno che più che appropriato e congruo (se si pone mente alla posta in gioco) è inaggirabile. Far comprendere agli apparatchik, che presidiano i palazzi del potere e s'impipano della condizione sociale, l'evenienza che la mobilitazione possa planare nelle urne.
Il passaggio intermedio sarebbe rappresentato da una sfida: se la Consiliatura Comunale è così convinta della propria scelta indica un referendum popolare, prima della fine del proprio mandato.
E, per concludere (prima che ci sfugga la consapevolezza attorno al mantenimento della soglia di attenzione), segnaliamo che tra le tante esternazioni avviate e mantenute sin da tempi non sospetti, c'è stata la nostra evidenza circa l'opportunità di scendere per li rami territoriali e raggiungere la periferia degli altri Comuni. Sappiamo che Vacchelli del Coordinamento del Movimento ha fatto un ottimo lavoro di interpello dei Sindaci dei Comuni limitrofi circa il posizionamento dei propri cittadini in merito all'opzione strategica.
Merito, quindi, a Vacchelli che si è sobbarcato un gravoso lavoro. Pressante richiesta al Movimento che si deve intestare un ineludibile coinvolgimento delle istituzioni territoriali. A mente del fatto incontrovertibile che la "giurisdizione" dell'ospedale riguarda il capoluogo insieme al 60% della provincia. Sarà o dovrebbe (secondo la nostra libera percezione) il prossimo step.