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Sempre a proposito del “pacco” /16

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

  08/12/2023

Di Redazione

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Riprendiamo, dopo una pausa di natura tecnico-informatica e, soprattutto, di attento riordino dell'importante giacimento di inputs pervenuti ed attenzionati ai fini del miglior trattamento in termini di completezza e di fattualità di un dossier destinato ad occupare nei prossimi mesi un'assoluta centralità nell'agenda locale, le pubblicazioni sul dossier. Ricominciando dalla priorità che, sin dall'inizio, abbiamo riconosciuto alla rubrica forum. La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali. Una priorità che è una costante per una testata come la nostra attenta alle opportunità del confronto pubblico; che, nel caso in ispecie, diventa, per effetto di quella sorta di embargo decretato dai “poteri” a danno anche della minimale circolazione delle notizie e delle opinioni, un imperativo assoluto.

Come è noto, la nostra testata ha aderito al Movimento per la riqualificazione dell'ospedale. Circostanza questa, ribadita ad abundantiam, senza che costituisca esimente degli obblighi di corretta informazione e di obiettivo esercizio dialettico tra le parti in causa.

Anche se, andrebbe soggiunto, c'è un'unica parte in causa (il Movimento) che persegue sistematicamente l'approfondimento della materia (al proprio interno e nel rapporto con l'opinione pubblica), nonché il tentativo, mai corrisposto (per effetto di un'arrogante autoreferenzialità e di un'assoluta chiusura), di stabilire un rapporto dialettico con una controparte che, per la propria natura pubblica, dovrebbe percepire come pane quotidiano la pratica della trasparenza e della fattualità delle esternazioni da sottoporre all'opinione pubblica, con particolare riferimento alle espressioni di cittadinanza attiva.

Prima di fornire ai nostri lettori la versione non addomesticata della cronaca dell'evento, che potrebbe essere definito gli stati generali dell'aggregato di volontà in capo ad un ceto dirigente ipnotizzato dalla chimera dell'unica opzione strategica messa in campo, diamo preliminarmente la parola e l'opportunità di violare l'embargo o, se si preferisce, della versione unica dei fatti e delle notizie dispensate dalla sala regia ai numerosissimi cittadini che, al di là dell'adesione al Movimento (cui, in ogni caso, hanno aderito più di 3500 oppositori all'assurdità), negli ultimi tre mesi stanno fornendo contributi e riflessioni di qualità suscettibili di invertire la stagnazione degli ultimi trent'anni in materia di partecipazione e di dibattito pubblico.

Del che va dato merito ai promotori del Movimento e ai coordinatori dello stesso. La cui maggior sollecitudine è favorire il confronto delle idee.

Se ne ha contezza a contatto con l'intenso e costante flusso di testimonianze veicolato dal libero, consapevole, irrinunciabile sentiment di esserci, di non fare spallucce, di misurarsi con le idee.

Di che, ribadiamo, va dato atto a quell'inaspettato, fecondo aggregato di partecipazione che si sta rivelando il Movimento.

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

"L'ospedale non è un klinex"

Mentre la maggior parte dei cremonesi era in coda per la brioche gratis all'eurospar, un numero minore di temerari ha sfidato freddo, pioggia e buio nel tardo pomeriggio, per manifestare davanti al Museo del Violino contro la presentazione del progetto per il nuovo e avveniristico ospedalino minore, (presentazione che sembra tratta dal gioco per PC Cities Skylines dove le costruzioni vengono fatte un cyber mondo immune da inquinamento). Questo poi, dovrebbe sorgere nel giardino del monoblocco, avvolgendolo per poi sostituirlo con successivo abbattimento dell'attuale, che sprofonderà nelle acque di un azzurro laghetto.

Nella realtà, dobbiamo però tener conto di un mondo tutt'altro che paradisiaco, con grandi fonti inquinanti, quali il vicino inceneritore, lui sì che è obsoleto, e fuori norma, per non parlare della centrale a biomasse e del tentativo di realizzare anche un ulteriore impianto di biometano, il vecchio già era lì da prima, ma quello nuovo...

Un'altra importante domanda è cosa ne sarà dei pazienti cronici, degli anziani con patologie non gravissime che secondo la tipologia di reparti previsti, non rientrano nel progetto?

Noi eravamo lì, principalmente quelli del Movimento Riqualificazione Ospedale, più vari attivisti di associazioni ambientaliste legate al territorio, a dire il nostro no!

Per combattere il buio, ci siamo muniti di led e lucine che illuminassero i nostri cartelloni, al posto delle brioches abbiamo offerto cioccolatini e ci siamo uniti ripetendo come un mantra il semplice, ma efficace slogan: "L'ospedale non è un klinex".

La piazza Marconi, che ora è di proprietà, insieme al Museo del Violino, non è più accessibile interamente, e la polizia che presidiava ha chiesto di non avvicinarsi troppo.

Nessuno comunque ha potuto impedire i fischi quando sono arrivate le autorità, specialmente il sindaco di Cremona, da noi percepito ostile, da quando abbiamo vissuto questa faccenda come una imposizione senza un confronto democratico con i suoi cittadini.

Personalmente ho vissuto un momento di condivisione e amicizia con delle donne che reputo delle guerriere, sempre costanti ed in prima fila quando cerchiamo di difendere il territorio da danni contro il clima, l'ambiente e la salute e altri amici di tante manifestazioni.

Desidero anche spendere una parola di ringraziamento a quelli venuti dal casalasco che stanno combattendo una analoga battaglia per salvare il loro ospedale di Oglio Po.

Con piedi e mani intirizzite, mentre dentro all'auditorium, al calduccio si raccontavano il fantasmagorico Parco della Salute come di un mezzo Colosseo interrato coperto di alberelli e praticelli, ci siamo salutati con la promessa di non mollare, perché, come diceva Che Guevara:

"Chi lotta può perdere. Chi non lotta ha già perso"

Vi è una questione enorme, l'impatto della demolizione:

Se, come immagino, il vecchio ospedale contiene amianto, quanto è dannoso per la salute pubblica il suo abbattimento con la dispersione di polveri che contengono le pericolose fibre?

L'amianto non emana radiazioni, se è integro non crea problemi, il problema è quando viene demolito o deteriorato e rilascia fibre.

Ho lavorato negli anni 80 in una ditta che commercializzava l'Asbestos... Le fibre di amianto sono inferiori agli 8 micron e quindi si fissano negli alveoli polmonari procurando l'asbestosi.

Se testurizzati come nel cemento Portland non sono nocivi finché inerti.

Ecco perché ci vorrebbe uno studio molto approfondito, con chiarezza sulle conseguenze per la salute nostra, oltre ai veri costi per la sicurezza nelle procedure.

Paola Tacchini
Paola Tacchini

“Fermatevi!”

Scegliamo di commentare le dichiarazioni rilasciate dai vertici Asst (“La Provincia”13/09) col titolo “I dubbi: perché serve ora il nuovo ospedale”, dove i dubbi sono tutti in capo all'intervistatore che si fa portavoce del buonsenso dei Cremonesi, mentre le certezze senza contraddittorio sono tutte dei vertici Asst che intendevano forse così smorzare ogni malumore e contestazione dal basso. E questo vista anche la presenza sul territorio del Movimento per riqualificare il Maggiore di Cremona, Movimento che si è assunto l'onere di informare nel merito una cittadinanza che politica e Asst hanno deciso di non incontrare, di non informare sul suo destino sanitario, di trattare come “sudditanza”, in nome e per conto della quale però si usa a propria discrezione quello che comunemente si dice  denaro pubblico, locuzione che la navigata leader Thatcher contestava perché ”non esiste denaro pubblico ma solo  denaro dei contribuenti” che hanno il diritto di essere informati per potersi esprimere nei tempi utili sulla destina-zione dello stesso.

Il dg Rossi si lancia in un'affermazione di peso che dovrebbe essere la chiave di lettura e l'obiettivo del progetto nuovo ospedale: “Non è una sfida architettonica ma culturale tesa all'innovazione della cura”. Solo che poi nel resto dell'intervista si parla solo di muri. Ora se il vero obiettivo fosse l'attenzione alla qualità della cura che cosa osterebbe a dar corso a questa sfida entro i solidi muri del Maggiore? Ci sono esempi luminosi di strategie vincenti e convincenti tagliate sull'esistente. Ne citiamo uno tra i tanti che certo il dg Rossi conosce. Il Maggiore di Bologna, risalente al '55, alto 15 piani (quindi più datato e più alto del nostro), con una quarantina di UO tra cui il Trauma Center noto a livello nazionale per la maggiore casistica di pazienti gravi ricoverati e con il Laboratorio Analisi più grande d'Italia e uno dei maggiori d'Europa con oltre 18 milioni di accessi l'anno, non ha scelto l'abbattimento ma la riqualificazione con l'aggiunta di un blocco (blocco D) mentre l'intera ala C sarà ristrutturata con fondi Pnrr per adeguarla ai nuovi standard in materia di antisismica e risparmio energetico. Ma c'è di più. Il dg Lazzari si è impegnato pubblicamente in un progetto alto di “cultura della cura” per rispondere ai veri bisogni dell'utenza con questo programma:”Meno liste d'attesa -più sale chirurgiche-garantire cure con alti standard di qualità - evitare il fermo dei pazienti nei corridoi e nel PS- per i casi non ospedalizzabili creeremo dei percorsi di carico immediato nei CAU (nelle Case della Salute da poco attive) - siamo pronti con adeguate misure di sicurezza e isolamento in caso di recrudescenza del Covid- e soprattutto punto a creare gruppo e fare squadra, così da garantire e coltivare il senso di appartenenza del personale”. Ci sembra un progetto di tutto rispetto quello del dg mantovano Lazzari contro il quale non c'è movimento che potrebbe eccepire qualcosa.

Si chiederanno i vertici Asst perché sia toccata loro la grana di un Movimento che fa informazione vera, non si chiude nei sancta sanctorum della città per giocarsi in solitaria i destini sanitari di tutti noi e che non lascerà nulla di intentato per salvare città e provincia da un progetto che spreca risorse che consentirebbero al SSN di non morire. Come scrive l'autorevole sociologo Cavicchi in “Sanità pubblica addio”, “Il SSN si può salvare. Basta governare la spesa”. È compito dei dirigenti Asst l'onere di governare e di governare la spesa come lo è del presidente Fontana, che dispone dall'alto senza sondare i bisogni del territorio, e del sindaco Galimberti in quanto responsabile della salute dei suoi cittadini. A lui spettano precisi compiti: conoscere lo stato di salute della popolazione, adottare provvedimenti se le condizioni ambientali risultano fuori controllo, informare la cittadinanza dei rischi cui è esposta, implementare iniziative e strategie di promozione della salute. Come concilia, Sindaco, questi doveri con ciò che attestano gli Annuari statistici del Comune di Cremona che dedicano al capitolo Sanità 3 pagine su 87 per il '20 e così per il '21, 3 su 70 per il'22 liquidate con dati sul servizio Avis e la speranza di vita? I cittadini non vogliono sperare. Vogliono che chi è preposto non giochi carte false col loro diritto alla salute costituzionalmente garantito e qui a Cremona così sfacciatamente tradito con un progetto indifendibile agli occhi dei tanti (e sempre di più) che, anche grazie al Movimento di cui siamo parte, hanno scelto di esserci e di capire per riprendersi ciò che è loro. Considerate le premesse, non ci sarà risposta ma, è certo, ci sarà chi rilancerà cento, mille volte l'appello dal basso “Fermatevi!”.

Rosella Vacchelli - M. Rosaria Daniele

Ora inizia una vera sfida

…ad una potenza organizzata, performante e senza limiti di denaro, almeno per quanto riguarda la forza di persuasione verso i potenti, ma soprattutto verso la gente comune, che "abbagliata" dal progetto avveniristico ed esteticamente ritenuto "bello", può rendere ancor più difficile la nostra comunicazione con la gente, e per questo motivo far fallire l'obiettivo della petizione.

Accanto ad una critica serrata del progetto e ad un sempre maggior impegno nella raccolta firme, soprattutto nei paesi e nelle città della provincia, dobbiamo attrezzarci anche nella disponibilità economica.

Viene da se per esempio che individuato a breve un percorso da seguire, ed attuare un volantinaggio, a mio parere, prima delle feste natalizie, attraverso la produzione e la distribuzione di un volantino, è necessario ovviamente prima trovare i contenuti, scrivere il volantino e ordinarne un numero adeguato in proporzione alle forze umane ed economiche disponibili.

Per questo motivo abbiamo pensato di sollecitare, ovviamente su base volontaria, dapprima noi sostenitori al movimento, e in seconda battuta i 1546 firmatari della petizione on line, a contribuire al finanziamento delle attività del movimento con un versamento di un minimo di 10 euro (senza limiti per il massimo...)  per un calendario stampato grazie al lavoro di due artisti del nostro movimento.

Paola Luccarini ha dipinto con sei acquerelli luoghi famosi della nostra città, e Ennio Serventi, che si definisce operaio-pensionato, ha raccontato, con la maestria ormai riconosciuta da molti critici letterari, una storia che sembra esca dalla nebbia padana di altri tempi, ma che richiama realtà ancora presenti nella nostra vita quotidiana, nonostante pensiamo di essere nel futuro grazie alla tecnologia e grazie alla fantascientifica intelligenza artificiale.

Pensiamo che questo progetto sia utile al movimento, non solo permettendo di auto finanziarci, ma penso anche per farci riflettere di come sia molto inopportuno fare sperimentazioni culturali con progetti sperimentali fuori dal nostro contesto urbano e sociale, come a mio avviso si cerca di imporre ai cremonesi con la costruzione del nuovo ospedale vera "astronave" fuori dal nostro tempo. 

Grazie se vorrete inviarci la vostra disponibilità ad acquistare una copia del calendario (disponibile dal 12 dicembre) di cui in allegato potete ammirare la copertina.

Enrico Gnocchi.

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